Recensione Blood Bowl 3 – un football fantasy dannatamente divertente

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Blood Bowl 3 è un titolo controverso che decide di mischiare il football americano con le razze che tanto abbiamo apprezzato in Warhammer, proponendo quindi un’esperienza pressoché unica nel proprio genere, all’interno della quale gli utenti si divertiranno non poco. Vediamolo da vicino nella nostra recensione completa.

 

Grafica

L’impatto è assolutamente importante e piacevole, sin da subito notiamo che gli sviluppatori hanno lavorato duramente per cercare di mettere nelle mani degli utenti un titolo assolutamente solido, nella nostra prova su PS5 non abbiamo infatti notato rallentamenti nel frame rate o bug particolari, se non qualche disconnessione o crash direttamente dai server.

La grafica a prima vista potrebbe apparire come leggermente vecchiotta e migliorabile, se considerata nell’insieme, ma è osservando le varie unità che si può apprezzare una modellazione ai limiti del maniacale, con tantissime possibilità di personalizzazione da parte dell’utente finale, il quale potrà realizzare a propria immagine, o piacimento, la squadra stessa. La fisica è ottima, sono quasi totalmente assenti le compenetrazioni, con texture sufficientemente definite, ed una conta poligonale complessivamente discreta.

 

Meccanica di gioco e Gameplay

La natura di Blood Bowl 3 è legata in maniera intrinseca alla strategia, essendo a conti fatti un gioco di simulazione di una partita di football americano, sarà necessario comprendere appieno come posizionarsi correttamente sul campo, andando a sfruttare i punti di forza e le debolezze dei singoli giocatori, i quali, data la natura degli stessi, daranno vita ad animazioni divertenti ed uniche nel loro genere. Basti pensare, ad esempio, che gli stessi giocatori potrebbero morire effettivamente in seguito ad un placcaggio, oppure che potrebbero invecchiare al termine della stagione, tanto da richiederne la sostituzione per quella successiva.

A differenza di quanto si potrebbe pensare, il controllo e lo sviluppo della partita non sarà legato all’abilità del giocatore di muovere i personaggi sul terreno di gioco, bensì ai dadi, i quali dovranno essere lanciati per ogni azione (dal voler superare un avversario, al prendere il pallone, a lanciarlo e così via), con suddivisione dell’intera partita a turni. La complessità è indubbiamente elevata, sebbene apprezziamo la presenza di un tutorial molto approfondito che permette di comprendere appieno le singole meccaniche, prima di buttarsi a capofitto in una partita.

Il modo migliore per godere di Blood Bowl 3 è ovviamente l’online, sono presenti tantissimi tornei stagionali e ufficiali, nel corso dei quali confrontarsi con utenti provenienti da tutto il mondo, oppure sfidare amici e parenti in tantissime gare all’ultimo sangue. La difficoltà maggiormente riscontrata risiede nella navigazione all’interno dei menù e nella gestione delle interfacce, con statistiche dalla lettura complessa, e dal raggiungimento tutt’altro che immediato, anche da parte dell’utente più esperto. La versione corrente ha visto l’introduzione delle microtransazioni (ed annesso season pass), che porta con sé alcune importanti limitazioni, ad esempio alcuni stadi o elementi, non potranno essere sbloccati giocando, ma solo con le suddette microtransazioni.

 

Blood Bowl 3 – conclusioni

In conclusione Blood Bowl 3 è complessivamente il miglior titolo della serie, la grafica è notevolmente migliorata, con modellazioni di livello assoluto che offrono caratterizzazioni e precisione interessanti, il ritmo è stato incrementato, con una strategia di fondo che deve essere costantemente studiata dai giocatori, per riuscire ad avere la meglio sul rivale. Proprio quest’ultima rappresenta il vero punto di forza del titolo, una meccanica articolata e complessa che rende l’esperienza assolutamente degna di essere giocata e studiata, e che porta ogni partita ad essere diversa.

Dall’altro lato della medaglia troviamo una difficoltà intrinseca nella navigazione all’interno dei menù, con la presenza ingombrante delle microtransazioni, le quali al momento possono spaventare, poichè è quasi necessario comprare tutto, piuttosto che sbloccare gli oggetti nel corso dell’esperienza, che comunque richiedono un approfondimento nell’osservare da vicino come gli sviluppatori si muoveranno nel tempo.

Denis Dosi
Denis Dosi
Appassionato di tecnologia e di scrittura sin dalla tenera età, mi laureo in Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Milano nel 2016. Ora lavoro con Focustech riuscendo a combinare le mie due più grandi passioni.

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