Sono trascorsi ormai diversi dal lancio del titolo su mobile e su PC, finalmente lo scorso mese è arrivato ufficialmente anche sulle console di ultima generazione, quali sono PS5 e Xbox Series X, ed abbiamo avuto l’opportunità di testare in maniera approfondita The House of Da Vinci 3 proprio su quest’ultima. Scopriamo come si è comportato nella nostra recensione completa.
Il costrutto narrativo segue linee ben precise, nel corso delle quali il giocatore si ritrova trasportato in un mondo del passato, dove impersona l’apprendista di Leonardo da Vinci (Giacomo), impegnato a scoprire segreti e fuggire da temibili scagnozzi che sin da subito lo assaliscono, rompendogli l’Oculus Perpetua, un macchinario il cui obiettivo è di permettere di tornare nel passato (funzione utilissima in corso d’opera). A questo punto inizierà una vera e propria avventura, con il Maestro a farci da guida, con una serie di invenzioni decisamente uniche, ma anche tante lettere di personaggi passati, che ci guideranno nell’avventura alla scoperta del motivo per il quale ci stanno effettivamente seguendo.
La narrazione è discreta, riesce a catturare l’attenzione del giocatore, ed effettivamente a dare un senso a tutto ciò che viene richiesto durante l’esperienza. Il comparto audio è sufficiente, non riesce ad accompagnare perfettamente l’azione, fermo restando essere più che bilanciato per la tipologia di gioco che ci troviamo ad avere tra le mani. La localizzazione audio è solamente in lingua inglese, mentre i testi sono tradotti anche in italiano.
The House of Da Vinci 3 è un gioco ricco di rompicapi e puzzle, che spingono l’utente a ragionare in modo creativo per giungere ad una conclusione. L’organizzazione degli stessi è sempre uguale, al debutto sulla scena si frappone un macro-problema, che viene poi suddiviso in tanti sotto-problemi, una sorta di matrioska, da risolvere un pezzo per volta fino all’origine. Ciò che convince è l’originalità dell’esperienza e la varietà degli enigmi da risolvere, non sempre semplicissimi, e con un livello di difficoltà crescente, assecondando la crescente esperienza dell’utente con le meccaniche di gioco. Nel corso dell’avventura ci si ritroverà a decifrare codici, svelare meccanismi nascosti, risolvere puzzle e quant’altro, con la possibilità comunque di fare affidamento sull’aiuto, che verrà mostrato a schermo dopo un determinato periodo di inattività (e sarà un aiuto in crescendo).
La longevità è di circa 5/6 ore effettive, e purtroppo è privato di qualsivoglia rigiocabilità, in primis il backtracking è impossibile, data la quasi totale assenza di collezionabili di vario genere, in secondo luogo, non esiste alcun motivo che potrebbe spingere il giocatore a riavviare l’esperienza, data l’assenza di un secondo finale o similari. Si “sente” essere un gioco riadattato dal mondo PC e mobile, infatti non è possibile spostarsi liberamente all’interno delle scene, ma solamente tramite alcune scene “fissate”, nulla di impossibile da accettare o trascendentale, basta solamente farci l’abitudine.
Graficamente The House of Da Vinci 3 risulta essere discreto, non può essere paragonato ad un titolo di ultima generazione, in quanto le texture dei personaggi sono carenti, con dettagli non propriamente precisi. Osservando però da vicino i vari elementi di gioco, i quali sono ad esempio i meccanismi alla base degli enigmi, possiamo notare una grandissima attenzione al dettaglio, ed una precisione, che difficilmente non ci saremmo aspettati.
In conclusione The House of Da Vinci 3 è un puzzle game da giocare ad occhi chiusi, soprattutto se siete amanti del genere, in quanto riesce a coinvolgere il giocatore nella maggior parte dei suoi enigmi, senza stancare o rendere l’esperienza troppo difficile da essere accettata. Vuole al contrario essere un gioco aperto a tutti, con i suoi 3 aiuti per ogni scena, peccato solamente per una narrazione non eccessivamente coinvolgente, ed una grafica che, nonostante tutto, nel 2024 poteva essere migliore.
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