Rainbow Six Extraction è lo spin-off di uno degli shooter cooperativi online più appezzati degli ultimi anni, da poco lanciato da Ubisoft su console e PC, con possibilità di fruirne direttamente nel Game Pass di Xbox dal day one. Riuscirà a mantenere l’ottimo livello raggiunto con l’episodio precedente, superando anche le aspettative dei videogiocatori amanti di GTFO o Back4Blood? scopriamolo nella recensione completa.
In un titolo di questo tipo la trama ed il costrutto narrativo sono generalmente marginali, in Rainbow Six Extraction gli Archei, una razza aliena, hanno invaso il nostro pianeta, distruggendo città, strutture e centri del potere. Le motivazioni che li hanno spinti ad una simile azione non sono definite, sono arrivati tramite un virus contenuto in un missile atterrato sul pianeta, sappiamo soltanto che sono in grado di generare caos, nidi che gli permettono di moltiplicarsi, distruzione e l’Archeloma. Questa è una poltiglia dal colore tendente al nero, molto particolare, sembra essere quasi un essere senziente; il suo comportamento è atipico, può comportare l’avvelenamento dell’uomo, rallentare gli spostamenti, ed allo stesso tempo indurirsi per proteggere determinate aree/sezioni.
Sebbene l’attacco sia stato effettivamente improvviso, l’umanità è tuttavia pronta a combattere con tutte le armi a disposizione. Noi faremo parte della squadra Rainbow, a cui fa capo la REACT, con l’obiettivo di raccogliere più informazioni possibili, controbattere ed ovviamente scacciare l’invasore. Il costrutto narrativo è stereotipato, non particolarmente originale, ma la sua presenza rappresenta già un aspetto positivo da non trascurare. Gli sviluppatori lasciano agli utenti la scelta di scoprire tutto il contorno, svolgendo specifici obiettivi secondari, oppure buttarsi direttamente nella battaglia. Quest’ultime saranno fondamentali appunto per raccogliere i dettagli necessari sull’approfondimento di nemici, armi, o anche semplicemente l’equipaggiamento che si otterrà con la progressione dell’account.
In un qualsiasi shooter, ancora meglio se cooperativo, la parola d’ordine deve essere fluidità, ovvero un’esecuzione senza un eccessivo appesantimento grafico, votata principalmente al fornire all’utente un’esperienza senza rallentamenti o lag. Sebbene non sia compatibile con il DLSS o il Ray Tracing, nella nostra prova su PS5 siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla capacità di Rainbow Six Extraction di girare alla perfezione, senza rallentamenti in nessun caso, o ritardi/lag nella ricezione dell’input. Eccellente anche l’adattamento al DualSense, in termini di vibrazione, feedback aptico e grilletto adattivo.
Graficamente non è il titolo più preciso e dettagliato di sempre, però appare essere molto vicino all’idea di next-gen, con buona definizione/risoluzione e nitidezza. La conta poligonale è più che sufficiente, come anche le texture; i modelli dei personaggi sono ben fatti, variegati e precisi, forse si sarebbe potuto lavorare meglio sui nemici, troppo evocativi di altri alieni visti in passato.
I livelli stilisticamente sono molto simili tra loro, consapevoli del fatto, tuttavia, che il giocatore presterà maggiore attenzione alla struttura degli stessi, piuttosto che alla realizzazione artistica. Di conseguenza non possiamo che elogiare l’ottimo risultato raggiunto da Rainbow Six Extraction,il level design è ben fatto, curato ed apprezzabile anche per lungo tempo.
Il titolo, come anticipato, è uno shooter cooperativo online, con una fortissima progressione del personaggio e dell’account. Esistono differenze tra i due, ogni operatore selezionato avrà una propria esperienza (da accrescere con il suo utilizzo), che porterà ovviamente a sbloccare nuove armi e abilità particolari. Dall’altro lato, invece, accrescendo il livello dell’account sarà possibile accedere a nuove mappe, gradi di difficoltà differenti, a nuovi operatori, gadget e simili. Da non trascurare anche l’effetto reale sull’operatore, l’esperienza non crescerà continuamente, anzi potrebbe calare se trascurato o ferito; un realismo sicuramente apprezzabile e ben congeniato.
L’idea più che altro è di farvi utilizzare più tipologie di operatori possibili, con tutte le difficoltà del caso, ovvero iniziare partite con tipologie non apprezzate, o ancora peggio con armi non utili secondo il nostro stile di gioco. Questa è forse una delle limitazioni, almeno iniziale, più difficile da superare, anche nella composizione della squadra.
L’aspetto che contraddistingue Rainbow Six Extraction riguarda anche il livello di sfida elevato, non è il classico cooperativo da punta e spara, ma un gioco che richiede una forte coesione e collaborazione tra i membri del team (in totale 3 giocatori). Teoricamente può essere giocato anche in solitaria, ma dopo le prime due zone la difficoltà è troppo elevata; pensare di giocare con utenti random è molto complesso (sopratutto se ognuno pensa a sé stesso, come sempre accade).
Dopo aver composto la propria squadra, il sistema pesca 3 missioni causali all’interno della mappa selezionate, differenziandole di zona in zona. I giocatori devono completarle l’una di seguito all’altra, con possibilità eventualmente di salvare tra l’una e l’altra (evitando di perdere esperienza, ad esempio), o proseguire.
La difficoltà sarà crescente, sia in termini di nemici da affrontare, che nella struttura del livello stesso. Gli approcci possono essere davvero tantissimi, e tutto dipenderà dallo stile di gioco che intendete intraprendere, gli sviluppatori hanno puntato molto su azioni stealth e sulla tattica, tralasciando il classico “sparare all’impazzata”. Nei comandi non abbiamo notato difficoltà di alcun tipo, sono i classici dei titoli dello stesso tipo, Ubisoft è stata in grado di migliorare l’esperienza vista con il capitolo precedente.
Particolare è infine la “morte” dell’operatore nel corso della missione; come al solito, se colpiti resterete a terra, in attesa che un compagno vi venga a rianimare. Ipotizzando che non lo faccia (o non facciano in tempo), il personaggio verrà letteralmente ricoperto da una schiuma bianca, entrando in una sorta di trance/sonno profondo dalla quale è possibile risvegliarsi. I modi sono due: o venire letteralmente trasportati sulle spalle degli amici fino alla prossima area, oppure tornare in un secondo momento nella stessa zona ed avviando una missione di salvataggio.
In conclusione Rainbow Six Extraction è uno shooter cooperativo non adatto a tutti, la sua complessità richiede forte coesione tra i membri della squadra, tuttavia il livello di sfida elevato porta ad una maggiore soddisfazione nel superamento delle missioni. L’approccio tecnico e stealth è adatto agli amanti del genere, se siete alla ricerca di uno shooter consigliamo un Battlefield 2042 o un CoD, il titolo recensito è per i puristi della tattica, dello studio delle aree di combattimento e delle strategie di azione.
La progressione è eccellente, uno degli aspetti di maggiore successo di Rainbow Six Extraction, grazie anche al “calo” dell’esperienza dei vari operatori, che purtroppo può apparire limitante nelle fasi iniziali. Questo è forse l’unico aspetto negativo, per il resto è un titolo che promette tanto divertimento (ed arrabbiature di gioco), se verrà supportato a dovere da Ubisoft, sarà anche molto longevo.
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