Submerged: Hidden Depths è un gioco che si allontana moltissimo dal trend del momento, focalizzato sull’azione e sulle sparatorie, proponendo una tranquilla avventura in un mondo assolutamente fantastico, puntando moltissimo sull’esplorazione. Vediamolo però da vicino con la nostra recensione completa.
Tutta l’avventura è ambientata in una città lentamente invasa da una pianta rampicante malevola, chiamata Massa, e veramente velenosa per l’essere umano. L’unica persona immune ai suoi effetti è Miku, la giovane protagonista da noi controllata che, grazie all’aiuto del fratello, intraprenderà un viaggio con l’obiettivo di debellare l’invasore, trasformandola in fiori atti ad ornare il mondo di gioco.
Per farlo dovremo esplorare l’intera città alla ricerca di 10 semi, da combinare in un secondo momento per raggiungere il nostro scopo finale. Una trama davvero semplicissima e tutt’altro che originale, che assume nel tempo un ruolo marginale rispetto all’esperienza goduta dal giocatore, sebbene impreziosita da bellissime scene d’intermezzo che spezzano il viaggio, arricchendolo con dettagli inediti.
Nella nostra prova su PS5 siamo rimasti piacevolmente colpiti dagli scenari e dall’impatto visivo che i ragazzi di Uppercut Games sono effettivamente stati in grado di creare, con la consapevolezza dei pochi fondi a disposizione. Gli scenari valgono da soli il prezzo del gioco, sono scorci incantevoli di un mondo ideale, ma bellissimo da vedere, ricco di colori sgargianti, creature affascinanti e dettagli incantati.
La direzione artistica non delude le (alte) aspettative che avevamo in fase di presentazione, scelte oculate ed una strada molto tranquilla, ma assolutamente ben raccontata, che spinge su un tema di grande attualità: la rovina del mondo da parte della mano dell’uomo. Le texture non sempre sono di alto livello, come i dettagli e la nitidezza, le sbavature si notano, è vero, ma l’insieme creato non può che essere ammirevole.
La colonna sonora è la ciliegina sulla torta, un mix di brani perfettamente in ritmo con l’avventura, decisamente in grado di valorizzarla, seguendo senza problemi ogni singolo momento.
Individuare una categoria ben precisa per Submerged: Hidden Depths, è davvero molto difficile, proprio perché esula dai canoni che stiamo vedendo nell’ultimo periodo. Possiamo solamente dire che il fulcro dell’intera esperienza è rappresentato dall’esplorazione, i due personaggi si spostano in lungo e in largo nell’area di gioco, a bordo della fidata imbarcazione, andando alla scoperta delle varie rovine che pullulano nella mappa (attenzione però, tutto sarà letteralmente sommerso), alla ricerca dei semi d’oro o di oggetti altrettanto rari.
Il livello di sfida è assolutamente ai minimi, l’esperienza è quasi rilassante, ed atta ad accompagnare il giocatore in un viaggio, non a sfidarlo (come in Elden Ring, per intenderci). Per variare il più possibile, gli sviluppatori hanno inserito anche qualche piccolo puzzle, altrettanto semplici e basilari, che non obbligano ad un ragionamento effettivamente troppo complesso.
Il gameplay è piacevole, ben realizzato e chiaramente adatto ad ogni tipologia di utenti. Alcune esplorazioni verranno compiute anche sulla terraferma, e qui potremo mettere mano anche ad un limitatissimo parkour, che ricorda molto lontanamente le avventure di Nathan Drake, divertente, ma nel quale non potremo mai sbagliare, poiché è impossibile morire. I collezionabili sono presenti, spingono il giocatore ad esplorare il più possibile le aree, trovando animali, oggetti e documenti, garantendo anche una certa rigiocabilità perfetta per i completisti, la quale punta ad estendere il più possibile la longevità, altrimenti abbastanza ridotta.
In conclusione Submerged: Hidden Depths convince pienamente gli utenti che sono alla ricerca di una esperienza rilassante, dal livello di sfida quasi azzerato, tramite la quale esplorare un mondo ideale, in cui la mano dell’uomo ha fatto solamente danni, nel tentativo di purificare le aree, e liberarle dal gioco di una rampicante malevola. Graficamente è ottimo, con tanti (piccoli) difetti, compensati dalla visione d’insieme offerta dagli sviluppatori.
Dall’altro lato della medaglia, troviamo forse un sistema di gioco troppo semplificato, anche i piccoli momenti di parkour potevano essere resi più accattivanti, ad esempio permettendo al giocatore di morire, mentre i puzzle sono eccessivamente simili tra loro.
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