Terremoti “in miniatura” stanno interessando la zona sud della California

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I sismologi statunitensi stanno registrando un’intensa attività sismica nel sud della California, con movimenti sismici circa 10 volte più frequenti della media. Ma la maggior parte di questi terremoti sono così piccoli da risultare quasi impercettibili. Gli scienziati hanno infatti contato quasi 2 milioni di micro-scosse in tutta la zona dal 2008 al 2017, secondo un rapporto pubblicato sulla rivista Science.

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La California è peraltro una vera e propria polveriera per quanto riguarda gli sciami sismici, anche per via della presenza della faglia di San Andreas. Il nuovo rapporto ha poi rilevato che, in media, si verifica un micro-sisma ogni tre minuti e che la maggior parte di essi non superava il grado 1 di magnitudo.

 

I risultati della ricerca sono di fondamentale importanza

Questo vuol dire che la Terra è in costante fibrillazione“, ha detto Zachary Ross, autore principale dello studio e sismologo presso il California Institute of Technology di Pasadena. Studiando più a fondo questi micro-terremoti, Ross e i suoi colleghi sperano di trarre dei modelli di sciami sismici, nonchè informazioni che possano aiutare a capire, e forse persino prevedere, terremoti più rari e pericolosi.

In questo momento ci sfuggono ancora molte cose riguardo i terremoti“, continua Ross, “qualsiasi cosa riuscissimo a ricavare da questi studi, sarebbe di grande aiuto“. Paul Earle, capo delle operazioni del Centro nazionale per l’Informazione sui Terremoti degli Stati Uniti, che non ha preso parte allo studio, si dice convinto che la ricerca possa offrire “un nuovo angolo visuale per osservare e studiare i movimenti interni della Terra“.

 

Un metodo risalente, ma efficace

Per individuare questi terremoti così “silenziosi”, i ricercatori hanno usato un particolare e collaudato metodo, fondato sull’assunto che i terremoti provenienti da determinati luoghi presentano modelli d’onda assolutamente differenti tra loro e perciò unici, “un po’ come le impronte digitali“, ha detto la sismologa Susan Hough, che nonostante non abbia preso parte alla ricerca, si mostra comunque molto coinvolta circa gli esiti della stessa.

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I ricercatori hanno perciò cercato quelle “impronte digitali sismiche” che normalmente passerebbero inosservate, a meno che non le si cercasse appositamente. “I dispositivi impiegati nel rilevamento di queste micro-scosse sono così sensibili da poter rilevare persino il traffico, le costruzioni, onde oceaniche e grandi terremoti in tutto il pianeta“, ha detto Ross.

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