Lo studio degli esopianeti è una branca molto importante dell’astronomia. Studiare vuol dire capire quanti altri pianeti la fuori nell’universo potrebbe ospitare la vita aliena. Un esopianeta è di fatto un pianeta al di fuori del nostro solare il quale però orbita intorno a un suo sole, punto di partenza fondamentale per garantire una forma di vita, per lo meno come la intendiamo noi. Ovviamente ci sono altri aspetti importanti come determinare la presenza di ossigeno nell’atmosfera dei suddetti. Degli scienziati hanno proprio trovato un modo per rendere più semplice questa analisi.
I ricercatori della UC Riverside hanno sviluppato una nuova tecnica utilizzabile con uno dei telescopi della NASA, il Webb Space Telescope. Quest’ultimo sarà in grado di rilevare un particolare segnale ovvero quello delle molecole di ossigeno che si scontrano. Nel momento in cui viene registrato tale segnale diventa quindi chiara la presenza del gas più importante per la vita.
La dichiarazione di Thomas Fauchez, autore dello studio e in forze al Goddard Space Flight Center della NASA: “Prima del nostro lavoro, si pensava che l’ossigeno a livelli simili a quello sulla Terra non fosse rilevabile con Webb. Questo segnale di ossigeno è noto dai primi anni ’80 dagli studi atmosferici della Terra, ma non è mai stato studiato per la ricerca sugli esopianeti. L’ossigeno è una delle molecole più eccitanti da rilevare a causa del suo legame con la vita, ma non sappiamo se la vita sia l’unica causa dell’ossigeno in un’atmosfera. Questa tecnica ci permetterà di trovare ossigeno nei pianeti sia vivi che morti”.
Il telescopio in questione non è ancora operativo. Il suo lancio partirà soltanto nel 2021 e sarà il primo osservatorio mondiale di scienze spaziali. Riuscirà a scrutare lo spazio come mai prima nella storia dell’uomo.
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