Una UTI è un’infezione batterica che colpisce le zone dell’uretra e della vescica, causata principalmente quando batteri di vario tipo trovano condizioni positive per moltiplicarsi in quelle zone. Recentemente, gli scienziati hanno sviluppato un nuovo test in grado di diagnosticare le infezioni del tratto urinario in 25 minuti utilizzando una fotocamera per smartphone.
Gli ingegneri biologici dell’Università di Bath hanno sviluppato una tecnologia che identifica la presenza di batteri E. coli nelle UTI batteriche. Quando si trovano batteri dannosi E. coli nelle infezioni del tratto urinario batterico, che si verificano in circa l’80% dei casi, i pazienti vengono generalmente trattati con un ciclo di antibiotici.
Secondo gli scienziati, le cui ricerche sono state pubblicate sulla rivista Biosensors and Bioelectronics, il loro nuovo test è più veloce ed economico rispetto ai test di laboratorio esistenti.
Il test viene eseguito facendo passare un campione di urina su una striscia micro-capillare di plastica increspata, che contiene un anticorpo in grado di rilevare le cellule batteriche di E. coli. Se esso è presente nel campione, gli anticorpi lo legheranno e gli impediranno di passare attraverso la striscia di plastica.
Viene aggiunto un enzima alla striscia che provoca un cambiamento di colore, che può essere catturato e visto semplicemente da una fotocamera su uno smartphone. La concentrazione di E. coli nel campione di urina può quindi essere misurata analizzando la fotografia.
“Il test è piccolo e portatile, quindi ha un grande potenziale per l’uso nelle strutture di assistenza primaria e nei paesi in via di sviluppo”, ha affermato il dott. Nuno Reis, del Dipartimento di Ingegnere Chimico dell’Università di Bath, che ha guidato lo sviluppo del test.
“Attualmente, le infezioni batteriche nelle UTI sono confermate mediante test microbiologici su un campione di urina. È accurato, ma richiede tempo, impiegando diversi giorni. Il Regno Unito e i paesi ricchi hanno visto un grande passaggio alla diagnostica decentralizzata per ridurre il carico sui laboratori nazionali o regionali e fornire ai medici strumenti importanti per effettuare diagnosi informate”, ha affermato lo scienziato. “Guidare di più in questo modo porterà risultati migliori ai pazienti in termini di accelerazione del processo, ma ridurrà anche i costi per gli operatori sanitari.”
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