Chorus è il nuovo shooter spaziale sviluppato da FishLabs, e pubblicato da Deep Silver, disponibile nel periodo corrente su tutte le console (anche next-gen) e PC, ad un prezzo di listino di 39 euro. Gli sviluppatori, dopo aver sfondato sui dispositivi mobile con Galaxy On Fire, hanno deciso di compiere il grande salto, proponendo un titolo anche per tutti gli altri videogiocatori. Scopriamo il risultato finale nella nostra recensione completa.
La trama che accompagna l’intera avventura di Chorus è tutt’altro che originale, lo dobbiamo ammettere, sebbene comunque appaia sin da subito ben costruita e narrata. Impersoniamo Nara, il miglior pilota al soldo della flotta spaziale della Cerchia, la setta a cui capo troviamo il Profeta, dotata di poteri decisamente speciali. Nel corso degli anni, dopo aver vissuto e combattuto battaglie sempre più sanguinolente, i dubbi di trovarsi dalla parte sbagliata crescono continuamente, sino all’evento culminante che la spinge a tornare sui propri passi.
Un giorno, infatti, il Profeta le ordina di distruggere fisicamente un pianeta, sfruttando i suoi poteri combinati con Forsaken (la sua nave dotata di intelligenza artificiale); non ancora consapevole di voler abbandonare la Cerchia, Nara asseconda la richiesta, pur pentendosi un secondo dopo. A questo punto decide di fuggire, nasconde Forsaken in un asteroide remoto, per aderire ad un gilda che si occupa di proteggere le colonie dai nemici. Tutto sembra andare per il verso giusto, Nara vive relativamente felice e tranquilla, sino a quando alla porta si presenta nuovamente la Cerchia.
Cosa fare ora? la risposta da guerriera non poteva essere più semplice, combattere e distruggere una volta per tutte il Profeta. Dopo aver recuperato Forsaken, spetterà a noi guidarla in un’avventura fatta di inseguimenti, battaglie e sparatorie a non finire.
Il comparto tecnico di Chorus è affascinante, anche se complessivamente limitato a causa dell’inesperienza degli sviluppatori di saper sfruttare al meglio il potente hardware next-gen, in combinazione con un budget non troppo corposo. Ciò lo notiamo più che altro negli effetti, nelle geometrie e nella caratterizzazione dei personaggi secondari (i quali non si vedono mai, interloquendo solamente via radio).
Nella nostra prova su Xbox Series X non abbiamo avuto problemi, o cali di frame rate, i dettagli e la definizione generale sono stati eccellenti. La nitidezza è molto buona, la conta poligonale è ridotta, tuttavia le ambientazioni convincono e coinvolgono in maniera sufficiente. Si apprezzano maggiormente le scene al chiuso, più di impatto e spaziali, del resto della grande “mappa” open world in cui è possibile spostarsi; le strutture e gli asteroidi che si incrociano appaiono troppo simili gli uni con gli altri.
Bellissima la definizione del personaggio, ogni espressione è riprodotta alla perfezione, come anche le scene di intermezzo, spezzoni con un’ottima direzione artistica generale. La localizzazione è principalmente in lingua inglese, con sottotitoli in italiano, con dialoghi mai banali ed un’ottima narrazione da parte dell’attrice che ha impersonato Nara. Da notare la presenza delle due modalità: risoluzione e prestazioni, nel primo caso con riproduzione in 4K a 30fps, nel secondo a 60fps in 1080p (consigliata quest’ultima per godere al meglio dei combattimenti).
Chorus è tecnicamente uno shooter spaziale (o sparatutto), l’intera avventura viene vissuta a bordo della nave, dalla quale non sarà mai possibile scendere (o succederà solo nelle scene di intermezzo). Il nostro compito riguarda lo svolgimento di specifiche missioni, dal proteggere un carico, recuperarne un altro o esplorare stazioni spaziali dalle dimensioni grandissime.
Lo stile è il classico di un open world, una mappa molto ampia nella quale si trovano tante missioni secondarie, utilissime per accrescere le competenze o guadagnare “denaro” per i potenziamenti, con spostamenti velocizzati da un “binario” che collega le varie stazioni principali. Complessivamente è un titolo abbastanza longevo, ci aggiriamo attorno alle 20 ore, considerata la natura dello stesso.
Nello svolgimento delle missioni abbiamo incrociato due aspetti su cui vogliamo focalizzare l’attenzione; il primo riguarda la difficoltà nel “trovare” gli oggetti richiesti, l’area (e lo spazio di conseguenza) è talmente vasta da rendere molto complessa la loro visualizzazione. L’altro aspetto è legato alla grandissima varietà di nemici che si incroceranno; un plauso agli sviluppatori per l’attenzione posta in essere, innumerevoli navi di svariate dimensioni, potenza e caratteristiche, sapientemente descritte nel momento in cui le si incrociano per la prima volta, e recuperabili dal diario di bordo.
La Forsaken prevede un sistema di potenziamento molto accurato, la progressione è naturale e ben fatta, con possibilità di acquistare potenziamenti alle armi o abilità particolari, sfruttando i crediti che si ottengono esplorando lo spazio. Parte dei potenziamenti sono reperibili anche svolgendo le missioni secondarie. Interessanti sono i Rituali, ovvero le abilità speciali di Nara e della nave senziente, che si sbloccano lentamente nel prosieguo dell’esperienza; inizialmente ad esempio sarà solo possibile lanciare una sorta di impulso per visualizzare oggetti o missioni.
Chorus prevede un sistema di controllo abbastanza complesso, se stavate cercando uno shooter spaziale “punta e spara”, allora non fa al caso vostro. Gli sviluppatori hanno ideato un mix di pulsanti che permettano di dare sfogo a tutta la propria maestria nella guida dell’astronave, anche se saranno necessarie ore di pratica, prima di destreggiarsi a meraviglia. Lo spostamento avviene con il pad analogico sinistro, il destro è designato per mirare, per sparare si utilizza R2, per accelerare L2, per effettuare una derapata L1 (fondamentale per i nemici con lo scudo) o per cambiare l’arma il d-pad, questo è solamente un piccolo assaggio di ciò che vi aspetta.
La realizzazione e l’esecuzione generale sono assolutamente accurate, richiedono solamente pratica e pazienza, soprattutto all’inizio dell’avventura. Il grado di sfida segue sostanzialmente la curva di apprendimento, senza mai risultare troppo ostico o difficile, se non per la difficoltà di controllare perfettamente l’astronave, o muoverla in spazi ristretti.
In conclusione Chorus è uno shooter spaziale che convince sotto molti aspetti, in primis per la scelta di proporre una sorta di open world in cui muoversi a piacimento (quasi senza limiti), dotato inoltre di una buonissima longevità generale. La progressione del grado di difficoltà e del personaggio, è molto buona con abilità che rendono l’esperienza sempre viva e mai statica; per finire con gli scontri a fuoco, la varietà di nemici è molto elevata, ed il ritmo frenetico non vi farà mai rilassare un secondo.
Dall’altro lato della medaglia troviamo un sistema di controllo abbastanza complesso e difficile da dosare, sopratutto verso la fine del gioco nelle battaglie più difficili, e qualche piccolissima mancanza nel dettaglio/grafica.
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