I cacciatori di alieni affermano di aver trovato prove di attività extraterrestre su Marte in alcune foto ufficiali scattate da uno dei rover della NASA. Le cosiddette “teste aliene” sono state notate in una fotografia in bianco e nero scattata dal rover Mars Curiosity. Il 506esimo giorno della sua missione il rover ha infatti immortalato un campo arido e disseminato di massi e il noto esperto di UFO Scott C. Waring, una volta visionati i fotogrammi, si è detto certo che l’immagine ritragga artefatti alieni.
In una quantomeno bizzarra analisi condivisa sul suo blog UFO Sightings Daily, Waring ha infatti posto l’attenzione su due rocce che crede raffigurino volti alieni e, sebbene a prima vista non sembra esserci nulla di insolito, il teorico della cospirazione pensa che uno dei massi che si vedono nella foto sia in realtà il teschio di una creatura aliena simile ad un drago: “Ho dovuto prima correggere la foto per avere una maggiore definizione dell’immagine. Poi ho aggiunto luminosità e ho scoperto due facce in un angolo della foto. Una è simile ad un drago, mentre l’altra sembra una maschera ed è simile a quella di un essere umano“.
Waring ha poi aggiunto che è possibile notare un naso, una fronte e delle labbra simili a quelli umani, anche se egli sostiene che quelle fattezze non siano umane: “È alieno e questa maschera sembra avere una funzione di qualche tipo. Sembra quasi essere una specie di supereroe e forse lo era“. Secondo Waring, le teste sono entrambe alte quasi un metro e mezzo e potrebbero essere state parte di statue molto più grandi. In alternativa, Waring ha suggerito che potrebbero anche essere appartenute a esseri viventi: “Ma se erano esseri viventi, siamo di fronte ad esseri altissimi. È un peccato che possiamo vederne solo le teste“.
Sfortunatamente, non ci sono prove che la vita sia mai esistita su Marte, certamente non una vita intelligente e sviluppata, anche se alcuni scienziati della NASA ritengono che semplici microbi possano essersi evoluti su Marte miliardi di anni. Ma il Pianeta rosso non ha mai ospitato una specie che avrebbe potuto costruire statue complesse; molto più probabilmente, le scoperte di Waring sono molto probabilmente un prodotto della pareidolia, ossia la tendenza a vedere forme e modelli, come i volti, dove non esistono.
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