La Panasonic Lumix GX9 la potremmo definire come una fotocamera compatta con ottiche intercambiabili, i cui suoi punti di forza sono rappresentati dall’ottica micro quattro terzi e, sopratutto, da dimensioni veramente molto ridotte, atte proprio a rendere la macchina una delle più portabili al mondo.
Esteticamente differisce in parte da quanto Panasonic ci ha abituato, mostrando la sua semplicità nella parte superiore. Dimenticatevi impostazioni particolari, o ghiere troppo approfondite, troverete solamente il controllo dell’esposizione e della selezione della modalità di utilizzo della macchina.
Il sensore è un MOS Digital Live micro quattro terzi da 20,3 megapixel con filtro a colori primari e senza filtro passa basso. L’otturatore si trova sul piano focale, raggiunge una velocità massima di 1/4000 secondi con una posa che, sfruttando anche l’elettronico, si estende fino a 30 secondi complessivi. Molto interessante è lo scatto continuo, il 4K photo è stato integrato direttamente nella Panasonic Lumix GX9, raggiungendo una velocità di 30fps, per poi riuscire ad estrapolare immagini da 8 megapixel, in caso contrario scatta al massimo a 9 fotogrammi al secondo.
Sulla parte superiore troviamo un mirino LVF LCD con risoluzione pari a 2,76 milioni di punti, copertura del 100%, ingrandimento 1,39x e distanza accomodamento dell’occhio a 17,5 millimetri (con sensore occhio integrato). La sua caratteristica principale è l’essere inclinabile, ovvero può raggiungere varie posizioni, nei 90° di rotazione, fino alla perpendicolarità con il piano superiore della macchina. Buona idea, peccato solamente che la risoluzione e la qualità generale dello stesso sia inferiore alla concorrenza, è un LCD, ad oggi vediamo gli OLED, e garantisce nel contempo un minore angolo di visione.
Posteriormente troviamo pochi pulsanti personalizzabili, con un focus particolare sull’ampio display IPS LCD con controllo touch statico da 3 pollici; la sua risoluzione è di 1,24 milioni di pixel, la luminosità è regolabile manualmente, e garantisce una copertura del 100%. La qualità è discreta, nulla di particolarmente eccezionale, ma più che sufficiente, peccato solamente non sia orientabile né tiltabile di 180°, potrà essere inclinato di circa 90° verso l’altro e di 45° verso il basso.
La connettività è stata integrata interamente sul bordo destro, qui troviamo solo una microHDMI per il collegamento di un monitor esterno ed una microUSB 2.0 per la ricarica. Manca il jack da 3.5mm per collegare un microfono o le cuffie. L’unico slot per la SD è stato posizionato nell’alloggiamento della batteria.
Quest’ultima è agli ioni di litio da 1025mAh, durata complessivamente forse inferiore alla media, non supererete i 400 scatti ed i 45 minuti di registrazione in 4K.
La resa fotografica del sensore micro quattro terzi la possiamo definire in linea con gli altri modelli di casa Panasonic, ottimo il comportamento sia all’interno che con forte illuminazione fino a 1600 ISO, poi si inizia a vedere leggermente il rumore (contenuto fino a 3200 ISO), crescente a partire da 6400 ISO. I dettagli sono ben definiti, tutta la gamma dinamica appare perfettamente riprodotta in ogni sua parte.
Con scarsa illuminazione gli scatti si possono ottenere ugualmente di alta qualità, grazie in primis allo stabilizzatore ottico sul sensore. Viene sfruttato il cosiddetto Dual I.S., ovvero la macchina combinerà lo stabilizzatore a 5 assi sul sensore con l’eventuale stabilizzatore dell’ottica abbinata (che ricordiamo essere intercambiabile), in questo modo l’utente ha la possibilità di scattare ottime fotografie con scarsa illuminazione, fornendo pochissime vibrazioni anche a mano libera (i risultati sono notevoli). Naturalmente la stessa tecnologia viene utilizzata anche nei video, qui la resa non si discosta troppo da quanto già visto in passato, riuscirete a registrare molto bene anche senza dover ricorrere ad un cavalletto.
La messa a fuoco è a contrasto a 49 aree, combinata con la tecnologia Depth From Defocus, ovvero un sistema proprietario che utilizza tutte le informazioni ricevute dall’obiettivo per calcolare la distanza del soggetto, sfruttando nel contempo le aree fuori fuoco (quindi prima e dopo lo stesso), combinandole con la messa a fuoco a contrasto. I risultati sono molto buoni, otteniamo un focus preciso in soli 0,07 secondi (non velocissimo alla pari degli 0,03 secondi di Sony), ma molto stabile, affidabile e sicuro anche nel tracking del soggetto stesso. La messa a fuoco di Panasonic è una delle mie preferite, proprio per le caratteristiche appena elencate, e anche nella Panasonic Lumix GX9 non delude assolutamente.
I video sono registrati al massimo in 4K a 30fps a 100Mbps con tempo di registrazione massimo pari a 30 minuti per file. La qualità la possiamo ritenere in linea con gli scatti fotografici, pertanto buonissimo dettaglio e colori ben rispettati; anche con scarsa illuminazione non sono individuate aree difficili ai bordi, chiaramente si consiglia l’utilizzo di un’ottica molto luminosa, poiché il sensore è relativamente piccolo e, sforzandolo con ISO o aperture elevate, il rischio di vedere tanto rumore è sempre dietro l’angolo.
In conclusione la Panasonic Lumix GX9 è una buona macchina per gli utenti che sono alla ricerca di un modello da utilizzare in mobilità e senza troppe impostazioni. La qualità complessiva è ottima, impreziosita dalla possibilità di contare su un sensore micro quattro terzi (come su GH5), e naturalmente dall’ottica intercambiabile. Il prezzo di soli 695 euro per il corpo macchina stesso ne rende più facile l’accesso alla maggior parte di noi.
Qui trovate la nostra videorecensione, mentre per i punteggi riassuntivi scorrete poco sotto.
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