Molto probabilmente la causa di questo fenomeno, previsto in questi giorni, è “un buco” nel Sole. Si tratta di venti solari ad alta velocità che sfiorando il campo magnetico terrestre innescano una tempesta solare geomagnetica. Fortunatamente i meteorologi l’hanno classificata come G1, ossia una tempesta debole, che non causerà grandi problemi. Molto probabilmente causerà solo delle piccole fluttuazioni nelle reti elettriche e qualche mal funzionamento dei satelliti.
Questo è un evento ciclico in quanto avviene ogni qual volta che il Sole si trova entra nella sua fase più attiva del suo ciclo solare che dura circa 11 anni. L’attività del Sole infatti continuerà ad aumentare fino al 2025 quando raggiungerà il suo massimo picco, prima di diminuire nuovamente.
I buchi presenti nella corona solare sono aree ad alta atmosfera dove il plasma è più denso e freddo. Inoltre rappresentano anche i punti in cui il campo magnetico terrestre non si ripiega su se stesso, ma si irradia nello Spazio ad una velocità di oltre 2,9 milioni di chilometri orari, permettendo cosi ai detriti solari di fuoriuscire. Quest’ultimi quando si avvicinano ai pianeti con un campo magnetico forte come il nostro possono causare questo tipo di tempeste geomagnetiche.
Durante queste tempeste, il campo magnetico della Terra viene compresso da onde di particelle altamente energetiche che, vicino ai poli, agitano le molecole nell’atmosfera, rilasciando energia sotto forma di luce per creare le aurore. I display aurora sono dei bellissimi schemi di luce che si verificano come risposta della rifrazione della luce, quando la radiazione colpisce l’atmosfera in diversi e particolari angolazioni. Le tempeste sono suddivise in 5 classi, che vanno da G1 a G5, dal più debole al più grave.
La più grande tempesta solare mai vista è stata nel 1859, chiamata “Evento di Carrington”, che provocò gravi problemi ai sistemi telegrafici di tutto il mondo e produsse aurore visibili a latitudini insolite, fino ai Caraibi. Se un evento simile dovesse succedere ora, spiegano gli esperti della Nasa, causerebbe miliardi di dollari di danni e provocherebbe blackout diffusi.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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