Battlefield 2042 è la risposta di Electronic Arts all’ultimo Call of Duty: Vanguard (qui per la nostra recensione), nell’eterna “lotta” tra i due più importanti rivali del segmento degli shooter FPS, pur adottando da sempre un approccio diverso che ha attirato una differente porzione del mondo videoludico. Il capitolo appena lanciato per console (anche next-gen) e PC, è commercializzato ad un prezzo di partenza di 69 euro, a crescere con le edizioni speciali.
Il comparto tecnico di Battlefield 2042 proietta l’esperienza nella next-gen, garantendo una qualità che supera i Battlefield precedenti, senza però raggiungere il livello e la precisione di altri titoli non legati al mondo degli shooter. L’effetto è voluto, l’idea è proprio di spingere il giocatore in uno scontro a fuoco attanagliato da condizioni ambientali estreme (come la tempesta che se non prestate attenzione vi spazza in aria, o la tempesta di sabbia che non vi farà più vedere nulla), in cui la precisione dei dettagli degli oggetti e dei contorni, passano chiaramente in secondo piano.
L’estrema fluidità su console di nuova generazione, noi l’abbiamo provato con Xbox Series X e PS5, nonché una eccellente nitidezza e precisione nei dettagli delle armi e dei personaggi in sé, permette di godere di una esperienza che va oltre le aspettative. I bug da risolvere sono ancora diversi, nelle varie partite abbiamo notato problemi strutturali importanti, come aerei che si deformano o spariscono dall’inquadratura, hovercraft che vanno contro le Leggi della fisica; tutti handicap risolvibili con semplici patch, e comunque legati all’essere un multiplayer online.
Ottimi l’audio ed il comparto sonoro, gli effetti sono veramente precisi ed in alta definizione, sentirete i passi dei nemici mentre cercano di prendervi alle spalle, o vi spaventerete con la scarica di mitra nel silenzio più assoluto. Gli effetti visivi sono complessivamente migliorabili, sopratutto quelli legati agli attacchi aerei.
Il team DICE, gli sviluppatori del titolo, ha deciso di intraprendere la strada che la stessa Activision tentò con il proprio Black Ops III, ovvero abbandonare completamente il single player, per buttarsi esclusivamente nel multiplayer online. Forse a causa di esperienze non apprezzate al 100% nelle versioni precedenti, Battlefield 2042 propone un’avventura da giocare solo ed esclusivamente collegati alla rete, senza alcuna trama, se non piccole spiegazioni all’avvio di una mappa, a fare da contorno ai due schieramenti che prenderanno parte allo scontro.
Il contesto rappresenta una realtà distopica di un mondo completamente collassato, nel quale non esistono più i soldati fedeli alle varie nazioni, ma solamente mercenari pronti a vendersi al miglior offerente. Una simile situazione apre le porte a tantissime interpretazioni e variazioni, sopratutto nei personaggi e nelle loro specialità, infatti gli utenti potranno scegliere tra dieci tipologie differenti, caratterizzate da abilità in grado di renderle uniche e che possano favorire una sinergia tra i giocatori stessi.
Avviando la partita sarà possibile scegliere tra tre modalità: All-Out Warfare (le classiche conquista o sfondamento con mappe fino a 128 giocatori), Hazard Zone e Battlefield Portal. Scopriamole assieme da vicino.
La modalità principe di tutto Battlefield 2042, composta da immense mappe che possono ospitare fino a 128 utenti contemporaneamente (dipendentemente dalla console); un tratto distintivo, quasi rivoluzionario di un gioco che vuole segnare un profondo solco nei confronti dei diretti concorrenti.
I server EA sono pressoché perfetti, in pochissimi secondi si riesce ad organizzare la partita, e sfruttare anche il cross-play, quindi una partita con utenti da console e PC, i tempi di risposta sono molto rapidi e non abbiamo notato lag particolari. La sensazione è di ritrovarsi davvero in una guerra, l’effetto è bellissimo sopratutto all’avvio dello scontro, quando da ogni parte si sposteranno mezzi e vedremo decine di soldati scollinare per raggiungere gli obiettivi da conquistare.
