Bloodshore è un nuovo film d’azione interattivo, su base battle royale, da poco lanciato su PlayStation, Xbox, Nintendo Switch e PC, ad un prezzo inferiore ai 20 euro. Realizzato da Wales Interactive, lo studio creatore di The Complex, tutta la trama si baserà direttamente sulle scelte dell’utente, il quale avrà carta bianca per decidere quali personaggi arriveranno in fondo, e chi invece dovrà morire anzitempo.
Tutto ruota attorno al programma televisivo Kill/Stream (alla tredicesima stagione), un reality show dai contenuti altamente discutibili, ma in grado di attirare miliardi di utenti in tutto il mondo, al quale partecipano i più importanti streamer ed influencer del pianeta. L’ambientazione è The Island, un’isola tropicale, con tanto di giungla impervia, dalle dimensioni relativamente ampie, e dalla buona varietà di sceneggiature.
Lo show assume le sembianze di un battle royale, una competizione sanguinosa nel corso della quale i giocatori si sfideranno senza esclusione di colpi, con un solo vincitore: l’eletto. Questi sarà il fortunato, che oltre ad avere salva la propria vita, potrà godere di fama eterna, nonché un montepremi di 10 milioni di dollari.
In un’avventura di questo tipo la psicologia assume un ruolo fondamentale, non mancheranno alleanze (anche temporanee), tradimenti o simulazioni che punteranno i giocatori ad avere sempre la meglio sugli altri. Lo show viene manovrato interamente dalla Alyn Corporation, una multinazionale bersagliata dalle accuse e dalle denunce, per l’estrema crudità, ma anche per la scelta dei giocatori. Inizialmente si contendevano il premio finale solo i carcerati del braccio della morte, mentre ora l’aspetto mediatico ha preso il sopravvento, coinvolgendo streamer, influencer e attori ormai dimenticati.
Lo studio Wales Interactive non ha voluto solamente creare un’esperienza distopica, il suo obiettivo è stato quello di puntare fortemente il dito verso il mondo attuale dell’intrattenimento, alla sete di sangue del pubblico mondiale, ea una estrema necessità di crudeltà. Nel corso dell’esperienza impersoneremo un personaggio in particolare, è Nick Romeo, un attore che ha vissuto il proprio momento di grazia con una serie TV molto famosa, dimenticato dal pubblico a causa delle sue dipendenze da alcol e droga.
Lo schema è identico ai battle royale, ad esempio CoD: Warzone, 50 giocatori vengono catapultati sull’isola in svariati gruppi, inizialmente vengono fornite le casse di armi con annesse munizioni, e ad ogni specifico intervallo temporale, il cerchio si restringe sempre più, attivando mine antiuomo sempre più vicine al centro dell’isola. Riusciremo a sopravvivere?
Il gameplay è esclusivamente legato alle scelte che noi saremo costretti a compiere, per cercare di guadagnare la fiducia del pubblico, e nel contempo non morire prima del previsto. L’intera esperienza viene magistralmente ripresa con innumerevoli inquadrature, il lavoro svolto da Wales Interactive, considerato il piccolo budget a disposizione, è davvero ammirevole, offrendo la sensazione di guardare un vero show, realizzato molto bene. La limitazione più grande riguarda il numero di personaggi coinvolti nell’azione, proprio per cercare di risparmiare il più possibile, dei 50 partecipanti ne conosceremo direttamente meno di 10, tutti però con una storia alle spalle, una personalità spiccata ed una buonissima caratterizzazione, che porterà ad amarli/odiarli, spingendoci a scelte verso specifiche direzioni. Stesso discorso per gli effetti speciali, non propriamente da film di prim’ordine.
I dialoghi mancano di verve, sebbene l’esperienza abbia una durata più che buona per la tipologia del titolo, troppo spesso si cade negli stereotipi e nelle banalità, la scrittura sotto questo punto di vista poteva essere migliore. Stesso discorso per le scelte da prendere, nella maggior parte dei casi non segnano una variazione importante nella storia, solo piccolissimi spostamenti dall’asse iniziale, che non mina le relazioni con gli altri. Nonostante ciò, i finali raggiungibili sono diversi, e l’utente viene spinto alla rigiocabilità, in modo da poter ogni qualvolta prendere una strada differente, scoprendo retroscena o scene inedite.
L’obiettivo di Nick, oltre che sopravvivere, sarà quello di piacere al pubblico, ecco quindi che le uniche “valutazioni” riguarderanno: morale squadra, opinione del pubblico, romanticismo, forza e panoramica. Ogni qualvolta una decisione andrà ad accrescere (o ridurre) uno dei suddetti fattori, verrà mostrato un indicatore nella parte alta dello schermo.
Eccellente la narrazione generale, gli sviluppatori hanno giustamente pensato di inframezzare la vita dell’isola, con alcuni intermezzi con differenti presentatori, i quali oltre a raccontare la storia dei personaggi, intervisteranno anche il pubblico da casa, per conoscere gli eventuali apprezzamenti sui giocatori. In queste occasioni impersoneremo una persona qualunque con tra le mani il telecomando, scegliendo quale canale vedere; una buona variazione che offre un contorno all’esperienza, ed un maggiore realismo.
In conclusione Bloodshore è un ottimo film interattivo, considerato il prezzo e l’idea di fondo, nonché la maestria di Wales Interactive di saper realizzare un’avventura coinvolgente, che porterà l’utente ad amare ed odiare i personaggi, indirizzandoli verso determinate scelte. La longevità è più che buona, considerata la tipologia dell’esperienza, come anche la realizzazione complessiva.
Ciò che manca è forse la verve nei dialoghi, una maggiore capacità di creare una sorta di connessione con il personaggio controllato, fin troppo banali ed elementari, anche se individuano molto bene il segmento di popolazione coinvolto nello show (sempre alla ricerca di attenzioni, e non sempre troppo istruito). Il budget ridotto ha portato ad effetti speciali non bellissimi da vedere, l’aspetto su cui forse si sarebbe potuto lavorare di più.
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