Ever Forward è un puzzle game ambientato in un mondo distopico, all’interno del quale una piccola bambina dovrà sopravvivere e tornare a casa. Realizzato da Pathea Games, il titolo è oggi disponibile per tutte le console e PC, ad un prezzo di circa 15 euro; questa è la nostra recensione completa.
L’ambientazione che si nasconde alle spalle di Ever Forward è alquanto complessa ed intricata, più precisamente è localizzata in un pianeta corrotto da un agente malevolo esterno, che ha portato alla letterale distruzione di ogni cosa. Noi impersoniamo Maya, una bambina troppo trascurata dalla madre, il cui nome è Ann, pronta a vivere un’esperienza in due dimensioni.
Tutta la storia viene proposta sottoforma di flashback, trasmessi alla pari di un sogno ad occhi aperti, con personaggi sapientemente composti da stelle. Lo stato mentale della ragazza è causato dai rapporti con la madre, una lavoratrice diretta dell’azienda che ha causato il disastro ambientale, e talmente immersa nel proprio lavoro, da dimenticarsi di avere in casa una figlia. Una simile condizione porta tristezza infinita in Maya, tanto da indurla ad estraniarsi dall’intero mondo.
La piccola inizierà un viaggio tra realtà e sogno, suddiviso appunto in due ambientazioni: una spiaggia con tante case corrotte dal Male, ed una realtà parallela (accessibile dalle porte delle stesse), ricca di enigmi da risolvere (e di paure da superare). Raccontare la trama di Ever Forward è più difficile di quanto immaginiate, tuttavia apprezziamo la scelta degli sviluppatori di voler affondare le radici in tematiche molto recenti (e purtroppo comuni), per puntare verso un paradiso inesplorato ed originale.
Lo stile cartoon, caratteristico di molti titoli indie, appaga e coinvolge sin dalle prime battute. Offre davvero la sensazione di un mondo onirico ed ideale, a tratti sognante, ricco di colori sgargianti (i toni sono veramente accesi), nel quale ogni singolo oggetto è posizionato al punto giusto. La conta poligonale è minima, la nitidezza non è eccelsa, tuttavia vogliamo premiare l’insieme dell’isola, il coinvolgimento che la direzione artistica riesce ad offrire, piuttosto che soffermarci sulle texture o sui dettagli.
L’anima duale di Ever Forward si tramuta in considerazioni differenti, nel momento in cui sfociamo nella realtà parallela. In quest’occasione l’ambientazione è eccessivamente minimale e anonima, sebbene gli sviluppatori abbiano saputo utilizzare sapientemente le luci e le palettes di colori. Lo stacco è importante (e voluto), proprio per sintetizzare lo stato d’animo della protagonista, tuttavia avremmo preferito una maggiore attenzione e cura nei dettagli.
Essenzialità la troviamo anche nelle cutscenes, ad ogni modo apprezzate, in quanto non era scontato fossero effettivamente presenti. Nella nostra prova su PS5 non abbiamo notato cali di frame rate o bug da segnalare. La localizzazione è in lingua inglese, ma sono presenti sottotitoli in lingua italiana. I dialoghi sono praticamente assenti, la colonna sonora è discreta, accompagna perfettamente l’esperienza senza spiccare.
Ever Forward è a tutti gli effetti un puzzle game, e come tale l’elemento cardine del gameplay sono proprio gli enigmi. La prima cosa che notiamo, oltre ad una longevità non eccelsa (inferiore alle 5 ore), è una importante progressione nella difficoltà degli stessi. Le meccaniche per la risoluzione sono variegate e mai troppo simili, con un buon level design che possa richiedere sempre uno sforzo mentale anche agli utenti più esperti. La crescita si nota anche con l’introduzione di nuovi elementi, che ampliano le vie di risoluzione; il grado non è mai troppo elevato, ci siamo bloccati per qualche minuto solo in determinate occasioni.
Gli altri due aspetti da non trascurare riguardano i game over ed i checkpoint; l’avventura nelle varie abitazioni, e di conseguenza nel mondo parallelo, avverrà su una serie di piattaforme dalle quali non sarà mai possibile cadere. In altre parole, al netto di ostacoli o di impedimenti al raggiungimento della verità, non esistono veri e propri pericoli da oltrepassare. In parallelo abbiamo apprezzato il sistema di salvataggio, spetterà a noi scegliere ogni volta il punto esatto in cui impostare il checkpoint, offrendo la maggiore libertà d’azione possibile.
In conclusione Ever Forward è un titolo senza troppe pretese che punta a far vivere all’utente qualche ora di divertimento, con enigmi abbastanza arzigogolati, ed una eccellente progressione nella difficoltà. La scelta di affidarsi ad un cubo per la risoluzione è atipica, ma più che azzeccata, in quanto lascia aperti possibili approcci differenti. Discreta la realizzazione tecnica, con un utilizzo eccellente delle luci, ed uno stile cartoon sempre bello da vedere.
Dall’altro lato della medaglia troviamo una longevità ridotta, ma sopratutto una narrazione inconcludente; data la complessità intrinseca, gli sviluppatori hanno voluto lasciare libera interpretazione all’utente finale, una scelta che lascia l’amaro in bocca, in quanto non permette di capire fino in fondo cosa sia realmente accaduto.
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