Scarf è il nuovo platform game di Upsiring Studios, pubblicato da HandyGames (nell’universo di THQ Nordic), nel corso del quale dovremo guidare un essere antropomorfo, dotato di una grande ed affascinante sciarpa rossa (da qui il nome Scarf). Disponibile per PC, presenta un prezzo di vendita finale che non supera i 30 euro; scopriamolo assieme nella nostra recensione completa.
Come nella maggior parte dei titoli dello stesso tipo, anche Scarf limita al massimo il contesto narrativo di appartenenza, spingendo l’utente direttamente nel gaming, piuttosto che in intermezzi narrativi o cutscene. Come anticipato, dovremo controllare un giovane essere con indosso una sciarpa, che addirittura assume la forma di un drago (o simile perlomeno), essendo a tutti gli effetti un essere senziente.
Il soggetto principale della storia non è tanto l’antropomorfo, quanto la sciarpa in sé; un tempo era parte di una creatura molto grande e potente (viene definita con il potere della luce), imprigionata e fatta letteralmente a pezzi da “I Nomadi“. Lo scopo dello smembramento è chiaro, acquisire il potere posseduto dalla stessa, utilizzando i filamenti per realizzare nuovi mondi. La sciarpa è stata creata proprio con questi, il nostro compito sarà di intraprendere un’avventura alla ricerca delle parti mancanti, per poter “ricostruire” una volta per tutte la creatura originaria.
Il contesto narrativo è sin da subito abbastanza debole e non perfettamente raccontato, manca sopratutto di originalità e di caratterizzazione. Nel corso dei vari livelli sarà possibile approfondire, anche se in modo molto marginale, la storia, acquisendo le cosiddette sfere di oscurità. Il racconto assume tinte decisamente fiabesche, il ritmo è costante e complessivamente discreto.
Gli scenari che attraverseremo in Scarf non sono tantissimi, li possiamo raccogliere in tre ambientazioni differenti: un deserto, un’isola di grande dimensioni ed un pianeta verdeggiante. Difficilmente incroceremo altre creature, in ognuno dei suddetti regna assoluto silenzio, e si nota una deriva verso la rovina, con la presenza di templi abbandonati a sé stessi. L’idea degli sviluppatori di evocare nel giocatore sensazioni positive, adottando uno stile visivo unico, funziona e convince.
La conta poligonale è davvero minima, come anche i dettagli, le texture e la definizione in generale; tecnicamente il titolo ha poco da offrire, giocando le proprie carte con ambientazioni accattivanti, coinvolgenti ed un’aurea di mistero che lascia sempre con il dubbio. Lo stile fiabesco convince ed affascina, riuscendo ad amalgamare alla perfezione il tutto. Il comparto sonoro è di ottimo livello, le musiche seguono alla perfezione il ritmo narrativo, riuscendo ad accompagnare il viaggio senza difetti.
Scarf è a tutti gli effetti il perfetto mix tra un platform ed un puzzle game, i livelli in cui dovremo testare le nostre abilità sono tre (con le ambientazioni di cui vi abbiamo parlato in precedenza). All’interno degli stessi troveremo un elevato quantitativo di piattaforme su cui saltare, evitando di cadere in acqua o nei burroni, trovando nel contempo collezionabili (disegni e giocattoli) o le sfere evocative, per sbloccare i ricordi.
Il grado di sfida è molto basso, il titolo è ampiamente adatto a tutte le età, indipendentemente dall’esperienza o dalle vostre abilità. Lo spostamento all’interno degli stage è lineare e semplice, sebbene comunque la sciarpa permetta di fruire di abilità particolari (planare sulle superfici più lontane, sfruttarla come se fosse un rampino, auto-lanciarsi alla pari di una fionda o il più semplice doppio salto), non si raggiunge mai un livello di difficoltà elevato, né si nota una progressione.
Al netto delle sezioni “al chiuso”, molto buone sono le macro aree, ovvero location dalle grandi dimensioni in cui è necessario esplorare per trovare alcuni ricami della sciarpa, utili per il prosieguo dell’esperienza. In questo caso si incrociano puzzle ed enigmi semplici che richiedono un minimo di ragionamento, ma non di più; ad esempio nella prima run non ci siamo mai bloccati, al massimo 10 secondi.
Ciò che permette di variare leggermente l’esperienza è l’idea di proporre delle peculiarità uniche nei livelli che si incrociano, infatti dovremo sfruttare la sciarpa come se fosse un deltaplano nello stage dai forti venti, dovremo spaventare gli animali e similari. Per il resto il level design non è sempre ben congeniato, la troppa monotonia e semplicità delle aree che si incrociano può rischiare di stufare, sebbene comunque la longevità non superi le 5 ore.
In conclusione Scarf è un platform game consigliato agli amanti del genere, alla ricerca di un’esperienza diversa dal solito, condita con ambientazioni accattivanti, ed uno stile fiabesco che ammalia sin dalle prime battute. Le mancanze tecniche, da un punto di vista grafico, vengono letteralmente sommerse da scenari evocativi e misteriosi. Il livello di difficoltà così basso, ci porta a consigliarlo agli utenti alle prime armi, o a coloro che vogliono rilassarsi trascorrendo qualche ora spensierata. La rigiocabilità è minima, mentre il backtracking è favorito dalla presenza di innumerevoli collezionabili (anche se facilmente individuabili). Buona l’idea e le abilità legate all’utilizzo della sciarpa, sono il tratto distintivo dell’intera esperienza, condite con caratteristiche specifiche dei vari livelli che si incrociano.
Dall’altro lato della medaglia poniamo proprio il grado di sfida, ma anche l’estrema linearità e semplicità dei livelli, il rischio di stancare è alto, sopratutto per il giocatore che nutre aspettative particolarmente elevate.
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