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Recensione Back 4 Blood: l’ottimo successore di Left 4 Dead

Back 4 Blood è uno sparatutto cooperativo a tema zombie, sviluppato da Turtle Rock Studios e pubblicato da Warner Bros, ritenuto il seguito spirituale di Left 4 Dead, titolo dello stesso genere realizzato dagli stessi sviluppatori oltre 13 anni fa. Acquistabile per tutte le console, oltre che PC, ad un prezzo di listino di 69 euro, propone un’esperienza molto simile all’originale, ma con importanti migliorie grafiche e di gameplay.

 

Trama

La trama dell’intera esperienza di Back 4 Blood si articola in un mondo colpito ed affondato da un’orda di zombie, in grado di decimare la popolazione, obbligando i restanti a combattere per la propria sopravvivenza (in stile The Walking Dead per intendersi). La causa di tutto questo male è individuata nel cosiddetto Verme del Diavolo, un parassita che colpisce la maggior parte degli esseri umani; avete capito bene, non tutti sono soggetti all’infezione, individui che giustamente decidono di prendere in mano le redini della propria vita, iniziando a combattere per cercare di liberare il mondo dalla minaccia.

Si fanno chiamare gli Sterminatori, sono suddivisi in squadre di 8 persone, tutti con personalità, abilità e skin differenti tra loro, guidati da un capo della resistenza, e con l’obiettivo comune di sopravvivere, uccidendo più zombie possibili. Come in World War Z: Aftermath (qui la nostra recensione), la scelta di uno degli 8 personaggi disponibili garantisce un approccio differente, permettendo al giocatore di adottare lo stile che preferisce. Le differenze non sono solamente estetiche, riguardano proprio le armi portate di default, ed abilità particolari, come una velocità superiore, la possibilità di ripristinare la salute dei compagni e simili.

Una buona narrazione accompagna l’intera esperienza, integrata perfettamente nel gameplay, affiancata a sua volta da una regia più che soddisfacente. La colonna sonora assume un ruolo marginale (anche se è comunque buona), molto apprezzati sono invece tutti gli effetti sonori, rendono l’esperienza ancora più coinvolgente. Da sottolineare il doppiaggio in Italiano, assolutamente ben fatto e senza sbavature.

 

Grafica

Il comparto tecnico di Back 4 Blood è chiaramente adatto per la next-gen, sia su console che su PC si riesce a mantenere una risoluzione 4K 60fps, senza cali importanti di frame rate o lag particolari. La definizione è elevatissima, come anche la gestione delle luci, i dettagli di ogni singolo oggetto delle varie ambientazioni e la nitidezza generale.

Encomiabile è il lavoro svolto da Turtle Rock Studios nella realizzazione dei nemici, i modelli appaiono assolutamente ben fatti, con una discreta varietà generale, e soprattutto scene fluidissime in cui fanno la propria comparsa centinaia di infetti, gestite alla perfezione dal motore grafico. Ogni personaggio, oltre ad essere fisicamente differente, presenta anche animazioni particolari, abbastanza varie e belle da vedere.

 

Stili di gioco e personaggi

L’intera campagna è composta da 4 atti, suddivisi a loro volta in tante sottosezioni, abbastanza varie e differenti tra loro, culminate con la boss fight più complessa, ma mai eccessivamente sfiancante o difficile da superare. I livelli tra cui scegliere sono sostanzialmente tre: Incubo, Recluta o Veterano, con differenze legate al numero di zombie e la loro conseguente resistenza ai colpi inferti.

Non esiste una funzione vera e propria di salvataggio, se morirete ricomincerete dall’inizio dell’area, non ovviamente di tutto l’atto. Back 4 Blood nasce come sparatutto cooperativo, per questo si consiglia caldamente l’utilizzo con amici e parenti (sia con partite private, che multiplayer aperto con cross-play gratuito), ma è anche importante ricordare essere possibile giocare in single player, i cui compagni vengono sostituiti dall’intelligenza artificiale (attenzione però, non sono previste ricompense).

Tra le varie modalità di gioco troviamo anche il cosiddetto Sciame, una soluzione competitiva che metterà contro utenti di tutto il mondo dalle due barricate: sani contro infetti. Una scelta che amplia le possibilità e gli stili di gioco, in grado di rendere migliore e più vario Back 4 Blood.

