Pumpkin Jack è un platform 3D che punta moltissimo su uno stile cartoon e su un’ironia ben superiore ad altri giochi dello stesso tipo, dimostrando però quanto la passione anche di una singola persona possa portare ad ottimi risultati. Lo sviluppo è stato realizzato interamente da Nicolas Meyssonnier, con pubblicazione da parte di Headup Games già nel 2020 su console, e successivo riadattamento alla next-gen verso la fine del mese scorso.
La guerra continua tra Bene e Male assume un ruolo centrale nell’intera esperienza, il Diavolo sta cercando di invadere la Terra con armate di demoni, sfondando il confine che separa i due mondi presso la cittadina di Arc En Ciel. Gli umani però sono pronti a tutto pur di difendere il territorio, e la vita terrena, per questo chiedono aiuto ad un mago (definito il campione), il quale mette in atto una serie di incantesimi per impedirne l’invasione.
Lo stesso Diavolo non si dà per vinto, decidendo di eleggere il proprio “Campione”, che dovrà sfidare direttamente il mago, l’esito dello scontro porterà al risultato finale della guerra vera e propria. Qui entriamo in gioco noi, impersoniamo Jack, un demone infernale riportato sulla Terra sottoforma di uno spaventapasseri con una zucca al posto della testa.
Intraprenderemo un viaggio che ci porterà ad attraversare cimiteri, foreste e città fortificate, guidando cavalli, vagoni e barche, sempre con a fianco un fidato compagno, un corvo, aiutante fondamentale per risolvere enigmi e superare determinate sezioni. La narrazione è ben insediata nel gameplay, abbiamo apprezzato moltissimo lo stile romanzato dei vari intermezzi, nulla di tecnico e bello da vedere, ma in grado comunque di creare atmosfera. I dialoghi, sebbene sottitolati in lingua italiana, sono troppo elementari, praticamente superflui se non nella parte iniziale di Tutorial.
La valutazione del comparto tecnico di Pumpkin Jack deve partire dalla consapevolezza che la realizzazione è stata interamente nelle mani di un singolo individuo, non in team grandissimi come altri titoli. Proprio per questo riteniamo eccellente il lavoro svolto, sebbene gli elementi grafici siano stilizzati, elementari e molto semplici. La volontà di Meyssonnier di creare un’esperienza adatta ad Halloween si nota forse troppo, la mano è troppo calcata e sembra davvero un gioco creato solo per l’occasione.
Ottimo l’adattamento alla nuova generazione, noi lo abbiamo provato su PS5 e siamo rimasti piacevolmente soddisfatti dal frame rate sempre alto e stabile, e dai dettagli complessivi. I caricamenti sono abbastanza rapidi, non immediati. I sei livelli che compongono l’avventura sono tutti differenti tra loro, hanno ambientazioni relativamente varie, con una buona differenziazione degli stage. I colori spinti catturano indiscutibilmente l’attenzione dell’utente, portandolo a soprassedere alle defezioni tecniche. I nemici sono altresì molto vari, sono tutti differenziati in relazione al livello di appartenenza, ricordando proprio il tema Halloween, si incroceranno infatti zombi, cavalieri senza testa, scheletri e similari. I modelli poligonali sono stilizzati e veramente semplici, tuttavia le meccaniche non appaiono essere di bassa qualità, e l’esperienza complessiva è sufficiente.
Stesso discorso per il personaggio principale, le sue movenze sono adeguate ed abbastanza realistiche, con animazioni differenti in relazione all’arma utilizzata. La colonna sonora è ridondante, il motivetto resta quasi sempre lo stesso, tranne in determinate sessioni, alla lunga stanca.
Pumpkin Jack è un platform 3D, le fasi raccolte nei vari stage propongono un livello di sfida complessivamente molto basso, senza una progressione importante, se non nelle boss fight. Come vi dicevamo prima, i 6 livelli terminano sempre con un boss, il quale presenta proprio una difficoltà crescente, senza però mai essere troppo complicato o difficile da battere. In parallelo le azioni sono molto simili tra loro, con ripetizioni importanti nelle cose da fare, nelle scene, negli appoggi e negli ostacoli, se non per l’introduzione dei “funghi” che permetteranno di effettuare salti molto alti. La longevità non è eccessiva e se lo giocherete a giuste dosi forse non ve ne accorgerete, però se effettuerete una run intensa, vi potrebbe stancare.
Fortunatamente lo sviluppatore ha voluto integrare minigiochi nel corso dei quali Jack si staccherà dal corpo umano, e sarà necessario controllare fisicamente la zucca. Il grado di difficoltà è sempre molto basso, e sono giochi davvero semplicissimi, che spazieranno dal più classico Memory con i nomi sulle tombe, passando alla riproduzione di una musica toccando i funghi e similari. Indipendentemente da tutto, sono intermezzi piacevoli che spezzano il ritmo e la monotonia dell’esperienza, come le sessioni di “corsa”, prima su un vagoncino da minatore, poi su un cavallo imbizzarrito o su un vagone, nelle quali il nostro compito sarà di evitare ogni ostacolo che si parerà davanti.
Il personaggio presenta una progressione nelle armi che effettivamente potrà utilizzare, partirà da un semplice badile, passando per una lancia, una spada o un fucile, tutte selezionabili con la ruota degli strumenti, ma senza una caratterizzazione o una potenza effettivamente segnalata. Lo spostamento all’interno degli stage è abbastanza limitato, sono presenti collezionabili di due tipi: i teschi (20 per ogni livello, da utilizzare per acquistare i nuovi abiti presso il carretto, l’unico modo per personalizzare Jack) e i grammofoni (molto più rari, il personaggio avvierà una sessione di ballo quando li troverà).
Il compagno di viaggio che ci accompagnerà per tutto Pumpkin Jack è il corvo, le funzioni che gli potremo assegnare sono molto limitate, ma risulterà fondamentale in determinate occasioni, come l’apertura di cancelli nelle sessioni di “corsa”, l’attacco di nemici da lontano e simili, raggiungibili mediante la pressione del tasto L1 (su PlayStation).
In conclusione Pumpkin Jack propone un’esperienza decisamente interessante, limitata dai vincoli tecnici invalicabili dell’unico sviluppatore, ma gestita alla perfezione. E’ apprezzabile proprio il non aver voluto strafare, l’essere consapevole dei propri limiti, e partendo da questo costruire un titolo che non abbia nulla da invidiare a proposte di studi più sviluppati e forniti. La longevità è più che sufficiente, il ritmo abbastanza alto, eccellente l’adattamento alla nuova generazione, con ambientazioni e dialoghi divertenti; le fasi platform sono semplici, non richiedono mai troppa pazienza.
Dall’altro lato della medaglia troviamo qualche piccolo difetto, il tema Halloween è troppo marcato, e può stancare alla lunga o nel momento in cui si gioca in un periodo dell’anno differente. Oltre a questo, il sistema di combattimento non è preciso ed è davvero troppo semplice, con azioni e ostacoli ripetitivi.
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