Il passaggio transitorio che ha visto il progressivo abbandono dello standard di trasmissione dei segnali TV in formato analogico a favore dei più moderni sistemi di fruizione digitale avvenuto nel lontano 2012 è stato soltanto una prima avvisaglia di un massivo progetto di innovazione che entro il prossimo 2022 porterà all’introduzione del nuovo sistema di codifica DVB-T2 cui l’Italia dovrà presto adeguarsi.
Si tratta di un sistema di trasmissione per il quali molti produttori TV hanno già provveduto a fornire adeguata implementazione elettronica di decodifica integrata dei segnali ma, ad ogni modo, sono in molti a chiedersi che cosa effettivamente succederà nel momento in cui il piano varato nella recente Legge di Bilancio 2018 verrà posto in essere scatenando il cosiddetto switch-off.
Che cosa accadrà nel momento in cui verrà adottato il nuovo standard unico? Il nostro televisore non riceverà più il segnale? Dovremo acquistare un decoder a parte? Vediamo di andare con ordine e chiarire meglio i termini della questione esaminando da vicino il nuovo standard.
Con DVB-T2 si intende indicare il sistema Digital Video Broadcasting Television di seconda generazione. Un sistema che seguita quello del 2012, dal quale riprende le forme migliorandone la sostanza sotto il profilo della qualità, della stabilità e quindi della gestione della frequenza di trasmissione del segnale.
L’adozione del nuovo standard ed i cambiamenti direttamente indotti dalla sua implementazione si legano al contesto della gestione delle frequenze che, in una prima fase iniziale, avevano visto un progetto la cui portante a 700MHz doveva traslare direttamente nel contesto dei servizi di telefonia mobile 4G LTE e 5G ultra broadband mobile di prossima generazione.
Il progetto “banda 700” è stato finalizzato e prenderà il via a partire dal prossimo anno completandosi, così come indicato dal Testo della Finanziaria 2018 diffuso nel corso di queste ultime ore, entro il prossimo 2022 seguendo un iter che ricalca appieno quello già visto ed affrontato nella fase di passaggio analogico-digitale, ovvero con un adeguamento progressivo che interesserà man mano tutte le regioni del Bel Paese.
“L’AGCOM dovrà prevedere un nuovo piano di assegnazione delle frequenze entro il 31 maggio del 2018”
Il progetto, quindi, camminerà di pari passo al futuro sviluppo delle tecnologie di rete mobile next-gen con particolare riferimento ai network ed alle infrastrutture mobile di quinta generazione, così come indicato nell’articolo numero 89 del testo che titola “Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G”, in cui si discute appunto della normativa che regolerà le varie fasi transitorie e le tempistiche di concessione delle nuove modalità di fruizione televisive.
In particolar mondo, quindi, il passaggio al nuovo standard TV Digitale Terrestre renderà obsolete le apparecchiature attuali, che non potranno chiaramente offrire adeguato supporto al nuovo sistema di trasmissione digitale. Gli utenti, quindi, dovranno provvedere all’acquisto di un apposito sistema esterno di decodifica del segnale aggiornato o di un televisore che offra una piattaforma integrata di ricezione di ultima generazione.
Secondo quanto stabilito dai termini della manovra, inoltre, è stato previsto anche lo stanziamento di €100 milioni di euro quale contributo alle famiglie per acquistare i nuovi apparecchi, e dunque sono da prevedersi assegnazioni per €25 milioni di euro da corrispondersi ad ognuno degli esercizi finanziari del periodo 2019-2022.
Voi che cosa ne pensate di questa nuova manovra? Avete già fatto i conti con il fatto che da qui a 5 anni il vostro televisore diventerà obsoleto se non omologato alla ricezione dei nuovi segnali digitali? Consultate sempre la scheda tecnica del prodotto che vi accingete ad acquistare al fine di verificare a priori la compatibilità con il sistema DVB-T2. Lasciateci pure un vostro personale commento al riguardo.
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