Alle 22:11 di venerdì 8 settembre 2023, ora di Marrakesh, quando in Italia era da poco passata la mezzanotte, un violento terremoto ha colpito il Marocco. La scossa ha raggiunto una magnitudo di 6.8 ed è durata per circa una trentina di secondi. Epicentro del sisma il paesino rurale di Oukaimden, nella provincia di Al-Haouz.
Il terremoto ha dunque avuto luogo circa 70 chilometri a sud-ovest da Marrakesh, e, secondo i dati dell’Istituto Geologico degli Stati Uniti (USGS), è avvenuto a una profondità di 18,5 chilometri. L’agenzia sismica del Marocco ha indicato un ipocentro di 8 chilometri, mentre il Centro Sismologico Europeo di 10 chilometri.
Il terremoto in Marocco ha avuto un impatto sulle infrastrutture catastrofico, con un numero altissimo di vittime. Si stimano inoltre danni enormi, per miliardi di dollari, e perdite economiche dello 0-2 percento del PIL del Marocco.
Si tratta dunque di un vero disastro naturale per cui il Marocco inizia già fortunatamente a ricevere i primi aiuti. Ma che cos’è che ha provocato il terremoto in Marocco e quali sono i rischi per il bacino del Mediterraneo?
Il terremoto del Marocco si è verificato nel cuore della Placca Africana, a circa 550 chilometri dal punto in cui questa si tocca con la placca Euroasiatica. La rottura della faglia è avvenuta sotto l’Alto Atlante marocchino, l’enorme catena montuosa marocchina con vette che superano anche i 4000 metri, come la montagna Jbel Toubkal, che sfiora i 4.200 metri.
Sotto questo complesso montuoso si trovano diverse faglie trascorrenti e di sovrascorrimento: le prime sono fratture della crosta terrestre caratterizzate da un piano di faglia verticale, in cui lo spostamento dei blocchi rocciosi avviene orizzontalmente sotto la spinta delle forze tettoniche; le seconde sono invece legate a forze di compressione, che spingono le rocce a passare le une sulle altre.
Secondo l’USGS, i dati raccolti fino ad ora suggeriscono la rottura di una profonda faglia obliqua-inversa (trascorrente) in direzione nord-ovest o di una faglia obliqua-inversa superficiale con direzione a est.
Il Marocco, e in particolar modo la parte settentrionale del Paese, è considerata a elevato rischio sismico proprio a causa della presenza di grandi faglie di sovrascorrimento, legate alle interazioni tra la Placca Africana e quella Euroasiatica.
Nelle vicinanze inoltre vi è anche la faglia trasformata delle Azzorre-Gibilterra (AGFZ), responsabile di grandi terremoti e tsunami che hanno colpito violentemente la Penisola Iberica e il Nordafrica negli ultimi secoli.
L’US Geological Survey ha registrato che il terremoto in Marocco ha avuto una magnitudo 6,8, mentre la rete nazionale di monitoraggio e allerta sismica del Marocco lo ha misurato a 7 sulla scala Richter. L’agenzia statunitense ha segnalato anche una scossa di assestamento di magnitudo 4,9 avvenuta 19 minuti dopo l’evento principale.
Nel frattempo le nazioni vicine aiutano la popolazione marocchina. L’Algeria offre di aprire il suo spazio aereo al Marocco in seguito al terremoto mortale e molti sono gli aiuti offerti a Rabat.
Purtroppo però la maggior parte della popolazione nelle zone colpite dal sisma vive in piccoli villaggi, di cui molti isolati tra le montagne dell’Atlante. Questo significa che il bilancio delle vittime è per forza di cose provvisorio purtroppo.
Un bilancio che sfiora al momento le 2500 vittime, 2.497 per l’esattezza, secondo i funzionari del governo reale marocchino. Mentre altre 2.476 persone sarebbero rimaste rimaste ferite nel terremoto in Marocco.
Ph. Credit: R. Valeria Magliani, opera propria
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