Avi Loeb ha pubblicato più di 700 opere teoriche sui fenomeni astrofisici e, fino ad ora, si era interessato in particolare ai buchi neri e alla nascita delle prime stelle. Ultimamente si è dedicato allo studio della vita e dell’intelligenza oltre la Terra, un argomento sul quale sta scrivendo un libro. Questo scienziato di 57 anni dirige nientemeno che l’Istituto di Astronomia dell’Università di Harvard.
È una delle domande più importanti dell’umanità. Sin da quando era piccolo, a Loeb interessano le domande di base e la più fondamentale è se siamo soli nell’universo. Se incontriamo altri esseri intelligenti, ciò cambierebbe radicalmente l’immagine di chi siamo, di ciò che rappresentiamo.
Inoltre, le intelligenze extraterrestri potrebbero moltiplicare le nostre conoscenze in modi impossibili da quantificare. Sarebbe come se una persona del Medioevo venisse catapultata nel XXI secolo. Il nostro orizzonte è stato esteso nel corso della storia, dall’individuo alla famiglia, poi al clan e poi al paese. Più tardi abbiamo scoperto altri continenti in cui vivevano anche gli esseri umani. Se ora troviamo altre creature al di fuori della Terra, saremmo prima dell’estensione finale del nostro orizzonte.
Immaginiamo creature simili a noi, ma molto probabilmente sono totalmente differenti. E potremmo non trovarci direttamente con altre forme di vita, ma solo con i loro artefatti. La vita, o almeno la vita sulla Terra, non è fatta per il viaggio interstellare. La radiazione cosmica sarà un enorme problema anche in un viaggio così breve come andare su Marte.
Le civiltà siano molto effimere. In altre parole: non sono molto attenti con il loro pianeta e, alla fine, finiscono per distruggere se stesse o attraverso le guerre nucleari, dagli effetti delle loro azioni sul clima o dalla distruzione del loro ambiente.
Se si chiede allo scienziato dell’ipotesi che i primi extraterrestri siano già qui, risponde: “Sì. Il 19 ottobre 2017, il telescopio Pan-STARRS delle Hawaii ha registrato un oggetto estraneo nel cielo. Si muoveva così velocemente che poteva venire solo da qualche parte al di fuori del sistema solare. È la prima visita che ci viene dallo spazio esterno di cui abbiamo conoscenza. Fu battezzato con il nome di Oumuamua“.
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