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Recensione Trek to Yomi: è Ghost of Tsushima in 2D?

Trek to Yomi è l’ennesima perla di Devolver Digital, un publisher che negli anni ci ha deliziati con tantissimi giochi di alto livello, ancora pronto a far sognare letteralmente gli utenti con un’esperienza che ricorda lontanamente Ghost of Tsushima, ma solamente in 2D (a scorrimento orizzontale, per intenderci). Vediamolo da vicino nella nostra recensione completa.

 

Trama

La storia è tanto semplice, quanto comunque in grado di coinvolgere nel corso dell’avventura; in Trek to Yomi impersoniamo un uomo cresciuto nell’ombra di un esperto samurai, catapultato in una realtà difficile e complessa. La propria terra è invasa da un popolo nemico ed ostile, la distruzione dei villaggi è incredibile, ma non spetterà a noi risollevare le sorti della nazione, semplicemente perché siamo morti.

Avete capito bene, impersoneremo un dannato che dovrà svolgere un viaggio introspettivo tra fantasmi, sentimenti e paure, per cercare di fare luce su quali sono i motivi più reconditi che si nascondono alle spalle del massacro, approfondendo il rapporto con la donna che l’ha sempre amato.

Una storia semplice e classica, impreziosita comunque dalle scelte, che possono davvero influire sul prosieguo dell’esperienza, con finali multipli che spingono ad una maggiore rigiocabilità generale (peccato non si possano riavviare i singoli capitoli).

 

Grafica

A conti fatti Trek to Yomi viene sviluppato da un team ridotto veramente all’osso, il budget è risicato, e da un punto di vista tecnico lo notiamo. La nostra prova su PS5 ha mantenuto un frame rate sempre stabile, senza rallentamenti o lag, con modelli poligonali ridottissimi, e dettagli non troppo puliti. Ciò su cui gli sviluppatori hanno voluto puntare, è lo stile, l’ambientazione ed il coinvolgimento che sono effettivamente riusciti ad offrire; un qualcosa che difficilmente possiamo trovare altrove, come la deliziosa gestione dei punti luce, nonché un bianco/nero appagante alla vista.

dialoghi e la colonna sonora sono generalmente discreti, molto classici e basilari, non riescono ad instillare la curiosità nell’utente che al giorno d’oggi si avvicina a Trek to Yomi.

 

Stile di gioco e Gameplay

Il titolo è tecnicamente un action adventure in 2D, o più precisamente a scorrimento, con un stile di gioco da ritenersi come la perfetta commistione di parti di combattimento, alternate ad intense sessioni di esplorazione. La stessa alternanza la troviamo anche nella gestione della camera, durante i combattimenti dovremo fare i conti con una telecamera fissa, che diventa preso completamente controllabile a “mano libera” nell’esplorazione; una scelta stilistica molto particolare, che inizialmente può portare ad una sensazione di smarrimento.

Lo spostarsi all’interno delle varie ambientazioni è impreziosito dalla presenza di un buon quantitativo di collezionabili, la perfetta soluzione per spingere l’utente a conoscere in maniera più approfondita la cultura che alberga alle spalle del personaggio (quella giapponese). Il sistema di combattimento è meno arzigogolato delle aspettative, in quanto gli sviluppatori hanno pensato ad un combattimento 1vs1, con scontri che non puntano a mettere in difficoltà eccessiva il giocatori; nel momento in cui ci si scontra con un gruppo di nemici, ad esempio, sarà sempre possibile affrontarli uno per volta.

I comandi ruotano quasi esclusivamente attorno al duo parata/attacco, senza troppe combinazioni, anche se comunque sono sbloccabili combo e abilità particolari. A mettere in leggera difficoltà potrebbe entrare in gioco la Stamina, la classica resistenza che troviamo in tutti i soulslike (o in Elden Ring, per intenderci); i nemici sono molto simili tra loro, se non nell’ultima parte dell’esperienza, nel corso della quale si incrociano avversari più temibili e difficili da sconfiggere. Immancabili sono i numerosi boss, il cui livello di difficoltà resta però abbastanza basso, e sono riconoscibili dalla loro barra di salute.

 

Trek to Yomi: conclusioni

In conclusione Trek to Yomi è un titolo interessante, un indie da non mancare assolutamente, ancora meglio se in offerta, che presenta una longevità adeguata (5 ore circa), di intensi combattimenti e di una storia non troppo diluita. Gli aspetti positivi sono innumerevoli, passano da un’ambientazione con scelte cromatiche intriganti e speciali, affiancate da un sistema di combattimento originale, impreziosito dalla valida esplorazione.

Tra gli aspetti negativi troviamo un level design non sempre all’altezza della situazione, ed una piccola carenza nei dettagli/nitidezza generale.

 

Denis Dosi

Appassionato di tecnologia e di scrittura sin dalla tenera età, mi laureo in Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Milano nel 2016. Ora lavoro con Focustech riuscendo a combinare le mie due più grandi passioni.

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