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Utensili Oldovaiani ritrovati in Algeria gettano nuova luce sull’evoluzione umana

La scoperta di alcuni antichi utensili in pietra in Algeria, potrebbe far perdere alla parte orientale dell’Africa, il titolo di “culla dell’umanità”. Potrebbero anche portarci a dover riconsiderare la storia dell’evoluzione umana.

Secondo la ricerca pubblicata sulla rivista Science, questi ritrovamenti confermerebbero infatti l’esistenza della vita umana nel Nord Africa già 2,4 milioni di anni fa, ovvero 600.000 anni prima di quello che fino ad ora si credeva. Questo può significare due cose: o i primi ominidi si espansero rapidamente dalla loro terra d’origine dell’Africa orientale o che gli umani emersero simultaneamente in una vasta regione del continente.

 

I ritrovamenti del sito di Ain Boucherit e le teorie sulle origini di questi ominidi

Nel sito di Ain Boucherit, nel nord-est dell’Algeria, gli scavi sono in corso dal 1992. Proprio quest’anno gli archeologi hanno scoperto un’antica specie di ominidi, molto intelligente, nonostante il cervello non più grande di un’arancia. Questo potrebbe portare a riconsiderare le teorie sull’evoluzione umana e del nostro cervello e sull’archeologia dell’Africa.

In questi siti sono stati ritrovati utensili Olduvaiani. I ricercatori li hanno trovati accanto ad ossa di animali fossilizzate, con segni di tagli e lacerazioni. Tutto questo potrebbe indicare che le popolazioni che abitavano il Nord Africa, costruivano strumenti simili alle popolazioni orientali e che mangiavano carne, già 2,4 milioni di anni fa. Le scoperte sono state fatte in due strati distinti di terreno, uno risalente a 2,4 milioni di anni fa e l’altro a 1,9 milioni di anni fa.

Una prima ipotesi potrebbe essere una rapida espansione delle popolazioni dall’Africa orientale verso il Nord ed in altre regioni, si sarebbero originate e subito sparse circa 2,4/2,6 milioni di anni fa. L’altra ipotesi invece, potrebbe essere la simultanea origine di diversi gruppi di ominidi, sufficientemente abili da creare utensili, nelle diverse zone del continente africano.

A guidare la ricerca il prof. Mohamed Sahnouni, del centro di Centro nazionale di ricerca sull’evoluzione umana in Spagna. Secondo il prof. Sahnouni: “I reperti trovati in Algeria, mostrano che la culla dell’umanità non era limitata solo all’Africa orientale. Piuttosto, l’intero continente africano lo era”.

 

I dubbi sui ritrovamenti

A sollevare dei dubbi sullo studio è l’antropologa Jessica Thompson, della Emory University di Atlanta. La Thompson non ha partecipato alla ricerca, tuttavia rimane perplessa riguardo il fatto che le ossa degli animali presentassero segni di taglio. Secondo lei l’identificazione dei tagli è stata un po’ forzata dai ricercatori, e questi segni potrebbero essere dovuti a processi naturali.

Questa scoperta arriva quando gli scienziati hanno concordato che l’evoluzione umana sta ancora accadendo, e forse più velocemente che mai.

Valeria Magliani

Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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