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Uragani: il futuro delle previsioni è nei droni aerei e navali

Per la previsione accurata degli uragani e della loro potenza, potrebbero essere i droni leggeri il segreto per poter prevenire danni e morti dovuti a questi eventi catastrofici. I droni potrebbero infatti essere in grado di esplorare alcune delle parti più violente di un uragano e di inviare dati in tempo reale. Ad essi si potrebbe aggiungere anche una nuova tecnologia satellitare che offre ai meteorologi una visione migliore delle tempeste dall’alto.

 

L’importanza di avere previsioni più accurate per gli uragani

Avere una nuova tecnologia, più efficace, per prevedere eventi come gli uragani, potrebbe infatti salvare molte vite. Ad esempio le previsioni altalenanti e le evacuazioni ritardate per l’uragano Ian, potrebbero aver contribuito alle morti causate in Florida dalla tempesta. Ci si è quindi resi conto che una maggiore accuratezza nelle previsioni potrebbe fare la differenza.

Previsioni più accurate saranno sempre più importanti anche a causa del cambiamento climatico, che rende gli uragani più intensi e più umidi, che subiscono una rapida intensificazione, come è accaduto per Ian poco prima del suo devastante arrivo sulla terraferma.

I sistemi di monitoraggio odierni sono abbastanza precisi nel prevedere la rotta di una tempesta, ma faticano ad anticipare i cambiamenti di intensità degli uragani e delle tempeste. Per migliorare le previsioni, in particolare sull’intensità, gli scienziati hanno bisogno di maggiori informazioni sul nucleo interno e mortale degli uragani. Si tratta di una zona relativamente piccola, che attualmente sono in genere campionati da aerei Hurricane Hunter pilotati da esseri umani.

 

I droni non temono le tempeste

Recentemente sono stati invece inviati all’interno degli uragani, droni aerei e marittimi senza equipaggio che hanno trasmesso dati e video in tempo reale dall’interno di queste violente tempeste, comprese le aree vietate, per ovvi motivi, ai piloti di Hurrican Hunter.

I droni per lo studio delle tempeste sono integrati con satelliti avanzati e un nuovo modello di previsione degli uragani che la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) intende adottare già il prossimo anno.

La NOAA ha già iniziato a lanciare e testare i suoi droni. Un drone aereo da poco più di 12 kg è stato infatti inviato all’interno dell’uragano Ian. Il drone, chiamato Altius, è stato inviato nell’occhio della tempesta e ha osservato anche la parete dell’uragano che ha devastato la florida qualche giorno fa.

Altius ha trascorso due ore nell’inferno di vento “ad acquisire misurazioni critiche per comprendere questi complessi sistemi di tempesta“, secondo quanto affermato dalla NOAA. Il drone da 2,5 metri è stato rilasciato da “Kermit”, uno dei tre velivoli Hurricane Hunter della NOAA, con cui era in grado di comunicare anche a 160 km di distanza, tenendo così i piloti umani fuori pericolo.

 

Droni aerei e marittimi per studiare gli uragani nel loro insieme

L’anno scorso, la NOAA ha utilizzato anche dei “Saildrones”, ovvero delle navi di superficie in grado di infiltrarsi negli uragani quando ancora sono nell’oceano e valutare l’intensità della tempesta. L’obiettivo di questi droni è quello di raccogliere dati nell’interfaccia aria-mare, al fine di saperne di più su come una tempesta sta assorbendo calore e umidità dall’oceano. In questo modo potremmo avere previsioni più accurate su quella che sarà l’intensità che l’uragano potrà raggiungere.

L’ultima generazione di droni della NOAA è davvero molto avanzata ed è in grado di fornire visualizzazioni in tempo reale del cambio di rotta e di intensità di un uragano. Al momento le piattaforme dei droni sono ancora in fase di valutazione per quanto riguarda l’affidabilità dei loro dati.

In particolare per le previsioni sull’intensità delle tempeste, la NOAA ha sviluppato un nuovo sistema noto come HAFS, un sistema di analisi e previsione degli uragani, che spera di implementare la prossima primavera. Come spiega NOAA, HAFS “fornirà un’analisi operativa e previsioni per sette giorni” e consentirà agli scienziati “di vedere più tempeste contemporaneamente per capire come interagiscono”.

Foto di WikiImages da Pixabay

Valeria Magliani

Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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