I social network sono ormai parte integrante della società. Quasi tutti, di tutte le fasce d’età, sono presenti sui numerosi social network e condividono foto, notizie, parlano con amici ecc. Spesso, addirittura esprimono le loro emozioni e ciò che gli passa nella testa in quel determinato momento. Proprio riguardo quest’ultimo fattore, una recente ricerca mostra come analizzare ciò che viene postato da una persona sui social, come per esempio Twitter, può far capire lo stato mentale della persona che scrive, se soffre di qualche particolare patologia mentale ecc.
L’esperta digitale Sharath Chandra Guntuku della School of Medicine dell’Università della Pennsylvania e colleghi hanno deciso di studiare come i tweet sul social possano essere la prova di eventuali sofferenze o problemi mentali di chi li scrive.
Applicando il modello analitico linguistico ai tweet, hanno scoperto che gli utenti che hanno twittato sulla solitudine postano molto più spesso su problemi di salute mentale e cose come problemi di relazione, abuso di sostanze e insonnia. I risultati potrebbero rendere più semplice identificare gli utenti di Twitter che sono e si sentono soli,e fornire supporto per loro, anche se non twittano esplicitamente di sentirsi soli.
“La solitudine può essere un killer lento, poiché alcuni dei problemi medici ad essa associati possono richiedere decenni per manifestarsi”, ha affermato il dott. Guntuku.
“Se siamo in grado di identificare le persone sole e intervenire prima che le condizioni di salute associate ai temi che abbiamo trovato inizino a svilupparsi, abbiamo la possibilità di aiutare molto prima nella loro vita. Potrebbe essere molto potente e avere effetti a lungo termine sulla salute pubblica.” Identificando i temi tipici pubblicati online da persone sole, i ricercatori affermano di aver scoperto alcuni degli ingredienti necessari per costruire un “sistema di previsione della solitudine”.
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