Quanti di voi sanno cos’è Deepfake? Si tratta di una tecnologia usata per rimpiazzare il viso di qualcuno in un video con un altro a scelta. È banalmente un software che sfrutta l’intelligenza artificiale per creare questa sorta di collage multimediale. Nell’ultimo periodo, si parla di mese, chi bazzica sul web avrà visto molto creazioni del genere, ma sono sempre state qualcosa di distante che solo in pochi potevano effettivamente creare. Bene, recentemente è comparso sul mercato un’applicazione in grado di creare questi contenuti con una facilità disarmante, Zao.
In poco tempo tale applicazione ha scalato la classificazione di download su dispositivi iOS in Cina, attualmente uno mercato in cui è disponibile. Il funzionamento è semplice, chiunque può caricare una immagine dove è presente il proprio volto e l’app lo mapperà e lo copierà. Una volta fatto si può scegliere un video clip e l’app scambierà il nuovo volto sul corpo del protagonista del video. Il risultato è sorprendente e questo fa un po’ spaventare il grande pubblico.
Questa applicazione ha immediatamente scatenato diverse preoccupazioni riguardanti la privacy. Come la famosa app russa che diverse settimane fa era diventata famosa per modificare i volti, FaceApp, anche a questo giro la paura è che i dati biometrici di un individuo vengano poi usati per altri. Secondo una dichiarazione degli sviluppatori i dati raccolti sono utilizzati solo per migliorare l’efficacia dei risultati del cambio di volto.
L’altra preoccupazione è più genere e ha che fare in modo indiretto con l’app. Questa tecnologia esiste e ormai ha raggiunto livelli qualitativi impressionanti e questo potrebbe portare a conseguenza sgradite; ovviamente essendo i video originali in alta qualità il trucco si svela subito, ma con una minore definizione si potrebbe far fatica a scoprirlo. Un video falso potrebbe tranquillamente mettere nei guai una persona, ma c’è anche da dire che esiste la tecnologia per smascherare questo tipo di contraffazioni video. In tanto qua sotto eccovi un esempio.
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