The Last of Us Parte 1 Remake è stato ampiamente discusso, forse fin troppo, prevalentemente per il prezzo di listino ritenuto dai più eccessivamente elevato. Vediamo se vale l’investimento di quasi 80 euro, con la nostra recensione completa.
L’arco narrativo rappresenta il fiore all’occhiello dell’intera esperienza garantita dal titolo, ed ovviamente non cambia rispetto alla versione originale. Il mondo è colpito da un virus in grado di trasformare le persone in veri e propri carnefici, allo stesso tempo pronti ad infettare altri simili con fluido corporeo, o semplicemente con un morso.
Joel Miller, nella fuga iniziale perde la figlia Sarah, a causa dello sparo da parte di un militare troppo fedele agli ordini, spostando poi l’intera narrazione al termine di un periodo temporale di circa 30 anni. La situazione è fortemente peggiorata, ci troviamo di fronte ad un mondo post-apocallitico, in cui Joel farà la conoscenza di Ellie Williams, una giovane che miracolosamente risulta essere immune al virus.
Entrambi intraprenderanno un viaggio che li porterà da Boston a Salt lake City, nella speranza di raggiungere “le Luci”, e riuscire ad ottenere un vaccino che possa salvare definitivamente l’Umanità. La narrazione si articola su circa 1 anno di viaggio, con sentimenti sempre più profondi, ed una regia incredibile, tanto dal non avere nulla da invidiare a vere e proprie pellicole cinematografiche.
Nel remake troviamo anche l’unico DLC del titolo, quale è left Behind, che narra la storia di Ellie nelle tre settimane immediatamente precedenti al proprio incontro con Joel. Una aggiunta sicuramente apprezzata, che non introduce nulla di nuovo nel gameplay, ma funge da contorno alla storia raccontata, oltre che estendere di circa 5 ore il gameplay.
I miglioramenti più importanti e visibili li notiamo appunto nella grafica di The Last of Us Parte 1 Remake. Il passo in avanti è assolutamente incredibile, con texture decisamente più precise, una conta poligonale elevatissima, ed una maggiore definizione di tutte le aree attraversate.
All’avvio sarà possibile scegliere tra due modalità: fedeltà, in 4K a 30fps, mentre prestazioni a 1440p, ma a 60fps. A prescindere dalla soluzione selezionata, il frame rate è sempre stabile, anche nei momenti più concitati, grazie all’hardware di PS5 non abbiamo notato cali degni di nota.
Importanti cambiamenti sono visibili anche nelle espressioni facciali, con addirittura arrossamenti sulle guance nei momenti di timidezza, oppure le lacrime agli occhi nei momenti più tristi e cupi. Per marcare maggiormente le differenze con la versione standard, gli sviluppatori hanno calcato di dettagli e colori tutte le scene. Magistrale, infine, è la gestione delle fonti di luce, rappresentando la soluzione perfetta per incrementare notevolmente la qualità generale.
La colonna sonora resta altrettanto magistrale, anche senza cambiamenti particolari rispetto alla versione originale, se non il supporto all’audio 3D, che permette all’utente di immergersi sempre più nell’avventura.
Il gameplay non è stato rivoluzionato, ma migliorato, andando a prendere tanti aspetti della Parte 2, adattandoli al Remake. In primis da notare la piena compatibilità con il DualSense, il feedback aptico ed i grilletti adattivi, sono perfettamente adattati all’opera, presentando quel valore in più che dovrebbero portare.
Le interfacce richiamano apertamente al capitolo successivo, con l’HUD ed il menù del crafting praticamente identici a quanto visto nella Parte 2, ed è sicuramente un bene, poiché offrono la continuità nell’esperienza, creando una sorta di tutt’uno tra entrambi gli episodi.
Il combat system è anch’esso stato solamente in parte modificato, con l’intelligenza artificiale che è stata resa più attuale e “sensata”. Le movenze dei runner, clicker o bloater sono mutuate dall’esperienza acquisita nel corso degli ultimi 10 anni, con gli stalker ripresi in maniera identica dalla Parte 2. L’attuazione è sicuramente ammirevole, e permette di continuare a creare quella continuità di cui parlavamo prima, rendendo allo stesso tempo il gioco più attuale, secondo i canoni a cui siamo quest’oggi abituati.
Il livello di difficoltà è stato reso più specifico, potremmo anche definirlo granulare, con la possibilità di gestire in separata sede il livello dell’intelligenza artificiale, della parte survival o delle azioni stealth. Un’altra miglioria che non può essere trascurata, nell’idea di rendere l’esperienza più accessibile e personalizzabile, in relazione alle abilità del giocatore.
Stesso discorso per quanto riguarda l’accessibilità da parte di persone con handicap di alcun tipo, con la presenza di un innovativo sistema in grado di rendere più intellegibile qualsiasi dialogo, andando a sfruttare il Dualsense e la sua vibrazione aptica.
In ultimo, acquistando The Last of Us Parte 1 Remake potrete fruire di una serie di extra che poco hanno a che vedere con il gameplay, ma che permettono di comprendere appieno la portata di un titolo che ha fatto la storia. Sono infatti disponibili i bozzetti dei personaggi, le concept art degli ambienti, il podcast degli sviluppatori e dei doppiato, con alcuni retroscena da non perdere assolutamente.
In conclusione The Last of Us Parte 1 Remake è un titolo assolutamente imprescindibile, il gioco che tutti noi dovremmo avere nella libreria, sopratutto se abbiamo amato la versione originaria. Rigiocare il Remake non introduce tante novità da portare a provare una nuova esperienza, ma se in possesso di una PS5, riteniamo assurdo non pensare di investire la cifra necessaria nell’acquisto.
I miglioramenti ci sono e sono palpabili, con una nuova intelligenza artificiale (più moderna e intelligente), uno dei migliori comparti grafici del 2022, e tantissimi extra che possono soddisfare i fan più accaniti. L’unico aspetto negativo? forse il prezzo di vendita, sono necessari praticamente 80 euro per il suo acquisto, e non sono assolutamente pochi.
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