I personaggi, come detto, sono molto diversi tra loro e la scelta sarà legata proprio allo stile di gioco che più si adatta al giocatore stesso. Più nello specifico sarà possibile scegliere tra Evangelo, un ragazzo dal passo e dal recupero della stamina più rapidi, Walker, il “cecchino” dalla precisione incredibile, Holly, la donna con la mazza e più resistente ai colpi ravvicinati, Madre, l’anziana signora che “regala” una vita extra e porta con sé un bonus rianimazione, Jim, il cacciatore dalla mira rapidissima, Hoffman, un uomo che aumenta le munizioni dei compagni ed ha a disposizione uno slot aggiuntivo, per finire con Doc, incrementa la resistenza e può curare i compagni, e Karlee, una ragazza in grado di “prevedere” i pericoli. Una buona varietà di modi d’azione, per una squadra decisamente completa sotto tutti i punti di vista.

 

Gameplay

Il gameplay non si discosta dalle aspettative, o da quanto visto in Left 4 Dead, il level design è abbastanza articolato e mai troppo simile, con ambientazioni che non si ripetono nell’intera esperienza. Il tragitto è pre-impostato, senza troppe variazioni (anche se un minimo di esplorazione c’è sempre), non sarà possibile spaziare più di tanto nell’ambientazione, se non per raccogliere collezionabili, armi speciali o potenziamenti. Tra l’inizio e la fine del livello si incroceranno decine e decine di zombie da uccidere con trappole, armi fisse e similari.

Lo scontro a fuoco in sé non presenta negatività particolari, appare essere solido e ben fatto, il controllo dell’arma è semplice, l’azione ha sempre livelli estremi con la giusta tensione. Il numero di armi tra cui è possibile scegliere rappresenta un forte valore aggiunto di Back 4 Blood, tutte hanno peculiarità giustamente differenti tra loro, con cadenza, danno, velocità di caricamento e capienza del caricatore, che possono fare la differenza nel combattimento. Il design è precisissimo, ed il feed nell’utilizzo presenta quella variazione che dimostra l’ottima attenzione al dettaglio da parte degli sviluppatori.

L’ultima novità è presentata dalle carte, inizialmente viene fornito un mazzo virtuale in grado, con il tempo, di condizionare fortemente l’esperienza, portando quel tocco di imprevedibilità che non ci si aspetta. Al termine di ogni livello sarà possibile sbloccare oggetti e strutture, ricevendo in cambio nuove carte, da utilizzare (creandosi il proprio mazzo) per aggiungere abilità o bonus alla sezione successiva. Importanti sono anche le cosiddette Carte Corruzione, nell’esperienza si sarà alla mercé di un game master virtuale, il cui obiettivo sarà di mettere “il bastone fra le ruote” al giocatore, attivando malus che incrementano il livello di sfida. Una scelta apprezzata, in grado di rendere l’avventura più casuale, divertente e varia anche nel momento in cui si deciderà di rigiocare la campagna.

 

Back 4 Blood: conclusioni

In conclusione Back 4 Blood è l’erede perfetto di Left 4 Dead, riprende lo stile di gioco e tutte le meccaniche che gli utenti hanno apprezzato in questi anni, integrandole con grafica di ultima generazione (4K a 60fps su console e PC compatibili) ed il mazzo di carte, quel tocco di aleatorietà che incrementa giustamente il livello di sfida. Il gunplay è perfetto, senza sbavature degne di nota, ottima anche la varietà (e caratterizzazione) di personaggi e armi.

Dall’altro lato della medaglia troviamo l’assenza (difficile da accettare) delle ricompense nel single player, ed una modalità Sciame non convincente al 100%, che sempre essere stata inserita come un contorno e basta, senza uno sviluppo approfondito.

Back 4 Blood

59 euro
8.3

Trama

8.0/10

Grafica

8.5/10

Gameplay

8.5/10

Longevità

8.5/10

Ambientazione

8.0/10

Pros

  • Spinge ad essere rigiocato
  • Grafica next-gen
  • Buona varietà di armi, personaggi e nemici
  • Gameplay divertente e ben fatto
  • I mazzi di carte sono un'ottima trovata

Cons

  • Mancano le ricompense nel single player
  • La modalità Sciame non convince
Denis Dosi

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