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I vermi preistorici sono i primi parassiti vissuti sulla Terra

Uno studio riporta che i vermi preistorici, trovati attaccati a molluschi primitivi che vivevano 512 milioni di anni fa, sono i “primi parassiti conosciuti” sulla Terra. I vermi e il loro ospite inconsapevole apparvero poco dopo la cosiddetta “esplosione cambriana”, quando tutti i principali raggruppamenti di animali compaiono nei reperti fossili.

Il mollusco fossile, un brachiopode, che assomigliava ad una vongola, è stato trovato nello Yunnan, in Cina, ed è stato chiamato Neobolus wulongqingensis. I vermi avrebbero intercettato il cibo che il brachiopode stava cercando di prendere nella sua bocca mentre filtrava il plancton e altri piccoli alimenti dall’acqua circostante.

 

I vermi preistorici e la loro comparsa

“I brachiopodi sono stati incrostati con un organismo a tubo nella parte esterna delle loro conchiglie”, ha detto l’autore dello studio specifico e paleontologo di Zhifei Zhang, della Northwest University cinese di Xi’an.

“I brachiopodi incrostati di tubi erano significativamente più piccoli e i tubi erano allineati con le correnti di alimentazione del brachiopodi”, ha spiegato in un articolo. “L’organismo che abita nel tubo era un parassita che riduce l’idoneità del suo ospite rubando il cibo dell’ospite, noto come kleptoparasite.”

I brachiopodi erano alimentatori di filtro che mangiavano plancton e altra materia sospesa sollevando correnti d’acqua verso l’apertura dei loro gusci. Lo hanno fatto battendo ritmicamente le numerose minuscole setole che sporgevano dai bordi dei loro centri morbidi e carnosi. Di solito, ciò consentirebbe loro di filtrare le particelle di cibo dalle piccole correnti, ma i vermi parassiti intercetterebbero un po ‘di questo cibo per se stessi.

“Gli antichi brachiopodi sono stati parassiti da un organismo che probabilmente ha deviato il cibo del brachiopodi su se stesso”, ha spiegato il prof. Zhang. I risultati, ha aggiunto, rappresentano la “relazione parassita-ospite più antica conosciuta fino ad oggi identificata nella documentazione fossile, e ciò può aprire la strada ad ulteriori studi approfonditi”.

 

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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