Quando si mette nella stessa frase WhatsApp e pagamento, o pubblicità, bisogna sempre stare attenti a come si continua. Ogni giorno salta fuori una notizia che vuole l’applicazione di messaggistica più popolare al mondo tornare ad un modello ad abbonamento, com’era un tempo insomma. È stato millantato un tale cambiamento così tante volte l’allarme che ormai tutta questa storia ha preso una strana piega.
In realtà da quando Facebook ha comprato l’app non c’è mai stato nessun rischio concreto che questo sarebbe successo, ma dal prossimo anno qualcosa in merito potrebbe cambiare. Uno dei vanti di WhatsApp era quella di essere senza pubblicità; un accoppiata vincente grazie al fatto di essere proprio gratuita. Negli scorsi giorni era tornato a parlare il co-fondatore dell’applicazione e il perché si è palesato: l’anno prossimo arriveranno gli annunci pubblicitari mirati.
L’idea di Acton, il sopracitato co-fondatore, era quello di inserire un modello di business che prevedeva un pagamento di una cifra quasi ridicola; si parla veramente di centesimi, ma solo dopo aver consumato una serie di messaggi gratuiti. A Facebook questo modello non convince e sembra preferire lo stesso sistema usato per il social network.
Uno delle critiche che si muove a quest’ultimo è l’uso dei dati privati degli utenti. Questi vengono usati principalmente per mostrare pubblicità dedicate, ma solo il fatto di essere raccolti li rende anche a rischio di furto. In ogni caso, questo sarà il destino di WhatsApp, almeno dall’anno prossimo.
Ecco le parole di Acton dette in tempi non sospetti, quando ancora l’app era a pagamento: “Oggigiorno le aziende sanno letteralmente tutto di te, dei tuoi amici, dei tuoi interessi, e usano tutto per vendere pubblicità. Noi volevamo realizzare qualcosa che non fosse solo un altro centro di smistamento degli annunci. Volevamo trascorrere il nostro tempo costruendo un servizio che le persone volevano utilizzare perché funzionava, risparmiando loro denaro e migliorando le loro vite in un modo semplice.”
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