Foto di Jacob Granneman su Unsplash
Julian Shapiro, un giovane studente di 17 anni, ha fatto una scoperta che potrebbe riscrivere alcune pagine della cosmologia moderna. Durante una ricerca sugli echi di luce delle supernovae, ha individuato un bagliore proveniente da un buco nero dormiente. L’oggetto celeste in questione è talmente grande da essere paragonabile al doppio della Via Lattea.
Shapiro, che studia alla Dalton School di New York, non è nuovo al mondo dell’astronomia. Nonostante la giovane età, ha già ricevuto numerosi riconoscimenti nel settore e tiene conferenze a livello internazionalle.
Quando un buco nero smette di inghiottire materia attivamente, il materiale circostante rimane comunque influenzato dalla sua energia. Questa interazione può lasciare tracce luminose che gli scienziati chiamano “echi di luce”. In parole semplici, è come se il buco nero lasciasse dietro di sé un’impronta luminosa nel cosmo, visibile anche molto tempo dopo il suo periodo di attività intensa.
Utilizzando le misurazioni del Southern African Large Telescope, Shapiro ha individuato livelli elevati di ossigeno e zolfo ionizzato nella regione osservata, segnali che confermano la presenza di un’eco luminosa.
Secondo le stime di Shapiro, l’eco luminosa rilevata si estende per una dimensione pari a 1,5-2 volte la larghezza della Via Lattea. Se confermata, questa scoperta rappresenterebbe una delle più imponenti mai fatte in relazione ai buchi neri dormienti.
I dati suggeriscono che il buco nero un tempo emettesse radiazioni talmente intense da ionizzare il gas circostante, rendendolo visibile ancora oggi. Questa osservazione potrebbe offrire nuove prospettive sulla vita e la morte dei buchi neri supermassicci.
Sasha Plavin, ricercatrice presso l’Università di Harvard ed esperta in buchi neri, ha elogiato il lavoro di Shapiro.
“L’analisi di queste immagini è stata condotta con grande precisione. Gli echi di luce rappresentano una risorsa importante per studiare gli eventi galattici più estremi”, ha dichiarato.
L’interesse ora è rivolto alla comparazione di questa eco luminosa con altre già note, per comprendere se si sia formata più rapidamente o più lentamente rispetto agli esempi precedenti.
Shapiro ha dimostrato che la curiosità e la determinazione possono portare anche i più giovani a lasciare un segno nella scienza. La sua scoperta potrebbe aprire nuove strade nello studio dei buchi neri e nella comprensione dell’universo.
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