Nel XX secolo, le opinioni politiche circa la natura umana hanno contribuito a plasmare le società. Tuttavia, i nuovi pionieri dei nuovi stili di vita e della nuova visione dell’umanità potrebbero essere coloro che determinano la nascita di nuove tecnologie; potrebbero essere proprio i filantropi ad incidere maggiormente sul cambiamento sociale. La loro visione della natura umana può quindi plasmare anche il XXI secolo ed è quindi importante domandarsi cosa essi riescano a scrutare nel cuore dell’umanità.
L’economista Thomas Sowell propose due visioni della natura umana: una visione utopica, che vede le persone come naturalmente buone, corrotte dal mondo che le circonda ma redente dai più saggi; una visione “tragica“, invece, ci vede come intrinsecamente imperfetti, perchè la nostra malattia è l’egoismo. Non esistono soluzioni perfette, solo compromessi imperfetti. A sostenere la visione “tragica” è proprio la scienza. D’altronde, è così che si fa la storia, basti pensare alle grandi rivoluzioni della storia come quella francese, russa e cinese: da visioni e presupposti utopici si è giunti a null’altro che sangue.
Anche i padri fondatori degli Stati Uniti sostenevano la visione tragica. Crearono controlli ed contrappesi per frenare i peggiori impulsi dei leader politici e tuttavia, quando proprio dall’America è partita la “rivoluzione social“, la visione tragica è stata dimenticata. I fondatori sono persone stimate, sulla carte, degne della fiducia del popolo grazie alla loro capacità di porsi in maniera equidistante tra il loro interesse personale e l’interesse pubblico nella realizzazione di questo tipo di reti, stante la grande capacità di queste ultime di avere accesso ad enormi quantità di dati di ogni genere.
Alla fine, che i social abbiano imbracciato una visione “tragica” della realtà umana lo dimostra Facebook, che ora riconosce come assolutamente necessaria una forma di regolamentazione tale da tutelare tutto ciò che c’è di buono nella realtà dei social media. Il miliardario Elon Musk, invece, tende a dilettarsi tra visioni tragiche e utopiche: pensa che la maggior parte dell’umanità in realtà sia buona; sostiene il mercato, non il controllo del governo, proprio perchè è possibile percepire anche il male negli individui.
La visione tragica dell’umanità abbracciata da Musk ci vuole su Marte, nel caso in cui l’egoismo dell’uomo distrugga la Terra. Eppure la sua visione utopica presume che alle persone su Marte potesse essere affidata la democrazia diretta, cosa che i padri fondatori dell’America temevano. Un altro grande filantropo del nostro tempo, Bill Gates, si rifà alla visione tragica e cerca di creare un mondo migliore entro i limiti di fruizione dell’umanità: Gates riconosce l’esistenza di un interesse personale e supporta i premi del mercato, che possono aiutarci a comportarci meglio. Eppure, crede che il “capitalismo creativo” possa legare l’interesse personale al nostro desiderio innato di aiutare gli altri, a vantaggio di tutti.
Visioni, quindi, poste giusto nel mezzo. Il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche aveva avvertito che coloro che combattono i mostri devono stare attenti a non diventare essi stessi mostri. E aveva ragione. Le persone che credono nel male hanno maggiori probabilità di demonizzare, disumanizzare e punire i trasgressori; è più probabile che sostengano la violenza prima e dopo la trasgressione perpetrata da un altro. Sentono che la violenza redentrice può sradicare il male e salvare il mondo. Chi crede nel male è maggiormente portato a sostenere pratiche come la tortura, l’uccisione dei terroristi e la detenzione di armi nucleari da parte della nazioni.
Chi vede il male rischia quindi di avallare soluzioni coercitive. Coloro che credono nel male hanno meno probabilità di pensare profondamente al motivo per cui le persone agiscono in un certo modo ed è anche meno probabile che esse riflettano sul modo in cui le situazioni influenzano le azioni delle persone. Due anni dopo l’11 settembre, Peter Thiel, cofondatore di PayPal, ha fondato Palantir. Questa azienda si occupa di software in grado di analizzare set di big data, aiutando le aziende a combattere le frodi e il governo degli Stati Uniti a combattere la criminalità. Palantir, però, non aspetta solo che le persone commettano crimini: ha brevettato un “sistema di previsione del rischio di criminalità” per prevedere i crimini e ha sperimentato il concetto di “polizia predittiva“, sollevando molte preoccupazioni.
Palantir ha certamente bisogno di vincoli, come sottolinea Alex Karp, CEO di Palantir. Dev’essere il potere giudiziario a porre controlli e compromessi sull’attuazione della tecnologia di Palantir; l’uso del software di Palantir dovrebbe essere deciso dalla società in un dibattito aperto, piuttosto che dagli ingegneri della Silicon Valley. Tuttavia, Thiel cita il filosofo Leo Strauss, secondo cui “l’America deve in parte la sua grandezza alla sua occasionale deviazione dai principi di libertà e giustizia“.
Vedere il male dopo l’11 settembre ha portato i tecnologi e i governi ad aumentare considerevolmente il grado di controllo e sorveglianza sulla società. Ciò includeva l’utilizzo del sistema informatico XKEYSCORE, precedentemente segreto, utilizzato dalla US National Security Agency per raccogliere i dati Internet delle persone, e collegato a Palantir. Il popolo americano ha tuttavia rifiutato questo approccio, ma risulta evidente che le visioni tragiche comportano dei rischi: la libertà può essere infatti limitata in modo in maniera coercitiva, senza gli adeguati contrappesi.
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