Dal sottosuolo della capitale continuano ad emergere reperti che appartengono al suo grande passato e alla sua storia millenaria. Durante degli scavi dell’Italgas per la sostituzione di alcune tubature infatti, la Soprintendenza Speciale di Roma, in assistenza archeologica agli scavi, ha rinvenuto un importante reperto che appartiene all’epoca medioevale della città eterna. Si tratta quindi di un nuovo scheletro ritrovato nel cuore suburbano della Capitale.
In questi scavi, in Via del Governo Vecchio, sono stati rinvenuti i resti di due sepolture. Per la loro forma e caratteristiche, appare chiaro che si tratti di sepolture di epoca medioevale. La prima delle due tombe risulta essere profondamente danneggiata dalle infrastrutture urbane, come scarichi e condutture del gas. Si tratta di una struttura edificata in laterizio, con mura perimetrali e tramezzi interni.
Al suo interno sono stati ritrovati gli scheletri di due adulti, conservati solo parzialmente. Dall’analisi degli scheletri si è stabilito che le sepolture appartengono ad una donna di 25/30 anni e ad un uomo di 30/40 anni. Tra le mani della donna è stata ritrovata una conchiglia, una capasanta (Pecten jacobaeus), il simbolo dei pellegrini che intraprendono il cammino di Compostela, nel Medioevo come ancora oggi.
La conchiglia ritrovata nello scavo, presenta infatti due fori usati per passarla nel laccio che formava quella che era la collana dei pellegrini, inizialmente di Compostela e poi esteso a tutti i pellegrini. È dunque certo che si tratti della tomba di una pellegrina, giunta nella città del Papa dopo il suo lungo viaggio. Accanto allo scheletro della pellegrina è stata trovata anche una moneta in bronzo che daterebbe la sepoltura tra la fine dell’XI e il XII.
A parte la conchiglia, la moneta ed altri frammenti di conchiglie, non è stato possibile individuare altri reperti nella struttura danneggiata dalle opere moderne. Ma sotto di esse, gli archeologi della Soprintendenza Speciale, hanno ritrovato degli ossari coperti da tegole di epoca romana, risalenti al periodo dell’imperatore Traiano (come dimostrano i bolli trovati su di esse), riutilizzati in epoca successiva per le sepolture.
Il secondo sito portato alla luce negli scavi di Via del Governo Vecchio, è invece il resto di un complesso cimiteriale, addossato ad un grande muro in laterizio che risulta essere analogo alle strutture rinvenute all’interno all’Oratorio dei Filippini del Borromini.
Le sepolture ritrovate nelle due aree sono tutte riconducibili all’epoca medioevale ed il ritrovamento della conchiglia della pellegrina e di altre conchiglie nella seconda zona cimiteriale, lasciano credere che si sia trattato di un cimitero per i pellegrini, posto su una delle vie importanti per il pellegrinaggio, ovvero la Via Papalis, quella che conduceva da San Giovanni (allora sede papale) a S. Pietro.
Probabilmente il complesso era collegato alla chiesa medioevale di Santa Cecilia a Monte Giordano, costruita agli inizi del 1100 e demolita alla metà del ‘600 per far posto all’Oratorio dei Filippini.
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