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Un premio da due milioni di dollari per una nuova pelle robotica

Una ricerca condotta dalla “Yale School of Engineering & Applied Science” ha rivelato la possibilità di costruire una pelle artificiale adattabile per ogni scopo. La scoperta, avvenuta nel laboratorio della professoressa Rebecca Kramer-Bottiglio, è un grande aiuto per tutti gli sviluppatori di robotica. Con questa pelle si potrà attribuire un’identità diversa, particolare e unica a tutti i nuovi robot.

La pelle non è stata creata con una particolare forma ma pensando alla sua multipla adattabilità in modo da essere usata in chirurgia, per dispositivi elettronici indossabili e ogni fantasia.

Piccola sezione della pelle artificiale

 

 

La creazione e gli usi

La pelle è realizzata con sensori e attuatori particolari sviluppati appositamente dal team e fogli elastici, questi ultimi sono il vero segreto della sua adattabilità. Una volta inserita su qualunque oggetto si unisce direttamente ad esso e se è in grado di muoversi, lei si muove con lui. Funziona esattamente allo stesso modo della nostra pelle: quando noi corriamo anche lei “corre” con noi, questa è solamente artificiale. Esattamente come nel corpo umano non si nota la differenza tra questa e scheletro e muscoli.

Grazie alla sua adattabilità la pelle può essere tolta da un oggetto e messa direttamente su un altro e funziona alla perfezione anche sul secondo oggetto, senza necessità di riposo, neanche se l’oggetto è di forma diversa o effettua movimenti completamente differenti dal primo.

Usando più di una pelle contemporaneamente sullo stesso oggetto possiamo creare movimenti complessi, quei movimenti tipici ad esempio del ballo. Le tre prove realizzate in laboratorio: un cilindro che si muove come un bruco, una “maglietta” per correggere la postura e un braccio robotico.

Per la scoperta, dice la professoressa, dobbiamo ringraziare la NASA che un paio di anni fa mise un concorso per robot leggeri. Grazie a questa collaborazione la pelle robotica potrebbe essere usata dagli astronauti ad esempio per mandare un robot su Marte in grado di muoversi liberamente senza difficoltà nel ruvido terreno.

Inventare qualcosa di sconosciuto per scopi ancora sconosciuti è stata la vera difficoltà del progetto. E’ infatti l’adattabilità ciò che la rende unica rispetto alle altre pelli artificiali inventate.

Non si può negare a priori che la pelle potrebbe anche essere usata per creare degli assistenti robotici dall’aspetto del tutto umano, punto che ricorda l’evoluzione de “L’uomo bicentenario”. Adesso l’obiettivo del gruppo di ricerca è creare i sensori 3D e migliorare le sue proprietà.

Silvia Sanna

Sono una studentessa di ingegneria informatica e avendo studiato alle superiori lingue conosco bene lo spagnolo, l'inglese e discretamente il tedesco. Come vedete dalla mia pagina Instagram mi piace scattare foto ai paesaggi che visito e condividerle con gli altri, soprattutto della mia bella Sardegna. Scrivo articoli di tecnologia e scienza perché mi piace divulgare le conoscenze e informarmi di più sulle notizie che leggo e condividerle con i miei lettori. Nel tempo libero mi piace fare dei piccoli progetti elettronici.

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