Recentemente un gruppo di scienziati, preoccupati per le disastrose conseguenze che potrebbe avere l’innalzamento del mare, hanno effettuato nuove ricerche in Antartide. I ricercatori hanno infatti scafato fino a 2 km di profondità nella calotta glaciale, per scoprire qual è il rischio del suo scioglimento nell’oceano.
Lo scavo record di 2 km è stato eseguito da un team di 11 persone, che hanno raggiunto i sedimenti al di sotto del ghiaccio, per la prima volta. In questa straordinaria impresa i ricercatori stanno cercando di capire quanto tempo abbiamo prima che molte città e interi stati vengano sommersi. Secondo diverse stime infatti, lo scioglimento di un intera calotta in queste zone, provocherà un innalzamento dei livelli del mare fino a 6 metri.
La squadra, diretta dal dott, Keith Makinson, oceanografo fisico del British Antarctic Survey, ha eseguito lo scavo sul Rutford Ice Stream. Si tratta di uno dei canali che drenano la calotta occidentale dell’Antartico.
Nella loro ricerca quello che stanno cercando di individuare è quanto il sedimento presente sotto i ghiacciai, possa essere scivoloso, e quindi quanto velocemente i ghiacciai potrebbero “scivolare” dall’interno del continente verso la costa. Sapendo inoltre che le acque più calde degli oceani, stanno sciogliendo i ghiacci costieri del continente, questo studio permetterà di determinare il futuro innalzamento dei livelli del mare, in questa zona dell’Antartide.
Per ottenere i dati scientifici sui sedimenti, i ricercatori hanno inserito e alimentato gli strumenti nel foro, a 2 km di profondità. Misurando la temperatura del ghiaccio, la pressione dell’acqua e la deformazione del ghiaccio, hanno potuto raccogliere maggiori informazioni circa la catastrofica accelerazione di fusione dei ghiacci.
Il dott. Andy Smith, a capo della ricerca, ha dichiarato: “Ho aspettato questo momento per molto tempo e sono lieto che finalmente abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Ci sono lacune nella nostra conoscenza di ciò che sta accadendo nell’Antartide occidentale e studiando l’area in cui il ghiaccio si trova su sedimenti morbidi possiamo capire meglio come questa regione potrebbe cambiare in futuro e contribuire all’innalzamento globale del livello del mare.”
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