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Recensione Fujifilm Instax Wide 400 – una istantanea analogica a tutto tondo

Fujifilm Instax Wide 400 testimonia l’interesse che il pubblico mondiale sta riversando nuovamente verso l’analogico, ovvero la fotografia non più legata al digitale, ma alle stampe fisiche che tanto hanno spopolato agli inizi del settore. In vendita ufficialmente dal 19 luglio, vediamola meglio da vicino con la nostra recensione approfondita.

 

Design e Estetica

Il design si avvicina molto al modello della precedente generazione, anche se in questo caso decide di porre l’accento su un’anima più rugged, infatti presenta un stile avventuroso e moderno, con una nuova bellissima colorazione verde pallido, che gli permette di guadagnare maggiore appeal, oltre ad un look che potremmo quasi definire unico nel suo genere. Le linee spigolose non vi devono assolutamente far storcere il naso, poiché i pulsanti sono stati correttamente posizionati, garantendo la massima ergonomia possibile.

L’impugnatura è salda ed affidabile, con nella parte superiore presente il tasto di scatto, seguito da flash fisico e mirino ottico. Sulla destra, appena sopra l’ottica, ecco arrivare il selettore per il selfie, in altre parole è possibile impostare il tempo relativo all’autoscatto. La grande ghiera anteriore funge da tasto di accensione/spegnimento, oltre che da selettore per la distanza della messa a fuoco; in proporzione a quanto verrà ruotata, sarà possibile scegliere tra 0,9 – 3 metri30 metri – infinito.

I materiali di costruzione sono davvero ottimi, sin dal primo impatto il dispositivo appare essere resistente ed affidabile, oltre che duraturo nel tempo. Forse questo rivestimento la rende leggermente più scivolosa di quanto avremmo pensato, ma va anche detto che l’impugnatura salda toglie ogni dubbio. Se proprio dovessimo trovargli un difetto, parleremmo sicuramente delle dimensioni162 x 98 x 123 millimetri, con peso di 616 grammi (senza pile, tracolla o cartuccia di pellicola), sono decisamente elevate, per un dispositivo che punta comunque forte sulla portabilità (anche se in confezione si può trovare una comoda tracolla).

Nella parte posteriore la scelta stilistica di inserire una parte con finitura metallica (sempre di plastica, comunque), per l’apertura dello sportellino dietro il quale si trova la pellicola, paga sia al tatto che alla vista. L’ergonomia è migliorata dalla presenza di una protuberanza, appena sotto il mirino ottico, dove posizionare correttamente il pollice; in questo caso si nota tutta la grande esperienza di Fujifilm nella realizzazione di macchine fotografiche.

 

Specifiche e Prestazioni

Fujifilm Instax Wide 400 funziona a pile, precisamente con quattro batterie alcaline AA (LR6), già incluse in confezione, con una capacità di stampa di circa 100 elementi (anche se tutto dipende direttamente dalle condizioni d’uso). Autonomia più che bilanciata secondo gli standard del settore, per preservare la durata della batteria, troviamo anche un tempo di spegnimento automatico dopo 5 minuti di inutilizzo. Chiaramente l’utilizzo della camera in condizioni di scarsa luminosità porta all’accensione automatica del flash, che copre da 0,9 a 3 metri con tempo di ricarica di 7 secondi, ed una conseguente riduzione della batteria.

Il prodotto nasce come instant camera, o macchina fotografica istantanea, per questo motivo non è possibile stampare scatti, non sono presenti slot dove inserire microSD o quant’altro. Rappresenta il classico ritorno al passato punta e scatta, con stampa immediata su pellicola Fujifilm Instant Colour Film “Instax Wide”. Questa presenta dimensioni di 86 x 108 millimetri, con dimensioni d’immagine di 62 x 99 millimetri; il tempo di sviluppo è di circa 90 secondi, con stampa nella parte superiore della macchina.

L’obiettivo di Fujifilm Instax Wide 400 è retrattile in 2 componenti con 2 elementi, ha una lunghezza focale F = 95 millimetri con rapporto 1:14, ed appunto la messa a fuoco di cui vi abbiamo parlato in precedenza. In confezione potete trovare una lente Close-UP, che permette uno scatto fino a 40-50 centimetri. L’otturatore è elettronico e può essere programmato tra 1/64 e 1/200 secondi, con controllo dell’esposizione automatico su ISO 800. Il mirino è chiaramente ottico a immagine reale, con punto di mira e ingrandimento 0,37x, questi presenta due comode linee di layout, che vanno a simulare lo scatto da vicino o lontano, evitando che l’utente possa sprecare la pellicola. Questo perché l’obiettivo è spostato rispetto al mirino ottico, e di conseguenza un’immagine scattata da vicino sarà tecnicamente più a sinistra dell’inquadratura vista dal mirino; discorso diverso con lo scatto ad un paesaggio, essendo wide, con soggetto sullo sfondo, tale differenza si nota molto meno.

Gli amanti dei selfie potranno sfruttare anche la funzionalità autoscatto, con 4 timing tra cui scegliere, si parte da 4 secondi, passando per 6, 8 e poi 10 (selezionabili con il selettore di cui vi abbiamo già parlato). Tutti coloro che la vogliono utilizzare in modalità statica, possono approfittare della presenza dell’aggancio del treppiede nella parte inferiore, ma allo stesso tempo in confezione è presente un piccolo accessorio che, posizionato correttamente nello slot apposito, permetterà di scegliere tra due opzioni di altezza, per raggiungere l’angolazione desiderata.

 

Fujifilm Instax Wide 400 – conclusioni

In conclusione Fujifilm Instax Wide 400 è a tutti gli effetti una eccellente instant camera che permette ai singoli consumatori di rivivere l’esperienza del passato, con la quale scattare una fotografia era anche un terno al lotto, nella speranza di averla messa correttamente a fuoco. Gli aspetti più positivi partono sicuramente dal design, iconico, con materiali super resistenti ed affidabili, passando per le varie modalità di utilizzo, il timing dell’autoscatto, ed una ergonomia generale che risulta essere decisamente curata ea fuoco.

Dall’altro lato della medaglia ci sentiamo di annoverare solo due aspetti: il funzionamento a pile alcaline, va bene far sentire le sensazioni del passato, ma una batteria ricaricabile sarebbe stata migliore, e dimensioni superiori alla media che possono inficiare la portabilità.

Denis Dosi

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