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Ultima Thule: il lontano oggetto cosmico immortalato in altre immagini

La sonda dalla NASA New Horizons, dopo 13 anni e oltre 6 mila km, in data 1 Gennaio 2019 ha avuto il suo primo approccio con un oggetto della fascia di Kuiper conosciuto come Ultima Thule. Al momento dell’incontro, a circa 3.500 km dal corpo, New Horizons non era in contatto con la Terra, dato che la radiotrasmissione impiega circa sei ore, ma era stata precedentemente programmata per trasmettere informazioni sullo stato della sonda e sui dati raccolti.

Tra queste informazioni il dispositivo ha inoltrato ai membri del team due immagini ad alta risoluzione attraverso cui si è potuto risalire alle caratteristiche fisiche e alle dimensioni dell’oggetto. Il corpo celeste è composto da due sfere connesse tra di loro: la prima “Ultima” ha un diametro di 19 km mentre la seconda “Thule” misura 14 km.

 

Altro su Ultima Thule

I ricercatori hanno affermato che le due sfere si sono molto probabilmente unite a causa della formazione del Sistema Solare, con una collisione non più veloce di quella tra due veicoli stradali. Inoltre credono che lo studio di Ultima Thule possa essere utile al fine di comprendere come si siano formati sia i pianeti del nostro sistema che quelli attorno alla Via Lattea.

Dalle immagini si possono dedurre altre informazioni importanti come il colore dell’oggetto, simile agli altri compresi della fascia di Kuiper. Inoltre Ultima Thule non presenta alcun anello o satellite che abbia dimensioni maggiori di 1.6 km, ne alcuna atmosfera. New Horizon continua a trasmettere immagini dei due oggetti, quelle più distanti sono state recepite intorno al 13 Gennaio, dopo che la sonda ha superato un tratto troppo vicino al Sole per poter ottenere delle comunicazioni affidabili.

Le foto ricevute nell’arco di sette ore tra il 31 Dicembre e il 1 Gennaio sono state utilizzate per creare un animazione che potesse aiutare a comprendere il moto di Ultima Thule, che si è rivelato avere una rotazione simile a quella di un’elica. Il team di Scienziati di New Horizon ha dichiarato che utilizzerà le immagini ricevute per poter determinare al meglio la forma tridimensionale dell’oggetto per poter comprendere la sua natura e le use origini.

Giacomo Ampollini

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