Grazie ad una nuova ricerca, le donne che hanno sconfitto il tumore al seno, potranno presto conoscere con esattezza quanto è probabile che il tumore si ripresenti. Si tratta di un nuovo test che offre alle donne una maggiore tranquillità, grazie alla previsione ad una previsione di rischio in un arco di 20 anni.
La ricerca ha condotto gli scienziati a scoprire l’esistenza di 11 diversi tipi di tumore al seno, ognuno con una diversa probabilità di ricaduta. Con questo nuovo test si potrà identificare anche il grado di curabilità del tumore, in base a quale dei diversi tipi si tratta.
Attraverso l’analisi genetica, è possibile stabilire la percentuale di un eventuale rischio di ricaduta entro i successivi 20 anni. In questo modo i medici possono, in caso di percentuali alte, tenere il paziente sotto osservazione, in modo da agire, nel caso ce ne fosse bisogno, tempestivamente. Oppure trattare i propri pazienti con tamoxifene, un medicinale che rende meno probabile il ritorno del tumore al seno.
Il test, è stato sviluppato da una collaborazione tra l’Università di Cambridge e la Stanford University, analizzando i tumori di quasi 2.000 donne affette da cancro al seno e monitorando la loro salute in media per 14 anni. Entro i prossimi cinque anni si conta di poter distribuire ai medici, su larga scala, una versione più semplice e facilmente utilizzabile.
Il professor Carlos Caldas, ricercatore capo presso il Cambridge Institute of Cancer Research ha dichiarato: “i trattamenti per il cancro al seno sono migliorati notevolmente negli ultimi anni. Ma sfortunatamente per alcune donne, il cancro al seno ritorna e si diffonde, diventando incurabile”. Fino ad ora non era possibile prevedere quale fosse il rischio di una ricaduta ed entro quali termini di tempo, come invece sarà ora possibile grazie a questo nuovo test.
“In questo studio, abbiamo approfondito i sottotipi molecolari del cancro al seno in modo da poter identificare con maggiore precisione chi potrebbe essere a rischio di recidiva e scoprire nuovi modi di trattarli”.
Attualmente i medici possono solo stimare un rischio di ricaduta, basandosi sull’osservazione di caratteristiche come la dimensione e l’aggressività del tumore, l’età del paziente, il tipo di tumore al seno e il tempo trascorso in remissione dall’intervento. Ma attraverso l’analisi genetica, tali previsioni potranno essere molto più precise.
Ad esempio l’individuazione di copie multiple di geni che scatenano il cancro, o aiutano le cellule tumorali a dividersi, rendono due tipi di cancro al seno molto più aggressivi rispetto agli altri,con un’alta probabilità di ricaduta. Nelle donne con la forma più mortale di cancro al seno, chiamata cancro al seno “triplo negativo”, gli scienziati hanno scoperto che hanno un rischio molto più basso di ricaduta, se sopravvivono nei primi cinque anni dopo il trattamento. Mentre per le donne con lo stesso tipo di cancro, ma con geni meno fortunati, il rischio di ricaduta è del 50% più alto dopo 20 anni.
Molti altre analisi sono state condotte su diversi tipi di tumori al seno e gli esperti ritengono che, in molti casi, le ricadute sono dovute al fatto che i pazienti non rispondono bene alla radioterapia, alla chemioterapia e ai farmaci progettati per eradicare le cellule tumorali dal corpo. Queste possono tornare in attività molti anni dopo, causando di nuovo il tumore.
Il test offre alle donne la possibilità di conoscere il rischio di avere un tumore al seno dopo 10, 15 o 20 anni e le loro possibilità di sopravvivere.
Le successive ricerche studieranno le diverse opzioni di trattamento per gli 11 gruppi di cancro al seno che i ricercatori hanno individuato.
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