Oddworld: Soulstorm torna a far sentire la propria voce con il porting su Nintendo Switch, dopo circa un anno dal lancio della Enhanced Edition che abbiamo recensito su Xbox e PlayStation (cliccate qui per leggerla), quale sarà il risultato finale? scopriamolo assieme nella recensione completa.
L’aspetto narrativo poco cambia rispetto a quanto vi abbiamo raccontato circa un anno fa, il giovane Mudokon Abe è stato liberato dalla schiavitù, ma ancora non riesce a parlare data la presenza di fastidiosissimi lacci attorno alla sua bocca. Dopo un inizio scoppiettante, in cui Abe è rapito da un oggetto luccicante che stringe tra le mani, viene proposto un flashback di circa 12 ore precedenti, nel quale lo stesso personaggio entra in contatto con la veggente, pronta a metterlo in allerta su un nuovo pericolo che incombe sulla tribù. Come in tutti i precedenti capitoli, sarà suo dovere salvare il proprio popolo, per farlo però avrà bisogno di un oggetto, di cosa si tratterà?.
La prima cosa che noterete rispetto agli altri Oddworld è un livello di difficoltà meno punitivo, più aperto a tutti, sebbene resti sempre legato al classico trial&error, i quindici livelli che compongono l’esperienza (si completano in non più di 20 ore), saranno un susseguirsi di lotte con nemici, meccaniche stealth, o intriganti sessioni platform. Nulla da dire per quanto riguarda il level design, ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori, anche nella creazione di scorciatoie, che possono fornire interessanti approcci per variegare il più possibile l’esperienza fornita, con aree segrete perfette per recupera la vitalità, ma anche casse dalle quali rubare i materiali.
Dall’altro lato della medaglia troviamo un gameplay macchinoso e tutt’altro che perfetto, tanto da spingere l’utente a dover ripercorrere interi stage, anche solo per imprecisioni tecniche, più che per inesperienza o incapacità. Alcune difficoltà sono state rilevate anche nell’intelligenza artificiale, i nemici si sono malauguratamente bloccati in condizioni tutt’altro che piacevoli, obbligandoci ad un harakiri sperando che la volta successiva fosse quella buona.
La Nintendo Switch idealmente viene considerata come il mezzo ideale per giocare ai platform, sopratutto 2D o 2.5D, a prima vista il porting offre un ottimo risultato, con le dovute rinunce. E’ bene sapere che tutti gli sviluppatori, nel momento in cui decidono di avvicinarsi alla console portatile, devono rinunciare a molti dettagli dei propri titoli, data la ridotta potenza rispetto alle console tradizionali. Ecco che Oddworld: Soulstorm può essere eseguito a 720p nell’utilizzo in mobilità, sino a salire al FullHD con la dock. Il frame rate (30fps) è stabile, in entrambe le occasioni non abbiamo assistito a cali degni di nota, o rallentamenti particolari.
Le texture sono chiaramente meno definite, senza però risultare troppo sgranate o incomprensibili, la nitidezza non è il suo punto di forza, ma per il resto lo possiamo ritenere allineato con gli altri titoli che troviamo quotidianamente su Switch. Un piccolo difetto lo abbiamo notato nella gestione della telecamera, spesso punta a fornire una maggiore sensazione d’impatto della scena o dell’ambientazione, rendendo la vita difficile al giocatore, dato il personaggio troppo piccolo o difficilmente controllabile.
I colori sono ben tarati, con le palettes di colori usate solamente in parte, data la tendenza del titolo ad essere più virato verso tonalità scure. L’adattamento ai joycon è molto buono, personalmente ho riscontrato minori difficoltà nel controllo del personaggio su Switch, in confronto a quanto vissuto su Xbox, a conferma della tesi di cui vi parlavo direttamente nell’articolo, ovvero di una “facilità” maggiore nell’esecuzione dei platform sulla console portatile. Il feedback è buono, Abe è reattivo ed abbastanza preciso; ciò che non ci è piaciuto è la presenza di molti dei bug che abbiamo notato nella versione per Xbox, sicuramente gli sviluppatori, dato che hanno avuto più di un anno per metterci mano, avrebbero potuto lavorarci per fornire all’utente finale una versione più ottimizzata.
In conclusione il porting di Oddworld: Soulstorm è molto buono, sopratutto per quanto riguarda l’aspetto grafico, consistente la capacità di mantenere frame rate stabile sia in mobilità che su dock, ma anche nell’adattamento del gameplay ai joycon, con una trasposizione precisa e piacevole nell’utilizzo quotidiano. Dall’altro lato della medaglia, come vi abbiamo appena raccontato, troviamo tutti i difetti visti nella recensione dello scorso anno, ai quali poteva essere posto rimedio.
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