Per come lo conosciamo noi oggi, è difficile anche solo pensare che un tempo Marte ospitasse acqua liquida in fiumi, laghi e stagni. La vita su Marte, un pianeta che riceve solo il 44% della luce solare della Terra, freddo e inospitale, è un concetto davvero difficile da immaginare, eppure un tempo potrebbe essere stata una realtà.
Ci sono infatti numerose prove della presenza, in passato, di acqua sul Pianeta Rosso. Marte un tempo aveva fiumi che scorrevano e laghi di ristagno, tutti gli ingredienti giusti per la vita. Ma, questo gelido ed inospitale pianeta, come poteva essere abbastanza caldo da permettere all’acqua di trovarsi in forma liquida?
Se lo è domandato anche Edwin Kite, assistente professore di scienze geofisiche all’Università di Chicago. Per questo, assieme ai suoi colleghi, ha analizzato la storia del primo Marte, utilizzando i dati del Mars Reconnaissance Orbiter per eseguire alcune analisi forensi sul Pianeta Rosso.
Lo studio, pubblicato Proceedings of the National Academy of Sciences, ricostruisce la storia primitiva di Marte e suggerisce che il merito del riscaldamento di Marte e della presenza di acqua liquida su di esso sia da imputarsi alle sue nuvole marziane. Sarebbero dunque le nuvole ad aver creato il potenziale per la vita su Marte.
Kite infatti era consapevole che, sebbene l’atmosfera di Marte sia composta per il 96% da anidride carbonica e l’anidride carbonica è un noto gas a effetto serra, questo non era sufficiente per far si che ci fosse acqua su Marte. Per questo ha iniziato a cercare altrove, domandandosi che cosa potesse aver riscaldato a tal punto il pianeta.
La sua risposta era letteralmente tra le nuvole. La copertura nuvolosa può infatti raffreddare o riscaldare un pianeta. Nell’atmosfera terrestre ad esempio, le nuvole basse tendono a raffreddare la superficie mentre le nuvole alte tendono a riscaldarla.
Anche su Marte accade lo stesso, solo che ci sono anche nuvole di ghiaccio d’acqua per la maggior parte dell’anno.
Le nuvole di ghiaccio di Marte si trovano nella regione equatoriale, tra circa 9 e 30 chilometri sopra la superficie. Ora queste nuvole forniscono un minore effetto di riscaldamento, ma nell’antica storia del pianeta, quando l’atmosfera di Marte era più consistente, le nuvole di ghiaccio d’acqua avrebbero potuto fornire un significativo riscaldamento.
Per stabilire se ciò sia stato effettivamente possibile, Kite ed il suo team, hanno creato un modello climatico globale di Marte in cui hanno simulato quello che poteva essere l’effetto serra prodotto dalle nuvole di Marte. In questo modo sono riusciti a determinare se fossero state in grado di riscaldare il pianeta sino a temperature in grado di supportare l’acqua liquida sulla sua superficie.
Dal modello è di fatti emerso che l’effetto serra avrebbe prodotto temperature abbastanza calde per far si che ci fosse acqua superficiale su Marte. Una temperatura non sufficiente per la formazione di grandi oceani, ma più adatta a laghi e fiumi più distanti gli uni dagli altri.
Un tempo dunque, vi erano le condizioni adatte per la vita su Marte, con un passato umido e caldo. Ma la perdita atmosferica ha causato rapidi cambiamenti climatici e perdite d’acqua che hanno lasciato il Pianeta Rosso così come lo vediamo oggi: freddo e con un’atmosfera sottile.
Forse il rover Perseverance, con la sua missione di ricerca di tracce di vita su Marte nel Jazero Crater, un antico lago marziano, potrà finalmente svelare se su Marte un tempo esisteva davvero la vita. Per ora sappiamo che nel passato, sull’arido pianeta c’erano tutte le condizione necessarie.
Ph. Credit: NASA / JPL-Caltech
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