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Recensione Ghost of Tsushima: Director’s Cut: grafica ed esperienza next-gen

Ghost of Tsushima: Director’s Cut è la versione adattata al nuovo hardware di PS5, con importanti modifiche grafiche, e l’aggiunta del DLC, Isola di Iki, in grado di incrementare la longevità e garantire un’esperienza complessiva più coinvolgente. Il prodotto può essere acquistato a 69,99 euro di listino su PS5, oppure può essere effettuato l’upgrade da PS4, nel caso si possegga la precedente versione, al prezzo di 19,99 euro.

 

Trama

La narrazione resta invariata rispetto all’originario Ghost of Tsushima, tutta l’ambientazione è ovviamente sull’isola di Tsushima, nel periodo storico contemporaneo alle incursioni mongole sulle isole del Giappone. Il personaggio impersonato è Jin Sakai, nipote del capo di tutti i samurai, nonché protettore dell’isola, imprigionato da Khotun Khan (il re degli invasori), in seguito alla completa sconfitta dei samurai nella battaglia iniziale.

Jin è l’ultimo rimasto della sua “specie”, dopo aver tentato inutilmente di sconfiggere il Mongolo (e rischiato la propria vita), inizierà un’avventura che lo porterà ad esplorare l’intera isola (e la vicina Iki nel DLC incluso nel titolo), per liberarla dagli invasori. L’obiettivo principale consiste nel liberare lo zio dalle catene, ma per riuscirvi avrà bisogno di alleati; per questo, oltre che liberare la propria terra, il samurai dovrà stringere importanti alleanze con gli altri clan dell’isola, aiutandoli in numerose missioni secondarie.

Gli sviluppatori di Sucker Punch ci proiettano in una visione occidentalizzata dell’epoca, una terra ricca di tradizioni (come i numerosi altari a cui pregare, la creazione di fasce spirituali dai vari significati e terme), ed un sistema di classi molto vicino al periodo feudale. La narrazione non è lineare, parte da un filone principale, diramandosi in molte “sotto-storie” legate ai clan o a personaggi che si incrociano nel corso dell’avventura; nella maggior parte dei casi è ben integrata nel gameplay, non coinvolge al 100%, tuttavia permette di godere di un’ottima visuale dello spaccato dell’epoca, con un doppiaggio ben fatto ed accurato.

 

Grafica

Ghost of Tsushima: Director’s Cut è graficamente eccellente, la nuova versione adattata a PS5 riporta lustro ad un titolo originariamente apprezzato, ma reso ancora migliore. La risoluzione in 4K 60fps è una meraviglia per gli occhi, valorizza notevolmente il comparto artistico, con toni più intensi, dettagli più precisi ed una nitidezza generale incredibile.

Il frame rate 60fps rappresenta inoltre lo stacco maggiore tra le due versioni, una fluidità che permette di godere di ogni scorcio senza rallentamenti o cali, anche nelle scene più concitate o più ricche graficamente. Le fonti luminose, come falò e torce sono impreziosite dal supporto all’HDR, molto suggestivo è ad esempio passeggiare di notte in uno dei tanti cimiteri sparsi per l’isola. Indubbiamente la nuova versione rende il titolo uno dei migliori, graficamente parlando.

Molto buono il modello del personaggio, con ampie possibilità di personalizzazione di vestiario e di attrezzatura, come anche quelli dei nemici che si incroceranno sul cammino. Non presentano una varietà troppo estesa, si assomigliano molto gli uni con gli altri, però sono fatti molto bene (anche nelle meccaniche dei movimenti).

Da ammirare inoltre il lavoro svolto dagli sviluppatori nel supporto al DualSense, il feedback aptico è preciso ed adattato ad ogni singola situazione; dalla vibrazione quando gli zoccoli calpestano i ciottoli, ad un ronzio leggerissimo quando il samurai estrae la spada dal fodero, per finire con le varie resistenze. Nel momento in cui, ad esempio, si tirerà l’arco, il relativo pulsante opporrà una resistenza maggiore a rispetto a quando si osserva con il cannocchiale. Ottimo l’adattamento importato dagli sviluppatori, un valore aggiunto che rende l’esperienza sicuramente degna di essere vissuta.

 

Stili di gioco

Ghost of Tsushima: Director’s Cut è un classico open world con una mappa molto vasta, dalla longevità non particolarmente estesa, la missione principale si completa in meno di 20 ore, assolutamente in grado di non stufare e non essere troppo ridondante (si estende con missioni secondarie e collezionabili). L’esplorazione assume chiaramente un ruolo fondamentale, si incroceranno avamposti mongoli, cittadine da liberare, villaggi o rifugi dei profughi nei quali trovare mercanti o costruttori e fabbri, tane delle volpi da seguire per essere portati ad altari a cui pregare, monasteri arroccati in cima alle montagne (raggiungibili seguendo i Torii) e molto altro ancora. Una buonissima varietà di soluzioni che soddisfano gli amanti del genere, diluendo il più possibile l’esperienza.

