Foto di Alan Frijns da Pixabay
Per decenni, gli scienziati hanno creduto che la caratteristica tonalità rossa di Marte fosse il risultato di un’ossidazione a secco, avvenuta dopo che l’acqua era scomparsa dalla sua superficie. Tuttavia, una recente ricerca pubblicata su Nature Communications suggerisce un’ipotesi completamente diversa: la ruggine marziana si sarebbe formata proprio in presenza d’acqua.
La teoria classica attribuiva la colorazione del pianeta alla presenza di ematite, un minerale ferroso che si ossida in ambienti aridi. Ma lo studio guidato dal geologo Adomas Valantinas della Brown University ha identificato un altro protagonista: la ferridrite. Questo minerale si forma rapidamente in ambienti umidi e freddi, condizioni che Marte avrebbe avuto miliardi di anni fa.
Utilizzando analisi spettroscopiche e test di laboratorio, i ricercatori hanno scoperto che la ferridrite, mescolata al basalto, corrisponde meglio alla composizione della polvere marziana rispetto all’ematite. Questa scoperta implica che Marte abbia iniziato a ossidarsi molto prima del previsto, quando ancora ospitava acqua liquida sulla sua superficie.
Per verificare questa ipotesi, il team ha frantumato vari minerali di ferro ossidato, creando una polvere con caratteristiche simili a quelle marziane. Le analisi hanno rivelato che la ferridrite, anziché l’ematite, è il miglior candidato per spiegare la ruggine di Marte. Questo suggerisce che il pianeta fosse ancora umido quando il ferro ha iniziato a ossidarsi.
Questa scoperta potrebbe ridefinire la nostra comprensione della storia del Pianeta Rosso. Se l’ossidazione è avvenuta in presenza d’acqua, significa che Marte potrebbe essere stato abitabile più a lungo del previsto. Inoltre, quando le missioni spaziali riporteranno campioni marziani sulla Terra, potremo misurare esattamente la presenza di ferridrite e comprendere meglio il passato climatico del pianeta.
“Marte rimane il Pianeta Rosso, ma il motivo per cui lo è stato finora frainteso”,
conclude Valantinas. Questa nuova teoria apre la porta a nuove domande su quando e come Marte ha perso la sua acqua e, forse, la sua capacità di ospitare la vita.
Foto di Alan Frijns da Pixabay
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