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Recensione Immortals of Aveum, uno sparatutto magico con le sue unicità

Immortals of Aveum, questo è il nome dello sparatutto magico realizzato da Ascendant Studios, e pubblicato da Electronic Arts, che vuole innalzare il livello del genere, portando con sé una grafica next-gen. I creatori di Call of Duty Dead Space hanno fatto centro, con un titolo accattivante e ben realizzato; scopriamolo assieme nella nostra recensione completa.

 

Trama

Il costrutto narrativo appassiona e coinvolge i giocatori, sebbene comunque non sia in grado di spiccare in termini di originalità. Nel corso dell’intera avventura impersoniamo Jak, un trovatello che vive con la sorella Luna nei sobborghi di Lucium; tutto sembra andare per il verso giusto, fino a quando, così di punto in bianco, l’intero quartiere viene letteralmente raso al suolo da una nave di Rasharn (un regno rivale e nemico). Per salvarlo dai nemici, Luna sacrifica la propria vita in favore del fratello, in seguito allo shock della perdita, in Jak si risveglia un potere antico, quello dei triarca. Preso atto della perdita dell’amata sorella, il ragazzo decide di intraprendere anni di addestramento per padroneggiare i tre colori, realizzando il suo sogno: diventare un Magus.

Il controllo del personaggio ha inizio al termine dei cinque anni di addestramento, momento topico nel quale avremo davvero tutto per controllare compiutamente le varie magie, come il Sigillo (il guanto magico), e prendere parte alla Sempiguerra, con un unico obiettivo: porvi fine una volte per tutte, vendicando amici e sorella. Una trama, come accennato, non proprio originale, apprezzata comunque per l’eccellente doppiaggio in lingua italiana, ed impreziosita da sequenze spettacolari ed una direzione artistica che vi terrà letteralmente incollati allo schermo.

 

Grafica

Immortals of Aveum è il primo gioco in Unreal Engine 5.1, sebbene inizialmente fosse stato realizzato per Unreal Engine 4, e dobbiamo ammettere essere a tutti gli effetti un piacere per gli occhi (anche grazie al supporto a Lumen, per gestire le luci, Nanite, per scalare il rendering, e FSR 2.0). Il frame rate dovrebbe essere a 60fps, purtroppo è spesso traballante (nella nostra prova su PS5), le ultime patch rilasciate dagli sviluppatori hanno in parte risolto il problema, non riuscendo però a garantire la fluidità che un gioco di questo tipo richiederebbe.

Al netto di qualche piccolo problemuccio qua e là, il colpo d’occhio è eccellente, convince negli scorci bellissimi da vedere, ed incanta per la capacità di una direzione artistica da tripla A. Le scene di intermezzo sono ben realizzate, raggiungendo quasi i livelli del fotorealismo. La colonna sonora è buona, anch’essa non spicca di originalità, poteva essere quel qualcosa che gli permettesse di compiere un salto in avanti, senza riuscirvi pienamente.

 

Meccanica di gioco e Gameplay

Fortunatamente gli sviluppatori non hanno voluto seguire la moda del momento, infatti Immortals of Aveum è uno sparatutto in prima persona non open world, le arene che si susseguono sono di discrete dimensioni (spesso variabili, mai uguali tra loro), con un hub centrale sufficientemente grande e pieno zeppo di personaggi con cui interagire, ma povero di attività. Alla base dell’esperienza troviamo comunque due attività principali: esplorazione combattimenti.

Il buon level design rende l’esplorazione piacevole e funzionale, spostandovi all’interno delle varie arene è facile trovare forzieri ricchi di ricompense, come intense sessioni platform condite con puzzle ambientali, atti comunque a rendere l’esperienza più ricca e variegata, stimolando il giocatore. La progressione del personaggio si affida al più classico degli alberi delle abilità, articolato su tre sezioni, che seguono le tre magie del gioco, ed altrettanti stili di gioco.

L’aggettivo che meglio potrebbe indicare i combattimenti è frenesia, se all’inizio il gioco sembra essere particolarmente timido, con il prosieguo dell’esperienza ci siamo scontrati con un numero impressionante di nemici, mini-boss e boss, tanto da ricordare il migliore Doom, padroneggiando le tre magie che sostanzialmente fungono da tre tipologie di armi differenti. Il livello di difficoltà si innalza rapidamente, fino a raggiungere livelli incredibilmente elevati; apprezzatissima è la varietà dei nemici, con una buona caratterizzazione dei boss, ed un quantitativo di mostri da combattere che non sembra mai avere fine.

Tutto questo per raccontare un Immortals of Aveum che riesce a distinguersi dalla massa con la sua particolarità, un sistema di magie facile da padroneggiare, ed un livello di difficoltà talmente coriaceo da rendere la vita difficile anche ai più esperti. La longevità discreta, si può completare in circa 20 ore senza correre troppo, lo rende mai monotono e giustamente variegato anche in termini di attività e missioni.

 

Immortals of Aveum – conclusioni

In conclusione Immortals of Aveum è un ottimo sparatutto in prima persona da consigliare agli utenti in possesso di una console next-gen che vogliono godere di una realizzazione tecnica eccellente, trascorrendo una ventina di ore di combattimenti frenetici, conditi appunto con platform ed enigmi ambientali stimolanti. Il gameplay rende l’esperienza davvero interessante, forse manca un maggiore approfondimento nella progressione del personaggio.

Dall’altro lato della medaglia troviamo solamente un frame rate leggermente traballante, cosa accettabile considerato l’elevato dettaglio tecnico del titolo stesso.

 

Denis Dosi

Appassionato di tecnologia e di scrittura sin dalla tenera età, mi laureo in Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Milano nel 2016. Ora lavoro con Focustech riuscendo a combinare le mie due più grandi passioni.

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