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Recensione Cobra Kai 2: Dojos Rising – un’esperienza da rivedere completamente

Cobra Kai 2: Dojos Rising prova a iterare l’ottimo successo dell’omonima serie Netflix, non riuscendo a trasmettere al giocatore finale ciò che di base gli sviluppatori avrebbero effettivamente voluto, l’esperienza è purtroppo da rivedere completamente. Scopriamolo assieme nella nostra recensione completa.

 

Grafica

Il primo approccio è disastroso, è difficile pensare che nel 2022, con console di nuove generazioni che ancora oggi non sono state sfruttate al 100%, possano venire pubblicati titoli così arretrati tecnicamente. Le animazioni sono estremamente macchinose, le palettes di colori sono slavate, le texture decisamente poco definite, la nitidezza viene molto spesso a mancare, con animazioni sfumate tutt’altro che belle da vedere.

Nella nostra prova su Xbox Series X abbiamo oltretutto notato rallentamenti nel frame rate (che ricordiamo essere al massimo a 30fps mai stabile e fluido quanto avremmo sperato, o comunque atteso, considerata la semplicità della rappresentazione grafica. Gli unici aspetti positivi sono legati alla colonna sonora, che riprende fedelmente la pellicola cinematografica, ed una serie di dialoghi, ottimamente interpretati dagli attori.

 

Meccaniche di gioco e Gameplay

Cobra Kai 2: Dojos Rising è un titolo che offre all’utente quattro modalità di gioco: storia, classici cobra, sopravvivenza e jukebox. La più interessante è sicuramente Storia, offre una reinterpretazione della più famosa serie Netflix, adattandola ad un picchiaduro a scorrimento, nel corso del quale dovremo superare i vari livelli a suon di combattimenti. Nell’affrontare i vari livelli, il giocatore può scegliere la scuola di arti marziali di riferimento, potremmo definirla fazione, andando poi scegliere una delle aree già sbloccate, e comporre una squadra di quattro personaggi che dovranno combattere contro molti nemici, in battaglie prive di contesto narrativo.

Con classici cobra, invece, l’esperienza varia leggermente, è una modalità Scenario in cui si viene catapultati con l’obiettivo di superare una serie di sfide, dipendenti dai personaggi selezionati. Nella modalità Sopravvivenza le vostre aspettative non resteranno deluse, l’obiettivo sarà cercare di sopravvivere il più possibile, resistendo ad una serie di ondate di nemici, sempre più agguerriti e difficili. I contenuti sono sufficientemente vari e corposi, di base possono offrire una buona varietà nell’esperienza complessiva, sebbene comunque risultino essere estremamente monotoni i combattimenti a cui si viene sottoposti. Il numero di personaggi disponibili è elevato, forse troppo, la progressione degli stessi è elementare, nulla di paragonabile ai complessi sistemi di potenziamento a cui siamo solitamente abituati.

Quest’ultimi sono stati arricchiti, malamente, con mosse mai viste all’interno della serie televisiva, nonché effetti visivi che avrebbero dovuto migliorare l’esperienza, riuscendo tuttavia a semplificarla molto più di quanto avreste mai immaginato. Il gameplay è obsoleto, è davvero complesso riuscire a comprendere appieno ciò che si è nascosto nelle menti degli sviluppatori, sono tantissimi gli incastramenti, le collisioni sono ben lontane dalla realtà, agganciare un nemico è impreciso, le compenetrazioni sono all’ordine del giorno, con una grande difficoltà nella gestione della telecamera. 

 

Cobra Kai 2: Dojos Rising – conclusioni

In conclusione Cobra Kai 2: Dojos Rising è uno dei giochi peggiori degli ultimi anni, chiudiamo qui la nostra recensione per non infierire ulteriormente su un titolo dalla difficile comprensione e con tantissime defezioni nei settori più importanti. Il gameplay è legnoso e estremamente ripetitivo, il lato tecnico è forse al livello di giochi di PS3 (se non inferiore) e sopratutto il prezzo di lancio di 49 euro è assolutamente irragionevole. L’unico aspetto negativo viene toccato dalla colonna sonora, in linea con la serie TV, ma non si salva davvero nient’altro.

Denis Dosi

Appassionato di tecnologia e di scrittura sin dalla tenera età, mi laureo in Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Milano nel 2016. Ora lavoro con Focustech riuscendo a combinare le mie due più grandi passioni.

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