Per quanto riguarda i viaggi nello spazio, la fantascienza si divide sostanzialmente in due filoni. Ci sono le navi che si muovono alla velocità della luce, o con metodi simili, o a velocità plausibili, ma con l’equipaggio messo in ibernazione. Sembrano entrambe due prospettive poco plausibili eppure in realtà qualcosa si sta muovendo grazie alle varie agenzie spaziali, come l’ESA.
Se la NASA lavora per poter raggiungere Marte in meno di due mesi grazie a un nuovo sistema di propulsione, l’ESA parla apertamente di ibernazione. Poter sfruttare una tecnologia del genere non ha solo benefici in fatto di ridurre il peso del tempo agli astronauti, ma anche ridurre il peso da dover trasportare e rende il tutto più efficiente. Per raggiungere proprio il pianeta rosso, un aspetto in grado di rendere le missioni molto più fattibili.
L’ibernazione terapeutica non è una novità, esiste da oltre quarant’anni e prevede l’uso di farmaci per ridurre il metabolismo corporeo. La tecnologia però che servirebbe per questi viaggi è simile al letargo di molti animali che comunque hanno lo stesso scopo. Andando a ridurre la frequenza cardiaca, quella respiratoria e tutti i processi fisiologici, il corpo ha bisogno di meno energia. Un altro aspetto importante è la perdita del tono muscolare che negli orsi risulta essere molto poco marcato.
Le parole dell’ESA: “L’ibernazione aiuterà effettivamente a proteggere le persone dagli effetti dannosi delle radiazioni durante i viaggi nello spazio profondo. Lontano dal campo magnetico terrestre, i danni causati da particelle ad alta energia possono provocare morte cellulare, malattia da radiazioni o cancro. La strategia ridurrebbe al minimo i livelli di noia, solitudine e aggressività legati alla reclusione in un veicolo spaziale. Oltre a monitorare il consumo di energia e le operazioni autonome, i computer a bordo manterranno le prestazioni ottimali del veicolo spaziale fino a quando l’equipaggio non sarà svegliato.”
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