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Recensione Call of Duty: Black Ops 6, è il migliore degli ultimi anni?

Call of Duty: Black Ops 6 è l’ultima fatica di Treyarch e Raven Software, uno sparatutto che prende quanto di buono gli ultimi anni la serie è stata in grado di offrire al mondo videoludico, innalzandolo verso un livello superiore, non tanto per quanto riguarda l’aspetto grafico, quanto l’idea di fondo nella realizzazione della campagna, e tutto ciò che la circonda. Vediamolo meglio nella nostra recensione completa.

 

Trama

L’intera esperienza si articola nel periodo immediatamente successivo allo scioglimento dell’Unione Sovietica, dove inizia una vera e propria spy story che ci vedrà combattere contro Pantheon, una organizzazione che è riuscita ad intrufolarsi nella CIA e nel Governo degli Stati Uniti. Sarà nostro dovere ripulire fino alle alte sfere, in un susseguirsi di scene cinematografiche ambientate in tutto il globo, ed alcuni colpi di scena, con personaggi molto più presenti e “vivi” di cui sarà davvero facile innamorarsi. A dispetto di quanto si potrebbe pensare, la storia si svolge in modo abbastanza lineare, dando quasi dall’inizio l’idea di saper conoscere l’esatta fine.

L’assenza di eclatanti colpi di scena non deve farvi desistere, infatti sono i personaggi a prendersi giustamente la scena, i vari Troy Marshall, Sevati Dumas e Felix Neumann, riescono perfettamente a farci dimenticare i piccoli difetti narrativi, portando con sé un background davvero profondo, e dimostrando a tutti gli effetti di essere tra i migliori di sempre.

 

Grafica

Come tutti i precedenti capitoli, anche Call of Duty: Black Ops 6 mostra i muscoli con un aspetto grafico di primissimo ordine, le ambientazioni sono estremamente varie, si spazia dall’Iraq, ai casinò in Italia, a Capitol Hill, con un colpo d’occhio che potrebbe letteralmente farvi crollare la mascella. I modelli dei personaggi sono eccezionali, come anche la definizione delle armi e di ogni singolo dettaglio.

Miglioramenti li ritroviamo inoltre nei movimenti del viso, è chiaro non stiamo parlando di un’esperienza rivoluzionaria, ma si possono notare numerosi passi in avanti verso un futuro sempre più realistico. L’audio è molto buono, interamente doppiato in lingua italiana, che non è poco.

Gameplay

Nell’approcciare la campagna, la quale presenta una longevità più che discreta, di circa 8 ore (divisa in 11 missioni), notiamo un cambio radicale nel gameplay e sistema di gioco, a partire dai potenziamenti permanenti. Nel corso delle varie missioni sarà possibile raccogliere denaro, che a sua volta potrà essere speso per l’acquisto dei suddetti, abilità che perdureranno per tutta l’esperienza stessa, offrendo la possibilità di personalizzazione della stessa all’utente finale. Una profondità che ritroviamo anche nel gioco stesso, nel corso del quale possiamo scegliere come approcciare, in modo furtivo, con un attacco frontale o simili; una varietà inattesa che fa sicuramente piacere e che cerca di portare una ventata di novità nel gameplay stesso.

In termini pratici, al netto del Omnimovement che permette di spostarsi, tuffarsi e scattare in qualsiasi direzione, il gameplay in sé resta sempre il solito che abbiamo visto ed apprezzato nei precedenti capitoli. L’unica novità riguarda la presenza della ruota dell’equipaggiamento, che permette di raccogliere tutti gli oggetti per la mappa, per decidere di utilizzarli liberamente in un secondo momento.

 

Multiplayer

Componente fondamentale di ogni Call of Duty che si rispetti, prevede la presenza di ben 16 mappe completamente nuove, suddivise in dodici per il 6 contro 6 e quattro per Scontro e Strike. Le modalità sono sostanzialmente sempre le stesse, a cui si aggiunge il “Faccia a Faccia”, dove si svolgerà lo scontro in una ambientazione più piccola, e Esecuzione, che possiamo considerare quasi una variante della VIP.

Il parco delle armi a disposizione è incredibilmente vasto e bilanciato, suddiviso al solito tra mitragliette, mitragliatrici, fucili a pompa, di precisione, tattici e d’assalto, con l’aggiunta dell’armaiolo, ovvero la schermata all’interno della quale è possibile modificare l’arma con gli accessori, ma senza doversi preoccupare di penalità che potrebbero venire inflitte. La progressione è lineare e ben studiata, con il ritorno del “Prestigio” ed una serie di ricompense speciali che spaziano anche tra emblemi, mimetiche o biglietti da visita.

Zombie

Non manca chiaramente la modalità Zombie, la più classica ed amata dal pubblico, con due mappe disponibili (Liberty Falls e Terminus), organizzata sempre con la stessa classica invasione a ondate, ma allo stesso tempo infarcita di segreti, ricompense e easter egg da scoprire. A differenza di quanto visto in passato notiamo qualche piccola differenza, come la presenza della barra della vita sopra ai nemici, o anche la possibilità di avviare la partita con già un’arma modificata; tuttavia, il sistema di progressione è semplice e lineare, con miglioramenti da campo da sbloccare, mod sulle munizioni e così via.

Conclusioni

In conclusione Call of Duty: Black Ops 6 dimostra a tutti gli effetti di essere uno dei migliori titoli di sempre, il lavoro svolto da Treyarch è certosino ed assolutamente perfetto, impreziosito dall’introduzione del nuovo sistema di movimento che, ne siamo certi, rivoluzionerà completamente il futuro della serie. A tutto ciò si aggiunge una campagna principale eccellente sotto molteplici punti di vista, a partire ad esempio dalla varietà delle ambientazioni e dalla sua spettacolarità. Il multigiocatore è ricco e variegato, eccellente da un punto di vista tecnico, con la modalità Zombie che chiude il cerchio strizzando in parte l’occhio al passato.

Denis Dosi

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