Kona II: Brume è il secondo capitolo di una saga molto amata dal pubblico, capace di catturare l’attenzione di buona parte della popolazione mondiale, pronto a portarla nel gelo del Canada, in un’avventura horror da vivere e giocare tutta d’un fiato. Vediamola meglio da vicino con la nostra recensione completa.
Il costrutto narrativo prosegue ripartendo esattamente dal punto in cui si era fermato il primo capitolo, senza però richiedere all’utente la necessità di averlo giocato. Narra la storia di Carl Faubert, un investigatore privato che ha accettato il lavoro offerto dal signor Hamilton, un ricco proprietario terriero che lo ha invitato in una surreale regione del Canada, nella quale stanno avvenendo fatti veramente strani. L’anno è il 1970, e di punto in bianco una nebbia (il cui nome è appunto Bruma) ha iniziato ad avvolgere tutto l’ambiente circostante, e all’interno della quale si nascondono creature il cui unico obiettivo è uccidere tutti i residenti nella regione. Questi si nascondono nelle abitazioni, in ripari di fortuna o nascondigli creati ad hoc, come il sopracitato signor Hamilton, sparito dalla faccia della Terra.
Faubert arriverà finalmente alla tenuta facendo una terribile scoperta: tutta la servitù è stata uccisa, e del datore di lavoro non c’è traccia. Inizierà quindi una serrata ricerca di indizi e di qualsiasi segnale che permetta di capire a tutti gli effetti dove possa essere finito, nella speranza che non sia troppo tardi. La narrazione, fulcro centrale del gioco, è affascinante, non tanto per gli indizi che si possono scovare, quanto per tutte le informazioni che è possibile raccogliere osservando l’ambiente circostante, piccoli segnali che ci permettono di capire sia i rapporti dei personaggi con Hamilton, che proprio cosa è accaduto loro, senza leggere nemmeno un documento.
Nella nostra prova su PS5, il titolo non ha fatto registrare cali di frame rate importanti, segnale che comunque l’ottimizzazione da parte degli sviluppatori è stata ben fatta. E’ un gioco con un budget limitato, ed anche il prezzo di vendita di 29 euro lo testimonia, tale per cui i limiti si vedono nei modelli umani e nella conta poligonale, anche se l’ambientazione in sé, che ci ha portato a spostarci continuamente in una tormenta di neve, non ha fatto in modo che tutto quanto vi abbiamo scritto si potesse effettivamente sentire. Le mappe sono ben realizzate, con un level design più che adeguato alla situazione, forse sono leggermente più piccole di quanto avremmo sperato, ma anche il modo in cui gli sviluppatori hanno creato l’avvicinamento ai punti chiave dell’avventura, lo rendono più spettacolare del prezzo a cui viene commercializzato.
Kona II: Brume nasce come walking simulator, per evolversi rapidamente in una avventura narrativa, all’interno della quale si possono trovare numerosi rompicapi da risolvere e qualche scontro a fuoco con i terribili nemici che si nascondono nella nebbia. Alla base dell’esperienza troviamo l’esplorazione, sarà nostro dovere battere ogni metro delle ambientazioni alla ricerca di indizi che ci permettano di completare il diario, raccogliendo tutto il necessario con una longevità di circa 10 ore massime.
Non mancano brevissime sparatorie, che non offrono un gran feedback in termini di colpi, lasciando quindi l’esperienza molto eterea, ed allo stesso tempo i nemici non appaiono mai essere troppo pericolosi. Fondamentale è avere le armi e le munizioni per vincerli, da qui nasce quindi l’esigenza di una esplorazione approfondita, che vi aiuterà giustappunto a scovarle ed uscirne vincitori. Il tutto in ambienti mai ripetitivi, entro i limiti del possibile, e conditi con missioni secondarie discrete che ampliano l’esperienza con il gioco, senza mai risultare come un mero riempitivo, ma come un qualcosa che potrà tornare utile in un futuro non troppo lontano.
Il coinvolgimento è notevole per tutta la durata dell’esperienza, gli sviluppatori decidono giustamente di non strafare, e riescono alla perfezione a raggiungere risultati di qualità, mixando le sue caratteristiche principali: walking simulator, condito con puzzle, esplorazione e piccoli scontri a fuoco. La tensione è mantenuta sempre ad alti livello, con quel senso di oppressione che ci ha continuamente fatto guardare le spalle, anche a ‘causa’ di ambientazioni sempre oscure e tenebrose, senza però incalzare eccessivamente nel ritmo e puntare fortissimo sui jumpscare, su cui tanti altri sviluppatori puntano pesantemente.
In conclusione Kona II: Brume è un gioco assolutamente riuscito, un’avventura grafica che mischia al proprio interno varie anime perfettamente incastrate tra loro, senza però andare a sfociare nell’horror temibile e pauroso che risplende in altri titoli in commercio. Il suo più grande pregio è sicuramente il coinvolgimento che riesce a creare nel giocatore, facendogli davvero vivere in prima persona tutta l’esperienza, narrandola alla perfezione sia da un punto di vista ambientale, che testuale.
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