La vitamina D, anche conosciuta come vitamina del Sole, è un elemento importante per la salute del nostro corpo. Il nostro corpo è in grado di produrre vitamina D da solo. Tuttavia, un’esposizione regolare e adeguata ai raggi ultravioletti è necessaria per avviare il processo di produzione di questo importante nutriente.
Questa vitamina svolge un ruolo fondamentale per la salute delle ossa, della tiroide e del sistema immunitario. È inoltre un ottimo aiuto per la salute del nostro cuore, per il rafforzamento del sistema immunitario e per il miglioramento dell’umore. È dunque importante che nel nostro corpo vi siano livelli adeguati di vitamina.
Ma se la sua produzione è stimolata dall’esposizione ai raggi solari, come fare durante le brevi e grigie giornate invernali, o quando non è possibile stare all’aperto, ad avere la giusta dose di vitamina D? È sufficiente esporsi al sole attraverso una finestra, magari spostando la scrivania in ufficio? Vediamo cosa ne pensano gli esperti.
Sedersi vicino ad una finestra al sole potrebbe infatti sembrare la soluzione giusta, ma secondo scienziati e ricercatori, potrebbe non essere sufficiente. Ad esempio, come spiega Michael Holick, MD, Ph.D, autore di ricerche fondamentali sulla sintesi della vitamina D e professore di medicina, fisiologia e biofisica presso il centro medico della Boston University, “il vetro della finestra assorbe tutte le radiazioni UVB e non si produce vitamina D”.
Basti pensare che, sempre come afferma Holick, anche l’esposizione diretta al sole non è un modo infallibile per produrla. Anche semplici aspetti come l’uso di una crema con protezione solare e l’ombra (necessari per prevenire altri seri problemi della pelle) possono inficiare sulla capacità di produzione della vitamina D dovuta all’esposizione solare. Devono essere inoltre tenuti in considerazione anche aspetti come la posizione geografica, l’altitudine, la stagione, il tono della pelle, l’ora del giorno e l’età.
Victoria J. Drake, Ph.D. e manager del Micronutrient Information Center presso il Linus Pauling Institute della Oregon State University, ritiene invece che “per molte persone, l’esposizione al sole semplicemente non sarà sufficiente per fornire la vitamina D di cui il corpo ha bisogno. Chiunque usi la protezione solare per proteggersi dagli effetti indesiderati dell’esposizione al sole o trascorre un tempo limitato all’aperto, specialmente sotto il sole estivo di mezzogiorno, potrebbe non riceverne abbastanza”.
Ad esempio una crema solare con un filtro 15 può ridurre la produzione di vitamina D di oltre il 90%. Mentre per le persone con carnagioni più scure, la luce solare è una fonte ancora meno affidabile di questo nutriente, poiché la presenza di melanina riduce naturalmente la sua produzione nella pelle.
Concludendo dunque, sembra che non sia possibile assumere la giusta dose di vitamina D attraverso una finestra e gli esperti concordano sul fatto che non dovremmo comunque fare affidamento sulla luce solare come nostra unica fonte di vitamina D. Bisognerà dunque ricorrere ad altre fonti alternative e di alta qualità di questo nutriente per raggiungere livelli sufficienti, come alcuni cibi e integratori.
Foto di Jill Wellington da Pixabay
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