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Vestito con sensori mostra quante volte le donne sono molestate in una notte

Chi è donna probabilmente lo sa: uscire di notte può essere molto spiacevole, in alcuni casi. Soprattutto in ambienti molto affollati in cui gli uomini approfittano della folla per “involontariamente” fare la cosiddetta “mano morta”. O, addirittura parlando, “accarezzare” le ragazze quando non sono state invitati a farlo.

In alcuni Paessi, è alta la percentuale di donne già molestate in qualche modo alle ballate o altre occasioni di ritrovo. Considerando altri ambienti e contesti, un precedente sondaggio ha rilevato che il 42% di esse ha già subito molestie sessuali. E, oggigiorno, è consuetudine purtroppo sentire notizie di cronaca di donne coinvolte in casi di molestia.  

Per ottenere maggiore attenzione al problema, l’agenzia pubblicitaria Ogilvy e il marchio di bevande Schweppes hanno creato un abito sensibile al tocco che mostra quanto spesso, e con quale intensità, la donna che lo indossa viene toccata, accarezzata, sfiorata. Il pezzo fa parte della campagna The Dress For Respect.

 

L’abito del “rispetto”

Come informa la rivista Quartz, l’abito è dotato di sensori che rilevano tocco e pressione. Le informazioni vengono inviate in tempo reale in modo che possano essere analizzate. Tre donne hanno indossato il vestito una notte e una mappa termica è stata generata mostrando quante volte e in quali punti sono state toccate: di solito, nella parte posteriore dell’anca, della schiena e delle braccia. Dopo circa quattro ore, c’erano non meno di 157 tocchi involontari. 

Nel video che affronta la campagna, le donne vengono mostrate che allontanano gli uomini che le hanno sfiorate o molestate in modo non consensuale. Più tardi, gli uomini stessi vengono intervistati e sono sorpresi nel vedere la quantità di volte in cui il vestito mostra qualcosa di non consentito. 

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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