Apprezzata è la scelta degli sviluppatori di non integrare un indicatore a schermo, permettendo all’utente di aiutarsi con un vento che indicherà la direzione da prendere per raggiungere la località impostata su mappa. I collezionabili sono davvero moltissimi, sono nascosti nei posti più impensabili, facilitano ovviamente il backtracking, anche se un vestiario in particolare potrà aiutarvi a scovarli.

 

Gameplay e caratterizzazione del personaggio

Il gameplay di Ghost of Tsushima: Director’s Cut è infarcito da una incredibile varietà di combinazioni di tasti da premere per riuscire a sconfiggere i nemici, ciò offre un’esperienza profonda e variegata, sebbene all’inizio possa mandare in confusione l’utente più inesperto. La progressione del personaggio è perfetta, svolgendo le svariate missioni principali/secondarie, si acquisirà la “fama” necessaria per sbloccare punti tecnica; questi potranno essere utilizzati per raggiungere nuove abilità speciali, emblemi per l’armatura in grado di migliorare alcuni aspetti dei combattimenti, acquisire nuovi colpi e simili. Anche in questo caso un’eccellente varietà di combinazioni e di opzioni, da scoprire e da incrementare con il prosieguo dell’esperienza.

Inizialmente si avrà a disposizione solamente una katana, con la progressione del personaggio, e lo svolgimento delle missioni, si passerà all’arco, ai kunai (i coltelli da lancio), le bombe di polvere nera e molto altro ancora. Tutto organizzato e gestito alla perfezione, a fianco dei potenziamenti e miglioramenti di armatura e armi, raggiungibili tramite i fabbri che si incroceranno in villaggi o accampamenti; per ottenerli, tuttavia, sarà importante raccogliere provviste, ferro, acciaio, lino, legno e fiori, sparsi per l’intera mappa.

combattimenti con i nemici sono leggermente confusionari nel momento in cui si dovranno fronteggiare più ostili, sebbene esista la possibilità di selezionare chi attaccare. Molto interessanti sono le boss fight che anticipano la liberazione di un luogo, o situate in determinati punti della storia, le quali inaspriscono il livello di difficoltà generale, portando quella sfida più approfondita che farà sudare l’utente stesso.

 

L’isola di Iki

La novità introdotta da Ghost of Tsushima: Director’s Cut è chiaramente il DLC intitolato Isola di Iki, il luogo in cui il protagonista Jin dovrà combattere con il proprio passato, infatti è dove suo padre è deceduto (ricordate, l’ha visto morire sotto i propri occhi, senza muovere un muscolo); una storia che lo tormenta, nel corso della quale dovrà comunque fare i conti con Aquila, un abile mongolo esperto di pozioni, che continuerà ad attaccare il povero Jin.

Oltre ad una storia direttamente collegata con l’originale, e tutte le meccaniche discusse nei paragrafi precedenti, sono state introdotte anche alcune varianti nell’esplorazione del territorio. Troviamo difatti l’arcieria e le tane degli animali; quest’ultime introducono un minigioco, come il taglio dei bambù su Tsushima, che richiede l’utilizzo di un flauto per addomesticare gli animali stessi.

Il DLC isola di Iki porta con sè anche gli sciamani, una nuova tipologia di nemici il cui scopo è quello di influenzare i propri conterranei, rendendoli decisamente più resistenti e difficili da uccidere. Queste, come anticipato, sono le novità principali del DLC che estende la longevità di circa 15 ore dell’originario Ghost of Tsushima, tutte le altre meccaniche sono inalterate, sarà necessario esplorare, seguire le storie leggendarie per sbloccare nuovo equipaggiamento, raccogliere materiali, svolgere missioni secondarie e altro ancora.

 

Ghost of Tsushima: Director’s Cut: conclusioni

In conclusione Ghost of Tsushima: Director’s Cut è una versione decisamente migliorata di una delle più interessanti esperienze open world ambientate nell’antico Giappone. La release originale era già eccellente in termini di stile narrativo, taglio cinematografico e direzione artistica, combinata con un gameplay ed un’esperienza variegate, ma non esenti da difetti. L’ammodernamento della Director’s Cut la migliora moltissimo, il 4K a 60fps, con HDR e dettagli più precisi, permette di godere ampiamente della fantastica ambientazione, e di notare la quasi totale assenza di cali di frame rate, per una fluidità unica, con l’importante aggiunta del feedback aptico, per godere pienamente dell’incredibile DualSense di Sony.

Dall’altro lato della medaglia, se proprio, possiamo solo annoverare una certa monotonia nei combattimenti, ed un’intelligenza artificiale non sempre “intelligente”, sono davvero quisquilie per un’esperienza degna di essere vissuta.

Ghost of Tsushima: Director's Cut

65 euro
8.6

Trama

8.5/10

Grafica

9.0/10

Gameplay

8.0/10

Longevità

9.0/10

Ambientazione

8.5/10

Pros

  • Ottima longevità generale
  • Grafica e comparto tecnico di altissimo livello
  • Gameplay molto variegato
  • Eccellente progressione del personaggio
  • Direzione artistica e ambientazioni coinvolgenti

Cons

  • Nemici non sempre troppo intelligenti
  • Gli scontri alla lunga potrebbero stancare
Denis Dosi

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