Quando, e se, un giorno la nostra civiltà così come la conosciamo dovesse giungere al suo termine, non sappiamo cosa ne resterà e se ne resterà qualcosa. A seconda di quale sarà il modo in cui il mondo che noi conosciamo finirà, potrebbero rimanere delle tracce del nostro passaggio sulla Terra, oppure no. Per assicurarsi che qualcosa di noi rimanga, un team di ricercatori ha costruito una sorta di scatola nera della civiltà umana.
Si tratta di una scatola enorme e indistruttibile che registrerà dati scientifici per fornire alle civiltà future un’idea di com’era la nostra civiltà e del modo in cui questa è stata portata alla rovina e quali sono stati gli eventi che ne hanno decretato la fine.
Questo è il progetto Earth’s Black Box, che prevede un immenso monolite d’acciaio installato in un angolo sperduto e remoto della Tasmania. Il concetto è quello delle scatole nere progettate per gli aerei, in grado di sopravvivere ad eventuali incidenti per poter fornire agli investigatori i dati necessari per comprendere quali sono gli eventi che hanno portato al disastro.
Il progetto è nato dalla collaborazione tra un team di ricercatori dell’Università della Tasmania, l’agenzia di marketing Clemenger BBDO e l’agenzia creativa The Glue Society. La scatola registrerà alcuni dati climatici come i livelli di CO2 atmosferica, le temperature del mare e i livelli di consumo energetico.
Inoltre raccoglierà anche informazioni relativi agli avvenimenti storici come i titoli di notizie e i post sui social media. Questo fornirà un’ulteriore contestualizzazione dei dati registrati dalla scatola nera.
Il direttore creativo ed esecutivo di Clemenger BBDO, Jim Curtis, ha spiegato il perché della registrazione dei dati climatici. Secondo Curtis “l’idea è che se la Terra andrà in crash a causa del cambiamento climatico, questo dispositivo di registrazione indistruttibile sarà lì per chi è rimasto a imparare da questo”.
Per sopravvivere ad eventuali catastrofi che potrebbero spazzare via la nostra civiltà, la scatola sarà realizzata in acciaio spesso più di 7,5 cm e a sbalzo in granito. All’interno sarà custodito un sistema di unità di archiviazione dati connesse ad internet e alimentate da pannelli solari, che saranno posti sul tetto della scatola.
Ora per i ricercatori il dilemma è capire come far si che un’eventuale civiltà futura possa utilizzare la scatola nera e accedere alle sue informazioni. Il rischio secondo i ricercatori è che l’immensa e monolitica scatola nera possa diventare per le civiltà future, quello che per noi sono i Mohai dell’Isola di Pasqua o i monoliti di Stonehenge, ossia un vero mistero.
Ph, Credit: Earth’s Black Box
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