Foto di Thomas Bock da Pixabay
Dopo oltre un decennio di studi, un team di ricercatori della Macquarie University in Australia ha raggiunto un traguardo significativo nella creazione della vita sintetica. Gli scienziati sono riusciti a ricostruire il cromosoma sintetico del lievito Saccharomyces cerevisiae, aprendo nuove possibilità per l’ingegneria genetica.
Questa ricerca rappresenta il primo caso di genoma eucariotico sintetico completo, un progresso che segue i successi ottenuti con organismi batterici più semplici. Questo passo avanti potrebbe rivoluzionare la produzione di alimenti, farmaci e materiali sostenibili.
Il lievito è stato scelto come organismo modello per dimostrare la possibilità di creare organismi più resistenti alle variazioni climatiche e alle malattie. La ricerca ha dimostrato che è possibile ricodificare completamente le cellule di lievito viventi, anche se il processo richiede ulteriori sviluppi.
Il progetto Sc2.0, di cui questa ricerca fa parte, non si limita alla biologia del lievito, ma ha implicazioni più ampie per il settore della biofabbricazione e della genetica applicata.
Per ottenere questo risultato, gli scienziati hanno impiegato avanzate tecniche di editing genetico, tra cui CRISPR, per correggere errori e perfezionare il cromosoma sintetico chiamato SynXVI. Tra le sfide affrontate, una delle più importanti è stata quella di garantire il corretto funzionamento del DNA sintetico all’interno della cellula ospite.
Inoltre, il team ha studiato l’effetto del posizionamento dei marcatori genetici, essenziali per monitorare il comportamento del DNA sintetico. Un posizionamento errato avrebbe potuto compromettere il funzionamento delle cellule.
Il successo di questa ricerca apre nuove strade nella biofabbricazione sostenibile, con applicazioni che spaziano dalla produzione di farmaci innovativi alla creazione di materiali più efficienti e resistenti.
Secondo gli esperti, il genoma sintetico del lievito rappresenta un salto di qualità nella capacità di progettare e controllare la biologia. Il prossimo passo sarà l’applicazione di questi principi a organismi più complessi, con potenziali benefici per l’industria alimentare, farmaceutica e ambientale.
Il risultato ottenuto dalla Macquarie University segna un punto di svolta nella biologia sintetica. Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare, questa scoperta rappresenta una solida base per future innovazioni nel campo della genetica e dell’ingegneria biologica. Con il progresso delle tecnologie di editing genetico, il futuro della vita sintetica potrebbe essere più vicino di quanto immaginiamo.
Foto di Thomas Bock da Pixabay
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