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Recensione Total War: Pharaoh – tradizione e innovazione a braccetto

Total War: Pharaoh è l’ultimo capitolo di una delle saghe più amate e desiderate dal pubblico di tutto il mondo, un’esperienza che riesce a racchiudere al proprio interno la bellezza della tradizione con l’attesa dell’innovazione, andando a creare il giusto connubio che convince appieno. Vediamolo meglio da vicino nella nostra recensione completa.

 

Trama

L’ambientazione è sicuramente uno dei suoi punti di forza, infatti Total War: Pharaoh è interamente focalizzato sull’Antico Egitto, un periodo storico nel quale Merneptah, il Faraone del momento, sta per lasciare il mondo terreno, senza però avere la certezza di un successore altrettanto valido. Alle sue spalle si celano un numero imprecisato di Generali pronti a prendere il suo posto, i quali dovranno essere scelti ed interpretati dal giocatore: Tausret (la moglie di Seti), Seti (figlio diretto di Merneptah), Ramses (un guerriero leale), Amenmesse (il secondogenito di Merneptah, più calmo e tranquillo del fratello), a cui si aggiungono eventualmente altri quattro generali delle realtà circostanti (i quali hanno ovviamente obiettivi differenti).

 

Grafica

Le migliorie grafiche, nella nostra prova su PC (via Steam), sono pressoché minime rispetto ai capitoli precedenti della serie, infatti i modelli 3D sono allineati con gli altri titoli ed il dettaglio grafico andrebbe sicuramente rivisto, o meglio ammodernato secondo gli standard attuali. Incantevole è l’ambientazione, ricordando che l’esperienza è ambientata all’incirca verso il 1500 a.c., con interessanti animazioni che offrono un maggiore senso di immersione, ma che non gli permettono di spiccare il volo quanto ci saremmo aspettati di vedere. Non fraintendeteci, il comparto tecnico è solido ed affidabile, non ha presentato bug particolari da segnalare, considerando però la lunghezza della serie, avremmo preferito un upgrade grafico.

 

Meccanica di gioco e Gameplay

Total War: Pharaoh nasconde la propria anima classica di Total War, costellata quindi di battaglie all’ultimo sangue ed una parte più gestionale. Nel corso di quest’ultima il nostro compito è quello di gestire lo spostamento delle truppe sulla mappa, oltre che mantenere sotto controllo l’esercito (ad esempio assoldando nuovi soldati) e gestire le varie città per una maggiore stabilità di tutto il regno. La miglioria più grande la ritroviamo nell’adattamento dell’esperienza alla scala gerarchica egizia, in altre parole il giocatore può diventare faraone in due modi: combattere fino all’ultimo sangue distruggendo tutti i rivali, oppure adottare una via più politica, stringendo alleanze con le tribù locali. Da quest’idea nasce un nuovo modo di giocare, infatti acquisiranno minore importanza le lotte, diventando più interessanti la diplomazia e le decisioni prese nel corso dei vari dialoghi, ma anche riguardanti il modo di vestire e di comportarsi in pubblico.

Alla base troviamo la classica esperienza dei Total War, tuttavia l’interessante adattamento alla realtà egizia ci ha permesso una maggiore immersione in una realtà storica che ha fatto letteralmente la storia del mondo. L’intero gioco viene suddiviso in più parti, dall’ascesa, in cui combattere i rivali, alla presa del potere ed il suo mantenimento, con la difesa da parte di agenti esterni, come tribù più forti arrivate da lontano, o semplicemente tumulti interni.

Tutto questo rappresenta ciò che di buono e di nuovo abbiamo trovato in Total War: Pharaoh, poiché il resto sa di già visto, nonostante sia comunque molto buono. Il sistema di gioco è inalterato, con ritmi forse leggermente più lenti, e tutti i combattimenti che si affidano al solito sistema di “morra cinese”. Ciò su cui abbiamo notato una maggiore differenza è l’attenzione posta dagli sviluppatori sul meteo dinamico, ovvero le condizioni meteorologiche influiscono anche sul comportamento delle varie unità, come utilizzare gli arcieri con tanto vento è controproducente, ad esempio. Le tattiche che avete sempre utilizzato con i precedenti Total War funzioneranno alla perfezione anche nel nuovo capitolo, le novità terminano qui, se non per quanto riguarda la maggiore dinamicità delle truppe sul terreno di scontro.

 

Total War: Pharaoh – conclusioni

In conclusione Total War: Pharaoh è un ottimo capitolo da consigliare ad occhi chiusi a tutti gli amanti della serie che vogliono vedere quasi le stesse meccaniche adattate all’Antico Egitto. Le novità sono poche, riguardano più che altro la parte gestionale del gioco, affondando comunque le radici negli stessi combattimenti e in un comparto grafico che forse andrebbero leggermente rivisti, nonostante poggino su una base molto importante ed apprezzata nel corso degli ultimi anni.

 

Denis Dosi

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