Il level design è estremamente curato, le mappe in sè sono assolutamente fantastiche, precise e ben costruite, ma paradossalmente in alcuni momenti appaiono essere troppo grandi. Le distanze da percorrere sono enormi, e non sempre si ha un mezzo a disposizione, di conseguenza si attraverseranno vari tempi morti, riducendo l’azione vera e propria (il ritmo forsennato è invece caratteristico di Call of Duty). Discorso simile per quanto riguarda l’ampiezza degli spazi, dipendentemente dalla mappa verranno privilegiati gli utenti abili nei colpi da lontano, a discapito di chi è più votato all’azione ed ai combattimenti da vicino, con coperture quasi inesistenti (come in Rewenal). Uno stile di gioco unico e molto particolare, che spinge, come da caratteristica di Battlefield, verso la coralità e non l’abilità del singolo.
Hazard Zone è una modalità che punta fortissimo sul gioco di squadra, i team composti da soli 4 utenti devono lavorare a strettissimo contatto per cercare di recuperare più unità, evitando la morte (che porterebbe al rientro allo step successivo) e raggiungere uno dei due punti di estrazione. Le abilità dei personaggi influiscono tantissimo sull’esito finale, con un level design davvero incredibile, le mappe sono create a regola d’arte (in termini di lunghezza e dislocazione degli obiettivi), proprio per garantire un’esperienza di gioco da non perdere, sopratutto se giocata con gli amici più stretti.
Battlefield Portal è invece un omaggio al glorioso passato della serie, in tale sezione si avrà la possibilità di tornare ai capitoli come Bad Company 2, Battlefield 1942 o Battlefield 3, godendo delle regole e caratteristiche che hanno fatto la storia. Le sei mappe sono state ricostruite per sfruttare appieno la potenza dei motori grafici, in un certo senso rimasterizzando completamente il gioco finale. Se volevate tornare ad El Alamein o a Valparaiso, con una grafica next-gen, potrebbe essere arrivato il momento giusto.
Il gameplay lo abbiamo decisamente preferito a quanto visto su Call Of Duty: Vanguard, in quanto più preciso e stabile, sebbene in alcune occasioni sia stato molto complesso riuscire a prendere correttamente la mira. Piccole instabilità ed handicap, anche in questo caso risolvibili con una patch.
All’inizio della partita sarà possibile scegliere tra 10 specialisti, i quali come detto presentano abilità uniche, come mettere a disposizione una cassa di munizioni, una cassetta di pronto soccorso, torrette di guardia automatiche e simili, che nell’economia di una squadra tanto ampia e nella quale ogni utente giocherà purtroppo “da solo” sono quasi ininfluenti, ma che allo stesso tempo offrono quella varietà che piace e garantisce tanti approcci.
Le armi sono in buon numero, non sono particolarmente futuristiche (dato che parliamo del 2042), offrono comunque un’ottima registrazione dei colpi, balistica affidabile e vicina alla realtà (come la gittata), e tante personalizzazioni. Come negli altri Battlefield, apprezziamo la possibilità di montare svariati accessori, sbloccabili a loro volta con l’eccellente progressione del personaggio.
In conclusione Battlefield 2042 è un titolo dal grandissimo potenziale, non ancora perfetto, ma comunque facilmente migliorabile con le patch che gli sviluppatori pubblicheranno nel corso del tempo. Le mappe enormi propongono un approccio differente ed esclusivo, come anche la presenza di 128 giocatori in contemporanea ed una grafica next-gen; la varietà di armi e di accessori è adeguata all’esperienza, forse avremmo sperato in modelli più futuristici, ma comunque con una fedele adesione alla realtà per quanto riguarda gli effetti balistici. Da bilanciare il danno causato dalle stesse, nonostante ciò Battlefield 2042 ha tutte le carte in regola per diventare il miglior Battlefield di sempre, bastano pochissimi accorgimenti.
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